L'impronta trinitaria nella famiglia

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Stralci dalla conferenza tenuta dal can. Rodolfo Reviglio
al Gruppo famiglia dell'Unione Catechisti il 26 Febbraio 2000 al santuario della Consolata.

Quando Dio dice nella Genesi ( Gen 1 ): "facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza", che cosa vuoi dire?

Da bambini, al catechismo ci dicevano: finché Dio non ha creato l'uomo, Dio aveva solo creato esseri materiali; ma adesso crea l'uomo che è anche spirito e quindi - essendo spirito - è immagine e somiglianza di Dio che è spirito.

E gli angeli, non sono spirito anche loro?

Oggi questa interpretazione è soltanto un pallido avvio della vera conoscenza dell'immagine, perché al di là dello spirito che abita nell'uomo c'è un'altra immagine e somiglianza molto più profonda, molto più reale.

La vera immagine è la coppia; infatti dice ancora la Genesi: "L'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e di due saranno una sola carne", dove la parola carne vuoi dire persona umana.

"Il Verbo si è fatto carne", si è fatto essere umano ( è più forte che dire "si è fatto uomo" ).

"Una sola carne" è tutta la realtà umana, maschio e femmina, ma "una sola carne".

La parola carne indica l'unità dell'uomo e della donna.

Nel capitolo primo della lettera agli Efesini, San Paolo dice chiaramente che Dio "ci ha benedetti e ci ha scelti in Cristo". ( Ef 1,4-5 )

Quando Dio ha creato Adamo ed Èva, aveva già in mente Gesù Cristo, tant'è che San Paolo dice "siamo stati creati in Cristo Gesù".

Ecco quello che aveva in mente il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo: dietro l'immagine di Adamo c'era già Gesù Cristo, ma non solo Gesù di Nazareth.

Certo, l'uomo perfetto è Gesù nato da Maria Vergine, ma c'è qualcos'altro.

San Paolo ce lo dice chiaramente: "noi siamo il corpo di Cristo".

La lettera agli Efesini ritorna a dire anche questo: siamo corpo di Cristo, lui è il capo e noi siamo le membra.

Dunque, quando ha creato Adamo ed Èva, Dio non aveva in mente solo Gesù di Nazaret, il figlio di Maria, la sposa di Giuseppe, ma aveva in mente il Cristo totale!

In conclusione: Dio si è fatto uomo perché tutti noi attraverso Cristo entrassimo in Dìo!

C'è ancora un aspetto che era stato dimenticato ed è stato riabilitato dal Concilio.

Nella Costituzione Lumen gentium ( nel cap. 1°: "La Chiesa come mistero" ), tra le immagini bibliche della Chiesa viene ricordata e ripresa l'immagine del Cristo, Sposo della Chiesa Sposa.

Leggiamo il capitolo quinto della lettera agli Efesini, dove San Paolo dice: "voi mogli siate sottomesse ai mariti come la Chiesa è sottomessa a Cristo" ( quel verbo è interessante perché San Paolo lo userà anche per dire che cosa avverrà alla fine del mondo, quando Cristo si sottometterà a Dio e Dio sarà tutto in tutti ) ( Ef 5,21-24 ).

Lo stesso verbo ( essere sottomesso ) viene usato per dire che Gesù ragazzo, quando si era perduto nel tempio e poi lo ritrovarono mentre parlava con i dottori della legge, ritornando a casa "era sottomesso" a Maria e Giuseppe.

Qui viene usato per dire: "mogli, siate sottomesse ai mariti".

San Paolo in questa pagina riflette anche la mentalità di allora che era più esteriore che inferiore; peraltro vediamo nella Bibbia delle spose che guidano ed aiutano il loro sposo ad essere fedeli al progetto di Dio.

Quindi la donna nella Scrittura ha un posto notevolissimo, anche se in molti casi era vista un gradino sotto l'uomo.

San Paolo prosegue dicendo: "Voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa ed ha dato se stesso per lei per renderla santa, purificandola per mezzo del lavaggio dell'acqua accompagnato dalla parola ( il battesimo ), al fine di farsi comparire davanti la Chiesa tutta gloriosa senza macchia ne ruga, o alcunché di simile, ma santa ed immacolata.

Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso; nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne, al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, perché siamo membra del suo corpo".

Dunque, san Paolo vuoi dire: "mariti, amate le vostre mogli fino, se necessario, a morire per esse, come ha fatto Gesù con la Chiesa sua Sposa".

Poi Paolo conclude: "Questo mistero è grande, lo dico in rapporto a Cristo e alla Chiesa".

Quando Cristo, dopo aver sottomesso a sé la morte, si sottometterà al Padre, allora Dio sarà tutto in tutti!

Qui ci rendiamo conto di una cosa bellissima: che cos'è il Paradiso? Il Paradiso non è una cosa, non è un luogo; dovremmo piuttosto domandarci: "chi è il Paradiso?".

Il Paradiso è Dio, perché Dio non ha nulla al di fuori di sé da donarci, Dio ci ha creati per darci Se stesso nella pienezza del suo mistero.

Noi siamo la Sposa di Cristo, una sola carne con Cristo e Cristo è Figlio di Dio.

La divinità di Cristo è indissolubilmente legata alla umanità di Cristo.

Attraverso Cristo, noi entriamo nel dialogo trinitario, cioè entriamo in Dio.

Il Paradiso è Dio e noi entriamo nella vita di Dio attraverso Cristo.

Il "sacramento" di questo Paradiso è il matrimonio: non c'è altro esempio migliore.

Ecco perché il matrimonio è indissolubile.

Come potete disfare la SS. Trinità? Come potete dividere il Cristo? È impossibile.

Se tu "ti sei sposato in Cristo" il tuo matrimonio è indissolubile, perché l'Amore, in Dio, non viene mai meno.

Ogni volta che si celebra un matrimonio cristiano, quindi un sacramento, si fa agli sposi un dono immenso, che è il dono della fedeltà stessa di Dio; però occorre aiutarli, dicendo che il matrimonio è un progetto di Dio, Dio è così grande che quando ci ha creati ci ha fatti per Sé, ci ha fatti simili a Sé, ci ha fatti "capaci di Dio".

Le immagini più perfette di Dio: il matrimonio, la famiglia, la procreazione.