La beatitudine della persecuzione

B307-A8

- Can. Rodolfo Reviglio -

Con questa Beatitudine Gesù chiude il suo stupendo programma che illustra il Regno di Dio.

Come abbiamo già avuto modo di riflettere, ci siamo resi conto che queste otto Beatitudini sono come otto autoritratti che Gesù fa di Se stesso: l'ultimo - l'ottavo - conclude la Sua vita terrena di Evangelizzatore e di Buon Pastore, proprio perché si riferisce alla Sua crocifissione, che ha segnato la condanna a morte e il sacrificio cruento della Sua vita.

Con la Risurrezione, ha inizio la vita gloriosa di Gesù Cristo, che continua ancora oggi, che durerà per tutta l'eternità e alla quale speriamo tutti di arrivare per "vivere in Dio" nei secoli dei secoli.

Questa ottava e ultima Beatitudine ha un suo significato specifico: se le prime sette Beatitudini, come abbiamo visto, manifestano la sostanza della vita e della missione di Gesù Figlio di Dio fatto Uomo, quest'ultima non solo fotografa ( si fa per dire … ) la conclusione della vita e della missione di Gesù ( che si concluderà con la Risurrezione ), ma ci attira alla piena attuazione di tutte le precedenti Beatitudini.

Abbiamo visto, infatti, che ogni Beatitudine contiene un'esigenza di fedeltà a Gesù e al Vangelo, con la condizione di accettare la croce e di sottoporvisi con amore e fedeltà.

Certamente, sono relativamente una minoranza i cristiani che vengono perseguitati e terminano la loro vita con il martirio, ma la dimensione della croce è un Assoluto nel progetto di Dio: nessuno può sottrarsi alla sofferenza, al dolore ( a volte atroce ), al ricevimento di accuse, ingiurie, calunnie, emarginazioni …

Non esiste cristiano vero che non abbia a subire offese, sofferenze, ingiustizie!

É proprio la sublimità e lo splendore della santità evangelica ad attirare - sebbene non come è avvenuto per Gesù - una prova di sofferenza … una vera e propria Passione.

Se un cristiano non incontra mai prove, ingiustizie, sofferenze, denigrazioni, deve preoccuparsi e scrutare il suo animo, cercando di scoprire dove, quando e come evita la croce.

Certamente, ci sono croci molto diverse, di più gravi e di più leggere; ma senza la croce non può esistere un vero cammino evangelico.

Le Beatitudini, così come ce le ha annunciate Gesù, sono patrimonio obbligatorio e connaturale di ogni cristiano, e noi dobbiamo spesso interrogarci se le viviamo e se giungiamo fino all'ultima …!

* * *

Per arrivare a capire il senso della vita cristiana e il significato della vita, della morte e risurrezione, e prima ancora della predicazione di Gesù, ci occorre meditare a lungo ( un po' tutti i giorni ) e in profondità ogni parola e ogni azione di Gesù.

Solo così arriviamo a comprendere sia il Vangelo e la missione di Gesù, sia anche il senso, lo scopo e la conclusione della nostra vita ( e il valore della nostra morte ).

La "giustizia" di cui parla Gesù nell'ottava Beatitudine non va interpretata secondo il significato della giustizia terrena ( pensiamo a quante volte la così detta giustizia umana non riesce a cogliere fino in fondo la verità e, in certi casi, emette giudizi e sentenze che non rispecchiano veramente verità e giustizia … ).

La Giustizia di Dio è la Vita stessa di Dio, infinita Verità, infinita Santità, infinito Amore, infinita Misericordia!

La giustizia di cui parla Gesù nell'ultima Beatitudine va invece applicata a tutte le forme, e a tutti i casi, in cui la giustizia umana non è applicata con verità e rettitudine: quando viene condannato l'innocente, quando i perversi riescono a colpire gli onesti, in particolare, i veri credenti, le persone di fede e di carità, coloro che vivono con amore le prime sette Beatitudini, quando questi subiscono ingiustizie di vario genere, quando vengono ridotti all'estrema povertà, quando vengono cacciati dai loro paesi o allontanati dal lavoro perché offrono un esempio che - senza contenere mancanze - dà fastidio.

Come dobbiamo comportarci in questi casi?

Apriamo il cuore alla fiducia nel Signore e ringraziamolo perché ci unisce alla Sua Passione.

Naturalmente, questa fiducia in Gesù, nel Padre Celeste e nello Spirito Santo non si acquista a buon mercato: occorre molto silenzio, molta preghiera, soprattutto una grande e generosa fede che ci faccia toccare con mano che siamo proprio uniti a Gesù e stiamo camminando con Lui sulla via della Croce!

Ancora un suggerimento: impariamo a guardarci intorno e a cercare di conoscere le persone che soffrono, che subiscono ingiustizie.

Il chiuderci in noi stessi non è mai secondo il Vangelo.

Gesù ci vuole attenti, come il buon Samaritano della parabola, che "si fa prossimo" del povero perseguitato e ferito.

Teniamolo ben presente: il prossimo non è quasi mai l'altro; il prossimo siamo noi in quanto ci approssimiamo, ci portiamo vicino a chi sta soffrendo … soprattutto quando chi soffre è innocente!

Impariamo ad aprire gli occhi e il cuore, e così imiteremo Gesù, e vivremo in pienezza questa Beatitudine, avvicinandoci al Signore, salendo sulla Croce con Lui, e … meritando il Paradiso!

… Che è il Regno delle Otto Beatitudini!

San Maurizio martire e compagni