La parola dell'Arcivescovo

B308-A2

Tre interventi: dolore salvifico, testamento biologico, lavoro.

Stralci dai discorsi dell'Arcivescovo Mons. Cesare Nosiglia

Non compete certamente a noi, modesti Catechisti diocesani, evidenziare lo zelo e l'intensissima attività pastorale con cui il nostro Arcivescovo ha caratterizzato l'inizio della sua missione vescovile, con interventi a tutto campo nei vari settori e ambienti della nostra diocesi, e con riguardo alle varie problematiche che la contraddistinguono.

Operando pertanto una scelta tra i molteplici temi, che speriamo tuttavia significativa e feconda, riproponiamo aspetti del suo pensiero e delle sue esortazioni, limitandoci a riportare alcuni stralci dei suoi discorsi su argomenti che sono particolarmente vicini alle tematiche e alla missione del nostro Istituto, dalla adorazione e contemplazione del Crocifisso alla testimonianza e all'impegno secolare nel mondo, particolarmente per i poveri e i sofferenti, nonché per i giovani e i lavoratori nella formazione professionale attraverso la Casa di Carità Arti e Mestieri.

I temi pertanto sono i seguenti:

- il valore salvifico delle piaghe del Crocifisso sul dolore umano;

- il riferimento agli autentici valori umani, e perciò cristiani, nelle scelte politiche, come nel caso del cosiddetto testamento biologico;

- il lavoro alla luce della dottrina sociale della Chiesa.

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"Dalle sue piaghe siete stati guariti"

La società moderna rifiuta di riflettere sul dolore.

Dalla lettera dell'Arcivescovo ai sofferenti, ai medici, ai volontari, ai giovani, in occasione della Giornata del Malato.

Le riflessioni dell'Arcivescovo sono incentrate sul tema di quest'anno per la Giornata Mondiale del Malato ( 11 febbraio ): « Dalle sue piaghe siete stati guariti » ( 1 Pt 2,24 ).

Questo tema è un invito « a contemplare il mistero di Cristo crocifisso che offre se stesso al Padre per la salvezza degli uomini ».

Il Figlio di Dio ha sofferto, è morto, ma è risorto: una promessa di salvezza per chi soffre, per chi è colpito da malattie, da dolore e lutti.

Senza negare che « la sofferenza rimane sempre carica di mistero, difficile da accettare e da portare ».

Ai malati

« Consideratevi prediletti dal Signore e dalla Chiesa che, come il suo Maestro, si china riverente su di voi per donarvi quanto di più prezioso possiede, la speranza in Dio, il suo amore forte e misericordioso, la sua concreta solidarietà che si fa carico della vostra sorte.

Non sentitevi mai soli e abbandonati, anche se a volte le persone che vi sono vicine non sembrano darvi quell'amore, quell'attenzione e cura che meritate.

Alle preghiere d'invocazione risponde la presenza sempre fedele del Signore: Coraggio, non temere, io sono con te, ti amo e ti proteggo da ogni male ora e sempre ».

Ai medici

« Siate sempre attenti alla persona, centro vivo del vostro operare perché ogni malato possa sentirsi accolto, seguito e amato come fosse unico, e possa stabilire con voi un rapporto individuale e amicale.

Ogni persona malata, lo sapete bene, è diversa e una vostra parola o gesto di simpatia, di incoraggiamento e di serenità nel tratto e nelle parole può giovargli molto per la stessa salute fisica ».

Agli operatori sanitari

Esercitate una professione « che non può essere svolta senza una motivazione vocazionale e perciò aperta alla chiamata di Dio, che anche attraverso di voi si fa vicino e amico ad ogni persona che soffre ».

Comunità cristiane

« Anche i ministri straordinari dell'Eucaristia manifestano l'amorevole vicinanza della comunità ai suoi anziani e malati con la visita assidua nella loro case.

La celebrazione del sacramento dell'Unzione degli Infermi permette a tanti anziani in particolare di usufruire di quella grazia pasquale che il Signore ha voluto proprio per i malati ».

La paura del dolore

« La nostra società esalta la bellezza, la salute e l'estetismo, la cura del proprio corpo, come fattori decisivi per stare bene in se stessi e di fronte agli altri.

È, questo, un aspetto positivo, ma, se viene assolutizzato, rischia di produrre una mentalità che rifiuta la malattia e la sofferenza, le menomazioni fisiche o psichiche delle persone come situazioni da rimuovere ad ogni costo da sé, dal proprio sguardo, dalla propria vita.

