Attualità del messaggio di S. J. B.

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Secondino Scaglione ( FSC )

Il 24 maggio 1900, la Chiesa decretava l'onore degli altari a San Giovanni Battista de La Salle, fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane; il 15 maggio 1950, Pio XII con un Breve Pontificio, proclamava il Santo "Speciale Patrono presso Dio di tutti i maestri addetti all'educazione dei ragazzi e dei giovani".

La vitalità del messaggio si rinnova: messaggio che suona innanzitutto ancoraggio all'assoluto e all'autentico, e poi decisione, operatività e impegno educativo a tempo pieno, per l'educazione dei giovani.

Un aspetto dell'attualità del La Salle sta nel suo taglio netto con la realtà, non certo per una fuga, quanto per una invenzione; egli rivive ancora una volta, reinventandola secondo modi nuovi e personali, quella che è l'azione di Dio per eccellenza, l'esodo.

Il Santo si distacca da una terra fertile di possibilità, di potenzialità e di promesse, per inoltrarsi nel vuoto, nella povertà: lo sradicamento da sé è totale, il gesto definitivo, la volontà è tutta nella « conduite admirable de la Divine Providence » di cui vede la regia nei segni dei tempi e nelle interpellanze dei giovani.

Pur dirigendosi d'istinto verso i poveri, non abbandona in realtà i giovani che lo interpellano, proiettato nella gioia dell'azione educativa con amplissima gamma di comprensione.

Aperta nel presente e prospettata nel futuro, l'attività educativa che il La Salle propone e che il suo messaggio fa risuonare nel duemila, è un chiaro precetto di impegno nelle realtà attuali ancorate nella storia.

Il nostro contesto culturale è diverso da quello in cui visse Monsieur de La Salle, per linguaggio, strutture, concezione della scuola.

Si possono però trovare analogie tra il momento dell'"evento" e oggi.

Come tre secoli fa, la scuola è in crisi; educare sta diventando un'arte sempre più complessa a tal punto che gli educatori più avvertiti sentono la necessità di rifarsi, per un arricchimento ed un confronto, a quegli esempi del passato che hanno dato il frutto migliore.

Nella comunità educativa affiorano oggi le stesse incertezze e i rischi che provarono i primi educatori lasalliani; si è pertanto tentati di chiederci che cosa direbbe e farebbe oggi de La Salle.

Il problema non è posto opportunamente, perché dobbiamo interrogarci oggi, nella nostra realtà, sulla nostra esperienza educativa, sul nostro cammino con i giovani in seno alla comunità in cui convergono gli itinerari dei giovani, le loro interpellanze, le angosce, i dubbi e le speranze.

La fedeltà alle intuizioni del La Salle non significa ritorno al passato o fedeltà materiale a prescrizioni.

Tale fedeltà non può essere vissuta e realizzata che in seno alla comunità educativa con la volontà di rispondere alle interpellanze di oggi con lo stesso slancio che ha spinto de La Salle a dare una risposta al suo tempo.

La fedeltà al presente e l'adeguazione allo spirito delle sue intuizioni, lungi dall'escludersi, si condizionano a vicenda: attenzione al presente, memoria del passato, continuità dell'opera educativa nella speranza.

Istruzione, educazione della fede nei giovani, formazione e maturazione integrale dell'uomo, sono momenti che si compenetrano a supporto l'uno dell'altro, costituiscono il paradigma pedagogico lasalliano ed esprimono in termini attuali, le finalità di una istituzione che afferma e propone oggi, come nei tre secoli della sua vitalità, la centralità di quella antropologia che ancora oggi è propria della pedagogia di ispirazione cristiana.

Nella volontà di riascoltare la voce del La Salle che parla con un linguaggio di sempre agli educatori di oggi, non c'è altra lunghezza d'onda che quella circoscritta al santo educatore, al suo tempo e alla sua opera.

Non che i secoli intercorsi manchino di significato, ma essi come il nostro, rappresentano uno sforzo di interpretazione e di applicazione che, per quanto genuino e leale, non può evitare di risultare, almeno in parte, una nuova trasmissione.

Il momento storico in cui matura l'"evento" de La Salle è un periodo caratterizzato da una realtà tormentosa, da una forte crisi religiosa, sociale e culturale e da esaltanti fermenti di rinnovamento: egli l'affronta in termini operativi, carico di fede e di sano ed equilibrato realismo.

A trecento anni di distanza, il messaggio educativo lasalliano è vivo e si incarna nei Fratelli delle Scuole Cristiane, nelle comunità educative e in quanti si ispirano al de La Salle come punto di riferimento, come stimolo all'impegno, come indicazione di un cammino.

In particolare egli ricorda l'attenzione premurosa alle urgenze del mondo dei giovani, alle interpellanze della Chiesa, ai segni dei tempi.

Rispondendo alle sollecitazioni del suo tempo, de La Salle ha optato per i giovani, per la loro promozione umana, cristiana, professionale; per la scuola come luogo di educazione e di cultura; per una comunità di educatori; per una pedagogia sempre alla ricerca di metodi e programmi adatti ai tempi.

Oggi è diffusa la tentazione di fare del nuovo, del decisivo e del definitivo che possa dare senso all'esistenza.

Tutto però rischia di rimanere come nebuloso, velleitario, sfocato e si procede a tentoni, perché spesso mancano i modelli.

Il gesto del La Salle, nella sua ricchezza umana e spirituale, ha oggi un'occasione opportuna per riproporsi in tutta la sua portata.