La Croce e la Gloria di Gesù nella liturgia

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Stralcio dal messaggio quaresimale del Card. Poletto

« È bello per noi stare qui » ( Mc 9,5 ).

La Trasfigurazione è esperienza fugace per i discepoli, ma è preparazione a quel momento in cui dovranno sperimentare la dura prova della Croce, per riconoscere nel Volto sofferente e sanguinante del Maestro quello stesso Volto che avevano contemplato trasfigurato sul monte.

Dal Tabor al Calvario: ecco il cammino che la liturgia ci invita a fare per immergerci nella Pasqua di Gesù, che è Mistero di morte e risurrezione.

La liturgia ci invita a vedere Gesù nella sua luce di risorto, che si presenta a noi con i segni della sua passione: mistero del tutto della gloria espresso nel nulla della croce.

Per questo motivo, sul Tabor come a Emmaus, la presenza del Signore si manifesta e subito scompare, perché nessuno si illuda di aver già conquistato una conoscenza totale.

Il Signore resta l'ineffabile e il trascendente.

Nella liturgia sono molti i segni che tengono insieme la Gloria e la Croce.

Pensiamo alla ricchezza simbolica del cero nella Veglia pasquale, che attraversa in processione l'aula della chiesa, ripercorrendo lo stesso tragitto della croce del venerdì santo, indicando già che la risurrezione renderà la croce albero di vita, luminoso e fiorito.

Nel segno sacramentale questo è richiamato dalla celebrazione eucaristica, quando la visione dell'ostia bianca, elevata e offerta nel momento della consacrazione, spezzata e condivisa nel rito di comunione, orienta il nostro sguardo di fede adorante sull'Agnello di Dio, immolato sulla croce e glorioso in cielo.

Pensiamo alla ricchissima tradizione iconografica relativa alla croce e al crocifisso: dalla croce gloriosa e gemmata al Crocifisso vivente, la croce appare come ancora di salvezza, chiave che spalanca le porte del paradiso e degli inferi, corona di Luce che illumina chi sta nelle tenebre.

Il cero, il pane, la croce: nella liturgia tutti i segni della vita e della storia salvifica sono convocati insieme per dare corpo alla fede nel Dio della Croce e della Gloria.

Tutto è chiamato a narrare la bellezza del Signore crocifisso e risorto.