E ciò crea un forte disagio e frustrazioni di ogni genere nei soggetti più deboli, che si vedono sopportati ed emarginati, ma crea anche stati d'ansia e persino di disperazione in chi è costretto ad accettare situazioni di malattia anche grave e di disabilità.

Il messaggio cristiano su questo punto è ben diverso ».

Guardare a Cristo

« La fede ci invita a lottare come ha fatto Gesù contro ogni forma di malattia e di miseria umana, ma ci dice anche che la sofferenza, il dolore e ogni forma di handicap non va vissuto come una menomazione della propria o altrui persona.

É uno stato di vita diverso ma non per questo meno ricco e a volte anche più positivo di quello che si considera normale e sano.

Spesso viene da pronunciare di fronte a persone malate o disabili la stessa parola che Gesù riserva a chi è considerato " minore e marginale ": " Non ho trovato in nessuna persona cosiddetta " sana " tanta gioia di vivere, tanta forza e coraggio, tante risorse positive di amore e di solidarietà, tante potenzialità spirituali, umane e culturali come in questo fratello o sorella " ».

« La società patinata dei mass-media, che esalta l'effimero e il passeggero, viene continuamente sfidata da questa realtà e tocca sempre più con mano quanto fatua e insignificante sia una vita in cui non si accettano i limiti umani, trovando in essi un nuovo e più vero significato al proprio esistere; uno stimolo alla solidarietà e all'incontro; un aiuto a riconoscere meglio se stessi e ad aprirsi al mistero della sofferenza con meno angoscia e più amore; una via privilegiata che conduce all'incontro più intimo e profondo con Dio ».

Giovani

« Voi giovani che amate la vita: custodite questo dono prezioso, non sciupatelo in scelte che lo distruggono e ne deturpano la bellezza ed il significato.

Non sarà il rumore assordante della musica a tutto volume o l'uso dell'alcool e delle droghe, anche leggere, o del sesso a buon mercato e avulso da ogni norma morale, che vi darà la felicità che cercate.

Voi siete stati creati per ideali più grandi e potete aspirare a traguardi ben più temerari e alti di quelli che la cultura dello sballo o del proibito vi offrono ».

« Provate a stare accanto a chi soffre e investite il tempo nell'amicizia e nell'incontro con chi è malato, solo, povero o emarginato e ritroverete il gusto della vita, una gioia unica e che provano tutti coloro che sanno donarsi gratuitamente agli altri.

Ringrazio tanti di voi che so impegnati nel campo della solidarietà e del volontariato sociale, sia locale che internazionale, sia cristiano che laico, e vi invito a farvi testimoni e propagatori di questo messaggio di vita presso i vostri coetanei, nella scuola, nell'Università e nei vari ambienti giovanili dove vi incontrate ».

« Accogliete dunque l'invito pressante del Papa che richiama nel Messaggio di questa giornata l'appuntamento di Madrid e afferma: « Spesso la Passione, la Croce di Gesù fanno paura, perché sembrano essere la negazione della vita.

In realtà, è esattamente il contrario!

La Croce è il « sì » di Dio all'uomo, l'espressione più alta e più intensa del suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna.

Dal Cuore trafitto di Gesù è sgorgata questa vita divina.

Solo Lui è capace di liberare il mondo dal male e di far crescere il suo Regno di giustizia, di pace e di amore al quale tutti aspiriamo ( cfr. Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù 2011,3 ).

Cari giovani, imparate a vedere e a incontrare Gesù nell'Eucaristia, dove è presente in modo reale per noi, fino a farsi cibo per il cammino, ma sappiatelo riconoscere e servire anche nei poveri, nei malati, nei fratelli sofferenti e in difficoltà, che hanno bisogno del vostro aiuto ( cfr. ibid., 4 ).

A tutti voi giovani, malati e sani, ripeto l'invito a creare ponti di amore e solidarietà, perché nessuno si senta solo, ma vicino a Dio e parte della grande famiglia dei Suoi figli ( cfr. Udienza generale, 15 novembre 2006 ) ».

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Registro dei testamenti biologici

Inefficaci e inopportuni. Competenza statale, non degli enti locali

L'Arcivescovo è intervenuto rilanciando le indicazioni precise del Magistero sulle questioni del fine vita, in relazione all'istituzione del registro delle dichiarazioni anticipate di volontà sui trattamenti sanitari, da parte del Comune di Torino ( insieme ad altri della cintura, come Collegno ).

« La competenza della materia in questione è riservata allo Stato e non agli Enti locali come è stato fatto rilevare da diversi autorevoli giuristi e organi istituzionali.

In questi giorni è in programma in Parlamento la ripresa dell'esame del disegno di legge sul « fine vita » che contiene anche esplicite norme che ne regolano ogni aspetto.

