La perseveranza nella fedeltà a Cristo e all'uomo in Cristo

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Un itinerario formativo - Domenico Conti

1. Fedeltà a Cristo.

Si può affrontare meglio il tema della perseveranza nella fede, nella speranza e nella carità se ci si sofferma a considerare la formazione cristiana fondamentale che abbiamo ricevuto e che proponiamo.

Certamente un obiettivo della formazione cristiana è che ci si aiuti a vivere secondo Cristo: secondo la mente, il cuore, e l'operare di Cristo.

Nella formazione dobbiamo riuscire a scoprire profondamente che Dio ci ama sino a dare per la nostra salvezza il Figlio suo Gesù Cristo;

a sperare di conseguire l'unione intima con Cristo e di ricevere gli aiuti necessari per l'impegno a conseguirla;

ad amare Cristo e ad amare come Cristo i nostri fratelli;

a partecipare al morire con Cristo al peccato, e a risorgere con Lui con la vita nuova;

a testimoniare Cristo con la Chiesa, al servizio dell'uomo e del mondo;

a testimoniare Cristo nel vivere quotidiano, in ogni ambiente di vita e di lavoro, nelle varie vicende della vita;

a vivere la libertà piena e responsabile, come conseguenza dell'appartenenza a Cristo nel suo Spirito;

a diventare, nello Spirito di Cristo, sempre più umani, sempre più veri, sempre più vivi, come effetto della nostra appartenenza a Cristo.

La vita cristiana si presenta quindi come un cammino da percorrere nella fedeltà a Cristo.

Una fedeltà che comporta pure la fedeltà all'uomo.

Nella Bibbia la perseveranza appare in molti aspetti; è costanza nel perseguimento del fine della vita; è condizione perché il tempo di attesa abbia frutto; è lotta e combattimento; è saldezza nella fiducia; è fermezza nella fedeltà; è libertà e buona coscienza nella vigilanza.

2. Perseveranza come creatività.

Ne consegue che la perseveranza esige non solo una conservazione continuativa,ma un dinamismo fondamentale, una creatività, una oblatività nel conseguimento del fine.

Fine che non è semplicemente un traguardo ma un incontro sino all'intima unione dell'uomo con Dio e alla unità degli uomini in Dio.

"Quanto a me il mio sangue sta per essere sparso in libagioni ed è giunto il momento di sciogliere le vele.

Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la forza, ho conservato la fede.

Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione" ( 2 Tm 4,6-8 ).

Nel quadro formativo della vita cristiana la perseveranza comporta innanzitutto un atteggiamento costante che si esprime con una molteplicità di atti con cui crescere nella vita cristiana nella pienezza della carità.

L'inserimento dinamico nella vita di lavoro e nella società, nella comunità ecclesiale, nella cultura, nei propri ambienti di vita, richiede di essere accompagnato con attività intese a difendere, far sviluppare a diffondere la vita cristiana.

Il perseguimento della perseveranza mette in evidenza l'aspetto "viale" della vita cristiana, la necessità di percorrere il cammino che è Cristo-via.

Cristo via delle nostre vie, via verso la verità e la vita in Cristo.

La perseveranza va concepita come accettare di essere provati da Lui, provati nella fedeltà, nella speranza, nell'amore.

Provati nella speranza poiché perseverare senza la speranza in Cristo non è possibile.

3. L'evangelizzazione è la caratteristica delle iniziative di perseveranza.

Evangelizzare secondo le esigenze di un campo specifico, di un servizio da rendere allo sviluppo della formazione cristiana e comunque al servizio della chiesa e della società.

Evangelizzazione in rapporto a problemi concreti, esaminati, valutati secondo la propria missione specifica.

Può essere richiesta un'evangelizzazione esplicita.

"Fate le vostre buone opere davanti agli uomini, affinché gli uomini diano gloria al Padre vostro che è nei cieli"

Oppure un'evangelizzazione di testimonianza.

In entrambi casi una Evangelizzazione che comporta l'alimentazione di una fede viva negli operatori di perseveranza.

Evangelizzazione che nasce come mandato connesso con il Battesimo, per cui tutti i cristiani in quanto tali sono chiamati ad essere diffusori del Vangelo, testimoni di Cristo Salvatore del mondo.

