La beatitudine degli operatori di pace

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- Don Rodolfo Reviglio -

La Beatitudine della pace è sentita in tutto il mondo, in tutti i paesi, come una necessità assoluta, come una realtà da non perdere; il motivo fondamentale di questa tensione verso la pace lo si trova proprio nel fatto che oggi la pace - a tutti i livelli: dalle famiglie alle istituzioni sociali, dalle nazioni fino a interi continenti - è un bene molto necessario ma sempre più difficile da ottenere, perché moltissimi, quasi tutti, cercano il proprio benessere a qualsiasi costo, mentre l'attenzione ai poveri e a chi non la pensa come noi è di pochissimi.

Per di più, conosciamo tanti e svariati motivi che conducono a combattersi, a farsi la guerra ( non solo con le armi, ma anche con la politica e con l'economia, con gli strumenti della comunicazione: giornali e televisioni ): qui entrano in gioco le classi sociali, il bisogno di lavoro e di soldi, l'affermazione del proprio prestigio; ma anche la diversità delle razze, delle religioni, delle lingue, delle alleanze politiche, sindacali, culturali … e via discorrendo!

Stiamo attraversando un'epoca di infinite tensioni, e se molti desiderano e cercano la pace, è anche vero che ben pochi conoscono - e vogliono seguire anche con sacrifici - le vere regole e le vie della pace, di una pace che non consista solo nel non farsi la guerra, ma prima ancora nel cercare tutti, con buona volontà e spirito di fratellanza, le regole di una comunione autentica.

Dopo questa introduzione necessaria, affrontiamo adesso "un aspetto della pace che sia più vicino ai nostri problemi e alle nostre situazioni": come vivere la beatitudine della pace - anzi: come riuscire a costruire la vera pace secondo il Vangelo - all'interno della nostra famiglia, della nostra parentela, delle nostre amicizie, del nostro ambiente di lavoro, della nostra casa, delle nostre associazioni, del nostro borgo o paese.

Innanzitutto, non scantoniamo, non chiudiamoci in un nostro egoismo che ci fa evitare le occasioni difficili: apriamoci a una vera, sincera e generosa volontà di diventare ed essere, come ha detto Gesù, "operatori di pace".

La pace non è un bene che si trova, ma un bene da costruire, edificare tutti i giorni.

Le persone che si chiudono nel loro egoismo e cercano di scansare ogni rapporto un po' difficile non sono operatori di pace: la pace, magari, la cercano e ne godono: ma non la costruiscono con la loro buona volontà, con i loro sacrifici, con i loro servizi e con un dialogo veramente amichevole e costruttivo.

Gesù l'ha detto chiaro: la pace va costruita ( "Beati gli operatori di pace" ). ( Mt 5,9 )

I così detti pacifici sono, di solito, dei perfetti egoisti, degli scansafatiche, persone che si chiudono in se stesse e non edificano la fraternità e la comunione.

La pace va voluta e cercata, utilizzando alcune condizioni:

1. sapere ascoltare gli altri, non solo lasciandoli parlare, ma cercando di capirli; quindi, interrogando - ma non con tono di sfida, bensì con umiltà - in modo da creare un vero stile di dialogo rispettoso e sincero da entrambe le parti;

2. cercare di costruire insieme la vera risposta al problema ( che non è tanto di teoria, ma di pratica, di modo di vivere ) e mettendosi a totale disposizione per ottenere piena convinzione e armonia;

3. sapersi correggere, quando si trova che l'altro ha ragione ( e ringraziarlo ): tutto con umiltà e affabilità;

4. saper anche correggere l'interlocutore, purché ciò venga fatto con umiltà e con bei modi: mettendo in evidenza, prima, gli aspetti positivi, e poi sottolineando quelli negativi, e mettendosi a disposizione per collaborare.

Tutto questo stile richiede una buona disponibilità alla croce, a sentirsi correggere accettando la correzione ( e ringraziando ).

Se si vuole avere ragione ad ogni costo e si vuole fuggire l'eventualità di ammettere il proprio errore o il proprio torto, la pace non si costruisce; ma allora siamo anche noi responsabili del non raggiungimento della pace.

Nel caso in cui è l'altro che non vuole accettare la verità della pace, occorre al tempo stesso molta fermezza nel difendere la verità ( purché si sia veramente dalla parte della verità e della bontà ) e molta pazienza, non pretendendo che si arrivi subito a una piena intesa; a volte il cammino è lungo e faticoso, e richiede una vera, e umile, capacità e volontà di realizzare la pace.

Si potrebbe continuare ancora a portare considerazioni ed esempi, ma non è necessario.

Ognuno abbia la buona volontà e la pazienza di imparare, poco per volta, a dialogare in vista della verità e della pace, cioè di una pace che nasca dalla verità e dall'amore!

E qui concludiamo, con le parole di Gesù: « beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio ». ( Mt 5,9 )

Sì, perché la pace fa parte dell'Essere Infinito Amore, cioè dell'essere veramente Dio, e Dio ama avere noi come Suoi figli, e affermarlo con tutto il Suo amabilissimo Cuore!

Dono dell'ulivo, segno della pace