Risultato: l'approvazione della delibera e ora l'avvio del registro hanno in realtà un valore puramente simbolico perché non potranno avere alcuna reale efficacia pratica per chi lo sottoscrive; in secondo luogo mi chiedo se questo sia il modo più utile e opportuno per contribuire ad affrontare una questione che comporta scelte etiche e sociali di grande rilevanza e che ha indubbiamente un forte impatto emotivo nell'opinione pubblica ».

« Occorre invece cercare di approfondire la questione, attraverso il dialogo e il confronto costruttivo, evitando il più possibile ulteriori fratture.

C'è bisogno di ricuperare - e questo in ogni ambito del vivere civile - serenità di dibattito e di giudizio, pacatezza dei toni, equilibrio e rigorosità nel confronto.

E a questo clima tutti siamo chiamati a contribuire, anche le istituzioni, non forzando soluzioni che appaiono giustificate più da ragioni precostituite sul piano politico che etico, su una materia così delicata e peraltro non di propria competenza ».

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La questione sociale e i problemi del lavoro

In tale settore l'Arcivescovo ha prestato in questo primo tempo del suo servizio pastorale una dedizione che potremmo dire senza limiti, per l'importanza che il lavoro riveste sotto l'aspetto non solo economico e sociale, ma altresì antropologico, e perciò esistenziale, tale da costituire un ambito privilegiato, anzi obbligato dell'opera apostolica e pastorale.

Nella congiuntura attuale poi il lavoro rappresenta uno degli aspetti cruciali, anzi forse il più cruciale della crisi economica in atto ( anche se non mancano confortanti indizi di ripresa, ma purtroppo ancora timidi, almeno per il momento ), che hanno la grave ripercussione di determinare disoccupazione in varie fasce lavorative, specie in quelle giovanili.

Di forte impatto nella nostra città e nell'interland sono le vicende della ristrutturazione dell'industria automobilistica, con le conseguenti tensioni nelle relazioni industriali verso i dipendenti e le aziende dell'indotto.

Uno degli ultimi mirati interventi dell'Arcivescovo in materia è stato l'incontro di mercoledì 2 marzo, presso il Santuario della Consolata, con i responsabili istituzionali dei settori Lavoro, Università e Formazione Professionale.

Qui riportiamo il testo della preghiera composta dall'Arcivescovo per il mondo del lavoro, recitata al termine di un incontro di adorazione e di riflessione sulle emergenze del settore, pure al Santuario della Consolata, gremito di fedeli, il 15 gennaio, caratterizzato da un toccante clima di partecipazione, per le paterne parole dell'Arcivescovo, che dopo la funzione ha salutato ad uno ad uno tutti gli astanti.

Preghiera per il mondo del lavoro

O Dio, nostro Padre, ti lodiamo e ringraziamo perché hai voluto far partecipare il tuo Figlio Gesù di ogni dimensione della vita umana, anche di quella del lavoro, facendogli fare l'esperienza impegnativa e straordinaria di guadagnarsi il pane con l'esercizio delle proprie competenze e il sudore della fronte.

Concedi che in tanti luoghi di lavoro così travagliati in questo tempo d'incertezze e difficoltà, tornino la concordia, il dialogo e l'impegno di valorizzare l'apporto di tutti, quali vie indispensabili ad una ricerca del bene comune.

Rendici capaci di leggere con sapienza i segni dei tempi, per far fronte uniti alle nuove sfide che il mondo economico è chiamato ad affrontare.

Fa che mediante l'impegno di tutti nessuno soffra per la mancanza di lavoro e i giovani trovino risposte alle loro attese e speranze per essere in grado di offrire il loro apporto responsabile al futuro della nostra società.

Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio, con fiducia t'invochiamo: sii luce e vigore per le nostre azioni personali e sociali, perché siano sempre improntate alla solidarietà e alla verità, alla riconciliazione e alla pace.

Tu che sei maestro interiore, donaci di convertirci nella mente e nel cuore per renderci capaci di rinnovare i nostri stili di vita.

A te, Santa Vergine Consolata, ricorriamo fiduciosi nel tuo amore di Madre premurosa verso le necessità dei tuoi figli.

Rivolgi il tuo sguardo benevolo su tante famiglie che dal lavoro traggono il loro giusto e insostituibile sostegno per una vita dignitosa e serena.

Aiuta le persone di buona volontà che s'impegnano per la pacificazione dei cuori e l'unità di tutte le componenti del mondo del lavoro, in vista del progresso civile e spirituale della nostra comunità.