Un'evangelizzazione come espressione di carità, di amore.

Evangelizzazione che si connette con l'aiuto dato, secondo le necessità delle persone: necessità di competenze e di relazione, di inserimento o reinserimento dinamico, di motivazione e finalizzazione della vita, di presenza cristianamente efficace nei vari ambienti di vita e di lavoro.

"Nuova evangelizzazione, vale a dire evangelizzazione rinnovata nell'ardore, nei metodi, nelle espressioni "

( dal discorso di Giovanni Paolo II inaugurale della IV Conferenza dell'Episcopato latino- americano del 9 marzo 1983 ).

"Evangelizzazione che abbia nella promozione umana la sua conseguenza logica, promozione che tende alla vera liberazione integrale della persona umana.

Evangelizzazione che comprende nell'evangelizzazione della cultura la sua forma più profonda e globale".

4. Cristo, radice della rivelazione.

Le forme di iniziative di perseveranza possibili sono, per così dire, infinite e dipendono da determinati obiettivi che si intendono risolvere alla luce della fede, della fedeltà a Cristo e all'uomo in Cristo.

Il Concilio Vaticano II fissa come prima fonte del rinnovamento il ritorno alle radici della rivelazione.

Il centro del Vangelo è costituito dalla persona di Cristo, dal suo mistero pasquale che non è soltanto un insieme di proposizioni, quanto piuttosto un evento che si dispiega nelle relazioni di Dio con l'uomo e con il mondo e dell'uomo con Dio e con il mondo per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo.

Di conseguenza occorre fare proprio l'insegnamento di San Paolo: "Fratelli santi, partecipi di una vocazione celeste, fissate bene lo sguardo in Gesù, l'apostolo e sommo Sacerdote della fede che noi professiamo" ( Eb 3,1 ).

In questi tempi caratterizzati dal cambiamento e dalla trasformazione continui, sempre più coinvolgenti l'uomo e la vita umana, sia individuale che sociale, occorre tenere saldamente per fermo l'insegnamento di San Paolo:

"Gesù Cristo è lo stesso: ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine, perché è bene che il cuore venga rinsaldato dalla grazia, non da cibi che non hanno mai arrecato giovamento a coloro che ne usarono" ( Eb 13,8-9 )

5. Rapporto tra fede e cultura.

Il tema della perseveranza comporta il tema dei rapporti tra fede e cultura.

Tra vita cristiana e cultura, tema fondamentale per la stessa formazione cristiana.

Cultura, cioè tutto ciò che concorre a plasmare l'uomo in quanto uomo: stili di vita, atteggiamenti, rapporti, organizzazione della vita, tutto ciò attraverso cui l'uomo si esprime, si costruisce, si relaziona.

In particolare con ciò che lo interessa, per esempio, la vita personale, la famiglia, la società, il lavoro.

La Gaudium et spes afferma ed elenca cinque dimensioni possibili dello sviluppo umano:

- la coltivazione dei propri doni intellettuali e fisici;

- il dominio della terra mediante la ricerca e il lavoro ( qui vengono incluse le sfere moderne della scienza e della tecnologia );

- gli sforzi per umanizzare la società e la vita familiare mediante tradizione e istituzione;

- l'autoespressione spirituale e le grandi concezioni umane ( che unisce il mondo dell'arte con quello della fede religiosa );

- la custodia e la comunicazione di visioni illuminanti della vita per il "progresso dell'umanità".

Paolo VI nella Evangelii nuntiandi ( 1965 ) ha fissato per l'evangelizzazione della cultura tre punti chiave.

- Trasformare le culture significa andare alle loro radici.

- Il vangelo è indipendente dalla cultura, ma il regno da esso proclamato va vissuto dagli uomini all'interno delle loro realtà culturali.

- Il "dramma della nostra epoca sta nella divaricazione tra la cultura e il vangelo, oggi l'eliminazione di questa rottura è la dimensione essenziale dell'evangelizzazione".

6. Inculturazione della fede.

Giovanni Paolo II, dopo aver affermato che la cultura viva, comprendente l'insieme dei principi e dei valori che costituiscono l'ethos di un popolo, conclude: "la sintesi tra cultura e fede non è solo un'esigenza della cultura, ma anche della fede …

Una fede che non diventa cultura non è pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta" ( 20 marzo 1982 ).

