Ricordo di un discepolo di fr. Teodoreto

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Nel cinquantesimo anniversario della morte del ven. fr. Teodoreto sono state rilevate, in più occasioni, le sue doti di formatore e di direttore spirituale, con particolare riguardo al mirabile discernimento con cui sapeva orientare i giovani a conoscere e seguire la loro vocazione di vita.

Sono state stimate in almeno 80 le chiamate al sacerdozio o alla vita religiosa da Lui suscitate e coltivate nella preghiera e nella paterna attenzione ai giovani interessati, aiutandoli a saper discernere nella loro coscienza i segni della volontà di Dio.

Uno di questi giovani è stato don Luigi Franco-Carlevero, nato il 23 gennaio 1924 e deceduto il 15 luglio 1996, e il ricordarlo su questo bollettino dopo vari anni dalla sua morte valga un po' come ammenda per non averlo fatto prima.

Don Luigi frequentò la scuola elementare di Santa Pelagia, in Torino, via delle Rosine 14, durante il direttorato di fr. Teodoreto.

E questi, notata l'indole umile e buona di questo suo allievo, lo invitò ad iscriversi all'Unione Catechisti, ottenendone la piena adesione.

Possiamo immaginare con quanto zelo ed entusiasmo il piccolo Luigi seguisse le meditazioni del suo direttore, e con quale affetto e trasporto interiore adorasse Gesù Crocifisso, avvalendosi della Divozione alle Cinque Piaghe, tanto consigliata, sostenuta e diffusa dal maestro.

La vocazione al sacerdozio fu avvertita molto presto da Luigi, ne parlò a fr. Teodoreto, che lo esortò a ringraziare il Signore e a seguire la sua chiamata.

Da adulto don Luigi mi confidò di tenere ben impresse nel cuore quelle esortazioni di fr. Teodoreto, ancora ammirato dall'obiettività con cui assecondava la sua inclinazione, per nulla prospettandogli alternative, come la consacrazione di Catechista nella sua Unione, o di Fratello nella sua congregazione.

Ricordo la cerimonia della sua vestizione come chierico, nella sua parrocchia, la Gran Madre di Dio, con quale determinazione e risolutezza indossò quell'abito talare, che l'avrebbe accompagnato per tutta la vita.

Ma soprattutto l'accompagnò la grazia di stato ecclesiastico e il don Luigi Franco-Carlevero carattere sacerdotale, ricevuto alcuni anni dopo, cui fu sempre fedelissimo, e che in Lui fruttificò abbondantemente.

Vice parroco a Buttigliera Alta, poi vicario economo a Castagneto Po, quindi per molti anni vice parroco alla Gran Madre, infine parroco a Malanghero, frazione di S. Maurizio Canavese, oltre ad altre incombenze, come quella di insegnante di religione nella scuola Birago, sempre si prestò con dedizione, disinteresse e disponibilità di servizio a tutti, zelante nell'annuncio del Vangelo ed esemplare per l'amore a Gesù che diffondeva tra i fedeli.

Schietto e semplice di carattere - sulla sua semplicità non mancavano alcune battute di spirito da parte dei suoi compagni di seminario, che però si volgevano sempre a sua lode, come quella che sarebbe "nato senza peccato originale", il che è tutto dire - ma intraprendente e realizzatore, come nella risistemazione della chiesa e del salone parrocchiale di Malanghero, per non dire delle molte persone da Lui aiutate a trovare lavoro o a superare difficoltà.

Ciò che emergeva in Lui era l'anelito alla santità.

E non solo per inclinazione, come mi fa ricordare l'impressione che ebbero di Lui i parrocchiani al suo ingresso in Malanghero: "A l'à la facia d'en sant" ( ha il volto di un santo ), sentivo bisbigliare tra la folla.

La pienezza dell'amore di Dio e del prossimo era il suo costante impegno e la sua continua dedizione.

Sono molti gli episodi a testimonianza di tale sua ascesi interiore e pastorale.

Mi limito a ricordare una Via Crucis tra le strade di Malanghero la sera di un Venerdì Santo, animata da alcuni catechisti dell'Unione, con recita finale dell'Adorazione a Gesù Crocifisso ( seguita poi dalla refezione serale agli ospiti animatori, con la più generosa prodigalità consentita da quel giorno di digiuno ).

D'altra parte la sua liberalità era a dir poco commovente: non si lasciava mai la casa parrocchiale di Malanghero senza uova, o frutta o verdura.

Nella sua modestia e umiltà, il suo grande amore a Gesù Crocifisso e a Maria Immacolata brilla tuttora di luce vivissima, anche come riflesso di uno dei suoi primi maestri spirituali, fr. Teodoreto.