Charitas!

B62-A6

Vi è una sorta di carità che limita il suo campo d'azione alla vita materiale, mirando ad assicurare al prossimo un minimo di benessere, procurandogli pane e tetto.

Poiché nessun essere ben nato può rifiutarsi di praticarla, essa carità si può definire necessaria, in quanto ogni uomo di necessità la realizza in sé quando prodiga pietosa e doverosa assistenza ad un suo simile.

Conviene a questa sorta di carità l'attributo di "universale" poiché abbraccia tutti gli uomini che di necessità la professano.

Ma a questo senso d'istintiva solidarietà umana che riconosce e consacra il nostro e l'altrui diritto alla vita, l'uomo che voglia vivere al servizio di un sentimento più alto di comprensione dell'umanità, non può limitarsi.

Sorge così una seconda carità, quella che non sovviene soltanto le necessità materiali del prossimo, ma che offre pane ed amore, tetto e conforto, quella che cura anima e corpo insieme, medica, piaghe fisiche e morali, e preferisce la dolcezza alla severità, la comprensione all'intransigenza, il perdono ad ogni sanzione.

Vivere praticando insieme le due specie di carità su accennate, - che del resto sono due volti della sola e vera carità - cioè alimentando nel cuore l'amore caritativo concesso da Dio agli uomini quale favilla dell'amore divino, deve essere il desiderio di ogni cristiano.

Aldo Morgando.

Delegato Aspiranti Coll. S. Giuseppe.