Il Papa ha sempre incentrato la sua attenzione sul tema del discernimento affermando che la fede dovrebbe diventare cultura, cioè la base per poter parlare di cultura cristiana.

Egli ha parlato della necessità di occuparsi delle "nuove" culture, delle nuove generazioni, di prestare attentamente ascolto alle speranza e aspirazioni latenti degli uomini odierni e di farlo con ammirazione e anche con chiaro senso di discernimento.

Nelle parole del Papa ricorre spesso l'espressione "discernimento spirituale" per indicare una valutazione dei tratti della disponibilità alla fede e delle fonti di vicinanza ad esse.

Si tratta insomma di scoprire il "linguaggio" adatto per arrivare al cuore della gente; ciò viene descritto come "un progetto culturale ed evangelico di primaria importanza".

Ciò richiederebbe, in primo luogo, la ricerca e il discernimento sulle influenze positive e negative delle culture dominanti moderna e postmoderna sul processo educativo con particolare riguardo alla vita sociale e del lavoro.

7. Discernimento nella cultura moderna.

Con il discernimento in Cristo occorre valutare l'attuale cultura come portatrice di "valori positivi" che possono preparare le persone al messaggio del Vangelo ed essere addirittura fondati nell'amore di Dio.

La rivelazione di Dio, non essendo un potere magico, ma una parola affidata all'uomo, ha bisogno di essere costantemente comunicata in nuove situazioni.

Il discernimento comporta l'esame della cultura viva, o di ciò che viene proposto come tale, per verificarne gli influssi umanizzanti o disumanizzanti sulle persone.

Il compito di interpretare le culture mediante il discernimento ha tre caratteristiche: cerca di comprendere le situazione locali e le mentalità emergenti; si propone di preparare e servire l'evangelizzazione; non disdegna di criticare l'oppressione culturale e la presenza di un'anticultura.

In un periodo caratterizzato da profondi cambiamenti della mentalità e in cui molti cambiamenti culturali rimangono ancora insensibili al Vangelo il problema è quello di scoprire come rendere il messaggio della Chiesa accessibile alle nuove culture e alle forme di intelligenza e sensibilità.

Secondo Giovanni Paolo II "sostenere che la fede deve diventare cultura" significa semplicemente che il Vangelo deve permeare l'ethos di un popolo, i suoi atteggiamenti essenziali, le sue istituzioni e tutte le sue strutture.

8. Perseveranza e cambiamenti nella nostra cultura

Un cambiamento sempre più accelerato e coinvolgente connota i tempi attuali.

Cambiamento di mentalità, di stili di vita, di scale di valori, di rapporti politici, economici, sociali, istituzionali, cambiamento di esperienze di vita e di lavoro.

Cambiamento come mutazione nel rapporto tra fede e cultura, tra l'uomo e Dio, tra l'uomo e il mondo e la storia, cambiamento nel modo di concepire l'uomo e la società.

Cambiamento espressione di un'operatività sempre più caratterizzata da considerazioni scientifico-tecnologiche.

Cambiamenti che richiedono adeguamenti e mutazioni costanti di analisi e di progettualità.

Cambiamenti da accettare per quanto propone e persegue per la vita dell'uomo e delle comunità umane, cambiamento che va motivato e regolato ed eventualmente corretto alla luce del messaggio di cui dobbiamo farci testimoni, specialmente in rapporto alla promozione dell'uomo, al riconoscimento della sua vita, al suo inserimento negli ambienti di vita e di lavoro, nella comunità ecclesiale.

Di fronte a fenomeni di cambiamento così ampi e coinvolgenti, come gli attuali, si devono mobilitare le aspirazioni più profonde, le motivazioni dominanti, le risorse di ispirazione e di lavoro di ciascun gruppo e di ciascuna proposta educativa.

Non per alimentare le conflittualità tra le presenze in campo, ma per arricchirle a vicenda l'una con il contributo dell'esperienza dell'altra, ciò secondo la logica di una benefica attuazione del pluralismo formativo ed educativo.

pane sole aria dignità scienza virtù