Padre Arturo Maria Piombino

B292-A7

( 2.6.1906 - 23.2.1990 )

Nel centesimo anno dalla nascita

Ricorre quest'anno il centenario della nascita di Padre Arturo Maria Piombino, intimo amico e direttore spirituale del ven. fratel Teodoreto, e conosciuto e stimato da diversi membri dell'Unione Catechisti

Padre Arturo al termine della sua vita terrena si è « addormentato tra le braccia di Gesù e di Maria, per salire in Cielo », come egli soleva dire in occasione della morte di qualcuno.

Questo carissimo padre Barnabita era strettamente legato all'Unione Catechisti e alla Casa di Carità essenzialmente per la guida spirituale su fr. Teodoreto negli ultimi anni della vita di questi.

A tale riguardo è opportuno ricordare come sia avvenuto il loro incontro, secondo la narrazione del dr. Tessitore, già presidente dell'Unione: « Un giorno il padre Piombino era andato dai Fratelli delle Scuole Cristiane nella comunità dove abitava fr. Teodoreto.

Era là per ragioni di ministero e dopo le funzioni si intratteneva, com'era sua abitudine, a discorrere con la comunità.

I suoi discorsi però vertevano sempre su cose spirituali, anche durante le ricreazioni e mai, come si usa, sui fatti del giorno o su argomenti "leggeri".

I Fratelli lo stavano ascoltando e anche interrogando con vivo interesse, come avviene quando si sente che l'interlocutore parla in pienezza di cuore.

Fra gli uditori c'era anche fr. Teodoreto, con le orecchie tese e la più viva attenzione.

Egli notò subito che il Padre citava spesso Gesù e Maria con molta familiarità e affetto, e decise di mettersi sotto la sua direzione spirituale, anche se prima di allora non lo aveva mai visto.

Evidentemente i santi sono tutti in sintonia e si riconoscono presto.

Parecchi catechisti imitarono fr. Teodoreto e chiesero al Padre di dirigere anche loro.

Il Padre acconsentì.

Da allora in poi egli venne frequentemente all'Unione Catechisti e alla Casa di Carità come confessore e direttore spirituale.

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Padre Piombino nacque a Genova il 2/6/1906 da una antica famiglia genovese, e fu persona di tratto finissimo e di una educazione e disponibilità singolarissime, che facevano trovare a loro agio tutti gli interlocutori.

Numerose persone si sono affidate ai suoi consigli e alla sua direzione spirituale, nella quale era veramente maestro.

Alla sua guida sono ricorse parecchie anime mistiche, spesso dotate di particolari carismi, come suor Caterina Martini e suor Consolata Betrone, oltre al nostro fr. Teodoreto.

All'età di vent'anni, dopo gli studi ginnasiali e liceali frequentati a Genova, fu ammesso al noviziato barnabita di Monza.

Conseguita la laurea, prima in sacra teologia, e poi in lettere all'Università di Torino, prestò il suo servizio religioso, per più di metà della sua vita, al Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri ( To ), ricoprendo in quella istituzione tutti i ruoli gerarchici: professore, vicerettore ed infine rettore, incarico quest'ultimo che mantenne per più di vent'anni.

Ebbe anche ad espletare la carica di superiore provinciale dei Padri Barnabiti.

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Padre Piombino in particolare è stato portatore di un messaggio spirituale non privo di esperienze mistiche, in ordine al quale riportiamo stralcio da quanto pubblicato da un settimanale cattolico di Genova nel 1990, anno della sua morte: « Nel periodo nel quale si trovava nella posizione di superiore ecclesiastico competente, in quanto provinciale dei Barnabiti, presso una casa di formazione per fratelli laici, da lui consacrata, nell'Anno Mariano voluto da Pio XII, al Cuore Immacolato di Maria, ebbero inizio una serie di fatti importantissimi, legati alla proclamazione del dogma della Assunta, che sono attualmente all'esame di una apposita commissione della Casa Generalizia dei Padri Barnabiti.

