Fr. Gustavo, discepolo di fr. Teodoreto

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Riportiamo la commemorazione di fr. Bruno Bordone, che sostanzialmente ricalca il suo articolo pubblicato su "La Voce del Popolo" del 2 luglio u.s., per tenerne sempre viva la memoria, nella conoscenza della sua vita, feconda di opere e frutti spirituali, e luminosa per molti catechisti, allievi, sposi del Gruppo Famiglia e operatori di volontariato.

- Fratel Bruno Adelco Bordone -

In una afosa giornata d.estate di dieci anni fa, il 10 luglio del 1996, moriva fratel Gustavo ( al secolo Luigi Furfaro ) dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

Il 9 luglio alle 10, alla Messa del Povero, presso il Centro Andrea in largo Tabacchi a Torino, fratel Gustavo è stato ricordato con una solenne celebrazione.

Fratel Gustavo ha lasciato un segno indelebile sia nel mondo lasalliano sia nella città di Torino, per le svariate attività a cui si è dedicato in vita.

Cominciò come insegnante nelle istituzioni lasalliane, rivelandosi esperto docente di lettere e sensibile educatore nella formazione civile e cristiana dei giovani.

Nelle scuole lasalliane fu anche preside e direttore, rivelando una competenza che lo portò a compiti più impegnativi nella Provincia religiosa dei Fratelli.

La sua fine sensibilità religiosa lo indusse ad approfondire la figura e l'opera di fratel Teodoreto Garberoglio, fondatore dell'Unione Catechisti e della Casa di Carità per la formazione professionale di giovani.

Divenne così assessore dell'Unione Catechisti, carica che lo portò a occuparsi sempre più delle attività dell'Unione stessa con proposte e innovazioni, come il progetto del regolamento per i giovani catechisti e l'istituzione della Crociata della Sofferenza, attraverso questo bollettino che per più anni lui stesso ha redatto.

Seguì con competenza ed entusiasmo l'attività della Casa di Carità Arti e Mestieri nella sede centrale, di corso Brin in Torino, e nelle succursali che man mano si aprivano, anche per la sua attività promotrice.

Suo compito particolare fu quello di curare la formazione cristiana dei giovani per avviarli, con una identità completa, nel mondo del lavoro.

La sua presenza favoriva la pienezza della missione umana e cristiana, che è la caratteristica educativa dei corsi professionali alla Casa di Carità.

Tra le iniziative di fratel Teodoreto, d'intesa con le Figlie della Carità, vi era l'« Opera Messa del Povero », per l'assistenza e l'orientamento di coloro che vivono ai margine della società: un tempo i « barboni », ora gli marginati dalla società e gli extracomunitari.

Fratel Gustavo sentì una forte attrattiva per quest'opera, per la quale adattò una nuova sede, denominata « Centro Andrea », riconoscendola come attualizzazione della sua vocazione.

Per 30 anni vi spese le sue energie, in particolare garantendo una presenza costante ogni fine settimana.

Sua prima attenzione furono i giovani volontari e volontarie nei quali ha saputo sviluppare il germe della solidarietà verso i derelitti, i dimenticati, coloro che le circostanze della vita hanno portato a vivere ai margini della società.

Erano i Volt ( Volontari Lasalliani Torinesi ), il gruppo dei suoi figli spirituali che ha assicurato il rifiorire della Messa del Povero passando dalla vecchia e angusta sede di via Colombini a quella attuale di largo Tabacchi.

Sono stati proprio questi giovani, i « suoi » giovani, che hanno dato una svolta all'Opera indirizzandola alle esigenze attuali della società, sempre in connessione con l'Unione Catechisti.

È stato per merito di fratel Gustavo e della sua influenza in città se l'aiuto in denaro, suppellettili, derrate non è mai mancato a una realtà che vive solo di Provvidenza.

La carità per fratel Gustavo era dimensione di vita che contagiava chiunque lo avvicinava: conquistava i giovani e sensibilizzava enti e privati per assicurare continuità alla sua opera.

Per la profonda preparazione culturale e religiosa fu nominato Ausiliare del Visitatore della Provincia di Torino dei Fratelli delle Scuole cristiane.

I giovani fratelli lo ricordano per le iniziative intraprese nel campo della loro formazione.

Erano i tempi susseguenti alla contestazione e tanti vedevano in lui un richiamo forte a perseverare nella chiamata di Dio, controcorrente.

Tanti, inoltre, ricordano le iniziative di fratel Gustavo per impostare l'animazione comunitaria nel momento in cui la regola dei Fratelli promosse un nuovo volto della comunità: dalla gestione piramidale fondata sull'obbedienza, a quella partecipativa in piena corresponsabilità nelle scelte di vita e nella programmazione educativa.

Ancora oggi si fa riferimento ai suoi opuscoli di animazione comunitaria come a modelli di attualità.

Anche la Chiesa torinese si accorse delle sue doti di uomo di preghiera e di cultura, e lo volle partecipe di alcuni organismi diocesani.

Inoltre gli affidò l'incarico di postulatore delle cause dei santi e fu svolgendo questo compito che ebbe la gioia di vedere proclamato beato il giovane Pier Giorgio Frassati e il venerabile fratel Teodoreto.

Al momento della sua scomparsa aveva in corso altre cause di Servi e Serve di Dio torinesi, tra cui quella di fratel Luigi Bordino del Cottolengo e Flora Manfrinati.

A dieci anni dalla morte il suo ricordo è ancor vivo in chi lo ha conosciuto e soprattutto in chi lo ha avuto come docente o animatore di volontariato.

Ringraziamo Dio per avercelo dato come modello e ispiratore di nuove iniziative per i poveri, come orientatore e consolatore di coscienze, come apostolo del messaggio di Fratel Teodoreto e delle sue opere.