"La Chiesa dialoga con la Città"

B281-A4

Convegno a Torino

Le nuove dimensioni della disoccupazione e dell'occupazione: opportunità e rischi. - Vito Moccia

1. Sostegno effettivo della formazione professionale.

Nella relazione del prof. Mauro Ambrosini è stato efficacemente messa in rilievo l'importanza della formazione professionale quale indefettibile elemento non solo per contenere il declino economico, ma soprattutto per rilanciare una politica di sviluppo.

La formazione professionale è stata ivi appunto considerata come elemento portante delle politiche sociali attive.

Occorre che i governanti e i politici pongano tali affermazioni come effettivi impegni e obiettivi di azione di governo, traducendo nei fatti il generale apprezzamento - che talora è una vera esaltazione - della formazione professionale, quale elemento strategico indefettibile per lo sviluppo sociale ed economico e per il superamento della crisi occupazionale.

Purtroppo i provvedimenti amministrativi non sono sempre consoni a tali obiettivi, anzi la formazione professionale è sovente bistrattata, per i tagli nei finanziamenti pubblici, per una sempre maggiore concorrenza da parte della Pubblica Istruzione, per criteri talora discutibili nell'individuazione dei corsi finanziati, dato che l'individuazione deve essere effettuata essenzialmente in relazione alle effettive possibilità di impiego dei giovani e dei lavoratori che frequentano i corsi, il che in altri termini significa avere riguardo alle attitudini degli allievi e alle aspettative delle aziende.

Nella maggior parte dei casi tali requisiti si verificano, come denota l'alta percentuale di allievi che alla fine dei corsi trovano occupazione ( per i nostri centri tale percentuale è del 90% ).

Restano peraltro ancora delle zone di criticità.

2. Formazione professionale "mirata"

In effetti la formazione professionale si pone quale componente e strumento per il raggiungimento di quell'obiettivo del "diritto all'inserimento" di ogni persona nella società.

Questo diritto all'inserimento è stato opportunamente indicato come contributo al conseguimento di un'"utilità reciproca", per cui la formazione professionale, segnatamente quella finanziata dalle amministrazioni pubbliche attraverso convenzioni con gli Enti accreditati, deve avere riguardo al raggiungimento di obiettivi di politiche sociali attive.

Occorre pertanto che la formazione professionale sia "mirata", cioè prepari a lavori socialmente utili, rispondenti alle aspettative del territorio, e personalizzata, perché adeguata alle inclinazioni degli allievi da formare.

In tale prospettiva si inserisce anche la formazione per i giovani in situazioni di disagio sociale, il che comporta progetti particolarmente qualificati, e stretta collaborazione con le aziende per perseguire l'inserimento sociale e lavorativo di questi allievi.

L'individuazione dei settori di formazione "mirata" nell'area torinese attiene più in generale agli ambiti della progettualità economica, per cui vanno determinati con riguardo a questi.

Tuttavia si ritiene che alcune esigenze tuttora indefettibili di formazione professionale siano costituite dai settori e dalle specializzazioni afferenti alle aree della meccanica, dell'informatica, dell'autonomia e delle telecomunicazioni, come d'altra parte appare dalle ricorrenti istanze del mondo del lavoro.

Il discorso sulla flessibilità degli impieghi è altresì strettamente connesso ad un potenziamento della "formazione permanente", ed in questo senso occorre operare per intervenire tempestivamente e non trovarci in ritardo.

3. Formazione professionale di proposta cattolica

Come Chiesa torinese occorre mettere in evidenza due aspetti con cui considerare la formazione professionale di proposta cattolica, affinché possa risultare strumento di evangelizzazione e di promozione umana.

In sintesi questi elementi sono: la valenza educativa della formazione, e il coinvolgimento delle comunità ecclesiali.

4. Valenza educativa della formazione professionale

La formazione professionale non è solo addestramento o tirocinio per apprendere un dato lavoro, ma è altresì educazione dello spirito: non per nulla è chiamata "formazione".

In essa il lavoro viene considerato come principio elementare e nozione costitutiva per la elevazione dell'uomo, quindi per lo sviluppo delle facoltà personali e degli abiti morali.

Basti pensare ai molteplici aspetti intrinseci e circostanziali al lavoro ( a titolo di esempio: organizzazione, legislazione, rilevanza politica, sociale e sindacale, maestria, creatività, gratificazione del lavoratore, criticità per la disoccupazione,solidarietà ecc. ) per farne emergere i riflessi etico-filosofici, quindi gli elementi rilevanti per una formazione professionale animata dal Vangelo della carità.

Una formazione professionale basata sulla cultura e sull'etica del lavoro consente l'elevazione del lavoratore ( per la dignità di ogni lavoro ) e l'annuncio evangelico ( per l'attrazione a sé che il Crocifisso Risorto opera in ogni attività umana, quindi anche nel lavoro ).

5. Coinvolgimento delle comunità ecclesiali

Se tale è la rilevanza e la valenza della formazione professionale, occorre che le comunità ecclesiali siano maggiormente coinvolte nella sua valorizzazione, con contatti con i centri professionali di proposta cattolica, ed anche con i centri laici ( così come si hanno contatti con le scuole ).

È opportuno l'incontro con i centri formativi cattolici da parte dei giovani orientati alla formazione professionale, e così pure degli adulti in formazione permanente.

Essenziale è la sensibilizzazione nel territorio, ad ogni stadio e livello ( parrocchiale, circoscrizionale, comunale, provinciale, regionale ), da parte delle comunità ecclesiali, perché gli Enti pubblici valorizzino l'autentica formazione professionale mirata e sostengano i centri che la erogano.

È importante anche il contributo della beneficenza privata, poiché gli Enti di formazione professionale che operano gratuitamente e senza fini di lucro, sono coperti dai finanziamenti pubblici per la gestione dei corsi, ma per le rilevanti spese strutturali per investimenti devono provvedere in proprio al rinvenimento delle risorse economiche.

6. La "Carità" correlata alla scienza ed alla tecnica

A conclusione riportiamo brevi annotazioni sull'animazione della scienza e della tecnica da parte della carità, desumendole dalla denominazione della nostra opera: "Casa di Carità Arti e Mestieri", denominazione che appare nel diario spirituale del Servo di Dio fra Leopoldo M. Musso o.f.m. ( 1850-1922 ), un frate converso tumulato nella Chiesa di S. Tommaso in Torino.

Infatti la carità riferita alle arti e ai mestieri appare come un messaggio per animare la scienza e la tecnica, e più in generale la cultura, con il Vangelo.

Abbandonate a se stesse, la scienza e la tecnica possono diventare strumento di:

-alienazione dell'uomo ( sopraffazione e sfruttamento ),

-manipolazione dell'uomo ( genetica che prescinde dalla morale )

-distruzione e morte ( industria e commercio delle armi ).

Per contro la carità, nella sua pienezza di virtù teologale, correlata alla scienza e alla tecnica, può imprimere un'animazione culturale determinante nei progetti individuali, sociali e civili.

Invero animando i progetti scientifici, tecnologici e industriali con l'amore di Dio e del prossimo, si approderebbe a quella conversione culturale e morale che potrebbe segnare uno sbocco della storia, conferendo un'anima alle componenti economiche, come il profitto e la concorrenza, che se esasperati e senza guida non risultano a servizio dell'uomo.