A partire da questo momento, intorno alla metà degli anni cinquanta, padre Piombino, come tutti coloro che sono scelti per particolari missioni, ha vissuto sulla sua pelle tutte le beatitudini, nello sforzo di ottenere che la sua testimonianza, anche diretta, fosse esaminata dall'autorità canonica, nei confronti della quale ebbe sempre un'obbedienza e una fiducia che non è esagerato definire eroiche.

Il suo sforzo costante fu rivolto a rimettere ogni questione nelle mani dei superiori religiosi e della Santa Sede, evitando rigorosamente ogni forma di pubblicità, con rispetto puntiglioso della gerarchia ecclesiastica, da lui considerata fermamente la sola valida interlocutrice.

È da ricordare che, in questo suo ultimo e difficile compito, padre Piombino fu sostenuto ed apprezzato dai Cardinali Pietro Lercaro e Giuseppe Siri, che gli affidò il santuario di Sant'Alberto in Sestri Ponente, ed Anastasio Ballestrero, che gli diede la grande gioia di concedergli di inaugurare, nella chiesa di S. Barbara, in Torino, un altare dedicato a Nostra Signora delle Spine, titolo mariano a lui particolarmente caro.

Visse fino all'ultimo nel rigorosissimo rispetto anche delle minime incombenze della vita religiosa e comunitaria che, al di là dei grandi avvenimenti che dovette affrontare, ebbe sempre il primato assoluto nella sua esistenza, che validamente può essere proposta oggi come modello soprattutto ai sacerdoti e ai religiosi.

Non molto tempo prima di morire disse ad un parente: « Ci sono tante persone che si rovinano e perdono la testa per una donna, io per la Madonna! ».

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Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo direttamente conserva nel cuore la mitezza del suo carattere e del suo volto sereno sul quale aleggiava un suo inconfondibile tenue sorriso.

Ai giovani lavoratori, come ero io quando frequentava la Casa di Carità, egli soleva dire: "Ripeti spesso durante la giornata: 'Gesù fa tutto tu per me", e per aiutarci ad affidarci totalmente a Gesù e a Maria ci portava degli esempi semplici, alla nostra portata.

Nelle attività umane, ci diceva, ci sono tanti specialisti, nelle officine come negli ospedali e in ogni altro settore.

Chi ha male ai denti si rivolge per essere guarito al dentista, perché è il dentista lo specialista.

Gesù, ci diceva, è lo specialista dell'anima; a Lui occorre rivolgersi per essere guariti da ogni male dell'anima perché Lui ne rimuove la causa che è il peccato, e ci rende creature nuove.

Un altro esempio che padre Piombino solitamente ci portava era quello della penna nella mano dello scrittore e dei guanti nelle mani del chirurgo.

Ci insegnava attraverso questi esempi ad essere totalmente docili nelle mani di Dio, che vuol fare di noi un capolavoro.

Come è docile la penna in mano allo scrittore, così dobbiamo essere noi nelle mani di Dio.

Se la penna si rifiutasse di essere docile e si impuntasse, lo scritto non ci potrebbe essere.

Noi siamo la penna, Lui è lo scrittore, uno scrittore che si avvale della penna e d'altra parte la penna, che siamo noi, non segnerebbe nulla senza lo scrittore che è Dio.

Analogamente un chirurgo senza l'uso dei guanti non opera.

Apparentemente sono stati i guanti a compiere l'intervento, ma in realtà senza le mani del chirurgo i guanti sarebbero stati totalmente inerti.

Noi, concludeva il padre, dobbiamo essere totalmente docili nelle mani di Dio come sono docili i guanti nelle mani del chirurgo.

Ora, ne sono certo, dal Cielo continua a intercedere per noi presso l'Immacolata, da lui onorata con il titolo di Nostra Signora delle Spine, affinché possiamo essere sempre e totalmente docili come guanti nelle mani di Gesù, il divino "primario", che può e vuole renderci belli, puri e pronti per il Paradiso.

Lassù padre Arturo Maria Piombino ci ha preceduti e ivi noi pure siamo diretti per contemplare e adorare in eterno l'Agnello immolato e risorto, nel fulgore della sua gloria, insieme agli Angeli e a tutti i salvati.