La croce gloriosa del Giubileo

B280-A1

Continuiamo la pubblicazione delle riflessioni dedicate alle religiose iniziata nel numero precedente.

Anche se relative al periodo quaresimale queste indicazioni hanno valore per tutti e per ogni tempo

Ipotesi di cammino spirituale di persone consacrate per la Quaresima del Giubileo 2000 proposta da:

S.E. l'Arcivescovo di Torino Severino Poletto ( 2a parte )

3a settimana: Gv 2,13-22

La croce ci chiede la fatica di purificare la memoria

Se io sono il "tempio dove Dio abita" quanto grande e faticoso è ancora il lavoro che devo fare per purificare la memoria ( o storia ) della mia vita e decidere una scelta radicale di conversione.

1. "Fatta una sferza di cordicelle scacciò tutti fuori dal tempio …

"Che cosa Gesù vuole che io scacci da me anche a costo di usare una certa violenza?

Certamente tutto ciò che mi distoglie, o allontana o mi distrae da Lui.

Il tempio del mio cuore solo con Lui presente è santo. Diversamente è profanato!

2. "Gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi …"

Se prendo seriamente in mano la mia storia di vita, avverto che devo buttare via molte cose che mi sembrano utili o importanti e devo rovesciare molti castelli o sicurezze che mi sono costruita.

Spesso mi accorgo che la verità e la gioia stanno da un'altra parte rispetto a dove io le cerco.

3. "Egli infatti sapeva quello che c'è in ogni uomo": Gesù sa quello che c'è in me, senza bisogno che io glielo racconti.

Attende però che io, se lo amo davvero, mi decida per Lui con una scelta radicale di rifiuto del male o della mediocrità per lasciarmi "divorare dallo zelo per la sua casa" ; cioè per il suo regno.

Impegno concreto: Questa è la settimana adatta per una purificazione della memoria della mia vita con una straordinaria confessione sacramentale.

Mi sento davanti ad un bivio: non posso più procedere come prima.

Devo scegliere tra un male ( anche solo di apatia spirituale ) e un bene ( un risveglio interiore ), poi tra un bene e il meglio ( cioè il più perfetto ).

4a settimana: Gv 3,14-21

La croce di Cristo é necessaria alla salvezza

La croce di Cristo, che deve diventare anche la mia, non mi deve far paura né posso vergognarmi di essa, anzi me ne devo gloriare, se è vero che la parola "croce" è scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani, per noi è fonte di salvezza ( 1 Cor 1,17-25 ).

1. "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito".

Sostiamo a lungo, una buona volta, su questo mistero, nascosto da secoli ed ora a noi rivelato, che ci presenta la Pasqua di Gesù, la sua passione, morte, risurrezione e glorificazione come il vero dono d'amore del cuore di Dio Padre per ciascuno di noi.

Me lo devo dire con sicurezza: proprio per me, perché mi vuole bene e mi vuole solo sua, il Padre "dona suo Figlio".

2. "Come Mosé innalzò il serpente nel deserto così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo".

Innalzato dove? Fermiamoci e guardiamo questo Gesù inchiodato in croce!

Lo accetto un Gesù così? O lo vorrei diverso?

Riesco ad intuire almeno un pochino quanto e come mi ha voluto bene fino a pagare quel prezzo?

Spesso mi ritrovo a pensare che vorrei essere sua ma senza croci, anzi quando ci sono mi lamento o protesto!

3. "Chi fa il male odia la luce ma chi opera la verità accoglie la luce, perché si veda che le sue opere sono state fatte in Dio."

La luce è lo sguardo di introspezione che nella mia coscienza fa Dio, possono fare gli altri e dovrei sempre fare anch'io.

Ma questi sguardi li temo, li rifiuto o mi lasciano serena?

Impegno concreto: Se fosse possibile, come sarebbe interessante che in questa settimana ciascuna potesse scrivere la sua "Storia di un'anima!

"Un ripasso generale della tua vita non solo ti aiuterebbe a purificare la memoria ma ti farebbe scoprire con meraviglia che le opere che Dio ha compiuto in te sono talmente straordinarie che, al confronto, le tue miserie spariscono come nebbia al sole.

È di qui che deve cominciare lo stupore!

5a Settimana: Gv 12,20-33

Il vero "albero della vita" è Cristo crocifisso risorto

1. "Vogliamo vedere Gesù".

È un desiderio ardente quello che io sento in me di veder Gesù con una fede più chiara e più sicura, perché, a volte, pare di essere nel buio più fitto.

Questa domanda che alcuni Greci fanno a Filippo io la trasformo in preghiera: "Signore desidero vederti con più chiarezza per amarti con una maggiore determinazione".

2. "Se il chicco di grano caduto in terra non muore resta solo, se muore dà molto frutto".

Al mio desiderio di vederlo, Gesù risponde invitandomi a cercarlo sulla croce, dove si realizza la logica del "chicco di grano": morendo si dà la vita.

È questo il Gesù che noi dobbiamo cercare per accogliere il suo dono di salvezza e poi dovremmo impegnarci a fare anche noi come Lui.

3. "Io, quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me".

In questo anno giubilare la centralità di Cristo nella mia vita deve tornare ad essere determinante.

Come persona consacrata, e perciò appartenente a Lui, non posso avere altre attrazioni, altre aspettative, altre "calamite" se non la sua Persona.

È Lui che dalla croce mi attira e mi affascina perché, contemplandolo crocifisso, non si può non capire l'esclusiva unicità del suo amore per me.

Impegno concreto: Provo a mettermi nella logica del chicco di grano, che mi dà questi messaggi e mi provoca a questi impegni: sono piccola ( come un chicco di grano ) ma se mi dono a Dio e ai fratelli, morendo a me stessa divento spiga con tanti chicchi, cioè la mia vita diventa fruttuosa.

Provo a domandarmi: perché a volte mi sento inutile?

Non sarà per caso, perché rimango in difesa del mio egoismo e faccio fatica a morire a me stessa per diventare "dono"?

Il Duomo di Torino luogo sacro della Sindone