Passio Christi, passio Hominis

B306-A6

SS. Benedetto XVI al Cottolengo richiama il messaggio dell'ostensione della Sindone.

1. La parola del Papa.

È ancora la parola del Papa a guidare le nostre riflessioni sul valore salvifico della sofferenza, se sopportata con Gesù, e per amor suo.

E la ricaviamo da alcuni tratti del messaggio da Lui pronunziato il 2 maggio, nel Cottolengo, la Piccola Casa della Divina Provvidenza, nel corso della sua venuta a Torino per venerare la Sindone.

In perfetta consonanza con i riferimenti sindonici, Benedetto XVI ha sottolineato la profonda carità di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, a servizio dei poveri e dei sofferenti, e il suo illimitato abbandono alla divina Provvidenza.

2. La dedizione per i poveri ed i sofferenti.

« San Cottolengo, pur attraversando nella sua vita momenti drammatici, mantenne sempre una serena fiducia di fronte agli eventi; attento a cogliere i segni della paternità di Dio, riconobbe, in tutte le situazioni, la sua presenza e la sua misericordia e, nei poveri, l'immagine più amabile della sua grandezza.

Lo guidava una convinzione profonda: "I poveri sono Gesù - diceva - non sono una sua immagine.

Sono Gesù in persona e come tali bisogna servirli.

Tutti i poveri sono i nostri padroni, ma questi che all'occhio materiale sono così ributtanti sono i nostri padronissimi, sono le nostre vere gemme.

Se non li trattiamo bene, ci cacciano dalla Piccola Casa.

Essi sono Gesù".

San Giuseppe Benedetto Cottolengo sentì di impegnarsi per Dio e per l'uomo, mosso nel profondo del cuore dalla parola dell'apostolo Paolo: La carità di Cristo ci spinge ( 2 Cor 5,14 ).

Egli volle tradurla in totale dedizione al servizio dei più piccoli e dimenticati.

Principio fondamentale della sua opera fu, fin dall'inizio, l'esercizio verso tutti della carità cristiana, che gli permetteva di riconoscere in ogni uomo, anche se ai margini della società, una grande dignità.

Egli aveva compreso che chi è colpito dalla sofferenza e dal rifiuto tende a chiudersi e isolarsi e a manifestare sfiducia verso la vita stessa.

Perciò il farsi carico di tante sofferenze umane significava, per il nostro Santo, creare relazioni di vicinanza affettiva, familiare e spontanea, dando vita a strutture che potessero favorire questa vicinanza, con quello stile di famiglia che continua ancora oggi.

Recupero della dignità personale per san Giuseppe Benedetto Cottolengo voleva dire ristabilire e valorizzare tutto l'umano: dai bisogni fondamentali psicosociali a quelli morali e spirituali, dalla riabilitazione delle funzioni fisiche alla ricerca di un senso per la vita, portando la persona a sentirsi ancora parte viva della comunità ecclesiale e del tessuto sociale.

Siamo grati a questo grande apostolo della carità perché, visitando questi luoghi, incontrando la quotidiana sofferenza nei volti e nelle membra di tanti nostri fratelli e sorelle accolti qui come nella loro casa, noi facciamo esperienza del valore e del significato più profondo della sofferenza e del dolore. »

3. Vivere la sofferenza in unione con Cristo crocifisso e risorto.

« Cari malati, voi svolgete un'opera importante: vivendo le vostre sofferenze in unione con Cristo crocifisso e risorto, partecipate al mistero della sua sofferenza per la salvezza del mondo.

Offrendo il nostro dolore a Dio per mezzo di Cristo, noi possiamo collaborare alla vittoria del bene sul male, perché Dio rende feconda la nostra offerta, il nostro atto di amore.

Cari fratelli e sorelle, tutti voi che siete qui, ciascuno per la propria parte: non sentitevi estranei al destino del mondo, ma sentitevi tessere preziose di un bellissimo mosaico che Dio, come grande artista, va formando giorno per giorno anche attraverso il vostro contributo.

Cristo, che è morto sulla Croce per salvarci, si è lasciato inchiodare perché da quel legno, da quel segno di morte, potesse fiorire la vita in tutto il suo splendore.

Questa Casa è uno dei frutti maturi nati dalla Croce e dalla Risurrezione di Cristo, e manifesta che la sofferenza, il male, la morte non hanno l'ultima parola, perché dalla morte e dalla sofferenza la vita può risorgere.

Lo ha testimoniato in modo esemplare uno di voi, che voglio ricordare: il Venerabile fratel Luigi Bordino, stupenda figura di religioso infermiere.

In questo luogo, allora, comprendiamo meglio che, se la passione dell'uomo è stata assunta da Cristo nella sua Passione, nulla andrà perduto.

Il messaggio di questa solenne Ostensione della Sindone: "Passio Christi – Passio hominis", qui si comprende in modo particolare.

Preghiamo il Signore crocifisso e risorto perché illumini il nostro pellegrinaggio quotidiano con la luce del suo Volto; illumini la nostra vita, il presente e il futuro, il dolore e la gioia, le fatiche e le speranze dell'umanità intera.

A tutti voi, cari fratelli e sorelle, invocando l'intercessione di Maria Vergine e di san Giuseppe Benedetto Cottolengo, imparto di cuore la mia benedizione: vi conforti e vi consoli nelle prove e vi ottenga ogni grazia che viene da Dio, autore e datore di ogni dono perfetto.

Grazie! »

4. Offerta delle sofferenze per le vocazioni sacerdotali, religiose e secolari.

Le profonde e consolanti riflessioni del Papa ci siano di conforto nel dolore, conferendoci quella serenità spirituale dell'unione con Dio, che è forza e sostegno anche nella prova, e ci dona la pace.

E secondo le finalità della presente Crociata, offriamo noi stessi e le nostre tribolazioni a Gesù, pregando il Padre che mandi tanti operai alla sua messe, per intercessione della Vergine dolorosissima.