Crisi della famiglia e missione della famiglia

B309-A3

Da una relazione di don Valerio Andriano per l'Unità Pastorale 22, con alcune modifiche per generalizzare le riflessioni dalla zona alla città.

1. Situazioni critiche

Con riguardo alle scelte prioritarie sul programma pastorale decennale della CEI in Diocesi, come richiesto dall'Arcivescovo, vari gruppi di riflessione ritengono che ci si debba muovere dalla famiglia, che è il luogo in cui abitualmente viene comunicata la fede e si diventa cristiani.

Si rende però necessaria un'accurata e profonda analisi della situazione delle famiglie e non è difficile costatare che sta diventando sempre più difficile costruire su solide basi l'educazione alla vita del Vangelo, specie per i più giovani, se a monte è praticamente inesistente un valido modello di famiglia.

Ci si chiede se esista ancora, secondo la mentalità prevalente, un modello di famiglia che possa validamente essere posto quale esempio ai figli dai genitori.

Se è vero che cristiani si diventa in famiglia, occorre anzitutto qualificare l'esistente, tendere a ricostruire sulle basi del Vangelo le nostre famiglie: da questo dipenderà in gran parte il buon esito della evangelizzazione del nostro tempo, indicata negli ultimi anni dal Papa, come indirizzo prioritario.

Gran parte delle nuove famiglie non si fondano più sul Sacramento del matrimonio ( il numero dei matrimoni celebrati in chiesa è calato vertiginosamente ), ma su effimere convivenze, e non solo per l'aumento di separazioni e divorzi che rendono incerti e dubbiosi i nubendi, ma per l'indifferenza religiosa dei giovani che abbandonano ogni legame con la comunità cristiana.

In altre parole ciò si verifica per l'affievolirsi della fede, per il sensibile abbandono della pratica cristiana dei Sacramenti, specie della Confessione, per l'accesso superficiale al Sacramento dell'Eucaristia, quando capita e senza le dovute disposizioni, ignorando i limiti che la Chiesa pone come esigenza fondamentale di coerenza e non già come sanzione canonica ( ad es. con riguardo ai divorziati risposati ).

Purtroppo non mancano orientamenti e comportamenti che non si attengono al Magistero della Chiesa e tendono a risolvere le difficoltà esistenti, con espedienti e consigli che non contribuiscono alla pace delle coscienze: attenuano il senso del peccato, lamentando che la Chiesa non abbia ancora superato determinate posizioni rigoriste, che dovrà pur cambiare in futuro.

In realtà, gran parte di coloro che lamentano di non poter accedere ai Sacramenti per la loro situazione irregolare, lo considerano una emarginazione sociale, il che è un aspetto psicologico, ed è ben lungi da una conversione sincera del cuore che dovrebbe condurre ad accettare umilmente quanto la Chiesa suggerisce.

Senza squalificare le grandi assemblee, attorno a personaggi carismatici, perché ciò non diventi soltanto espressione sentimentale, ma adesione convinta alla persona di Gesù Salvatore, occorre porre in famiglia le basi solide della vita buona del Vangelo fin dalla infanzia, dove matura la fede sull'esempio della pratica cristiana vissuta dai genitori e dagli adulti.

A tale scopo resta fondamentale la vita sacramentale individuale, specie la pratica del sacramento della Penitenza.

Non può essere altrimenti, se si vuole procedere in controtendenza con una mentalità diffusa, che cerca con ogni mezzo di liberarsi di ogni senso di peccato ( considerati piuttosto "complessi di colpa" ), che rifiuta in pratica ogni valore al sacrificio e ne vorrebbe rimuovere anche i simboli cristiani più evidenti ( il Crocifisso ).

Per quest'opera apostolica innanzitutto bisogna raggiungere i componenti adulti della famiglia, avvicinare e coinvolgere i genitori dei ragazzi ( ancora numerosi ) che frequentano le scuole e quelle cattoliche in particolare.

La famiglia ha diritto a ricevere una solida formazione religiosa, è uno dei diritti fondamentali dei fedeli ( diritti soggettivi, prioritari pertanto alla stessa normativa statuale ), che la Chiesa afferma e riconosce come sua legge fondamentale.

2. La missione della famiglia cristiana

É indispensabile ricostruire il tessuto familiare, creando le condizioni per una vita fondata sul Vangelo, promuovendo una vera e propria cultura del Vangelo, in alternativa ad una cultura neopagana segnata dal relativismo morale e dal secolarismo consumistico.

Le difficoltà non sono di poco conto, ma non mancano proposte concrete, di cui al momento già esistono varie esperienze di attuazione, come i gruppi famiglia, le catechesi nelle case e nei condomini, oltre alle iniziative tradizionali, come la visita annuale alle famiglie da parte dei Parroci, affiancati da laici generosi ed entusiasti della loro fede, desiderosi di condividere con altre famiglie il dono del Risorto.

Sono queste iniziative sempre valide, su cui occorre puntare, valorizzando la pastorale familiare promossa dalle parrocchie o da altre realtà ecclesiali operanti ( istituti religiosi e associazioni apostoliche, oratori, convivenze studentesche, ecc. ), in primo luogo avvalendosi dell'opera di nuclei trainanti di famiglie, legate da rapporti di sincera amicizia e nel valido supporto di una fede autentica, e dopo l'approccio alle famiglie con le quali sia valido e possibile un autentico cammino di fede, immettersi in una non sempre facile, ma pur necessaria opera di proselitismo e apostolato verso altre famiglie.

Le occasioni degli incontri tra famiglie potranno essere i più disparati ( ricorrenze, anniversari, brevi pellegrinaggi, altre circostanze ), ma opportunamente ancorati all'apprendimento del Vangelo, della dottrina cristiana, al confronto con la Parola, cioè il Cristo vivente.

Questi incontri non devono necessariamente essere ancorati alla preparazione parrocchiale dei ragazzi a ricevere i Sacramenti: è noto come i genitori si prestano di malavoglia a tali incontri: hanno sempre fretta, non hanno tempo, non hanno voglia.

Saranno questi incontri a far convergere verso la Comunità parrocchiale, per ricevere i Sacramenti, per vivere insieme il Giorno del Signore, per pregare ecc. ( Adorazione del SS. Sacramento, direzione spirituale … )

A monte di questi incontri occorre far crescere una autentica cultura religiosa ( ambito in cui oggi si riscontra una vistosa ignoranza ).

In ogni famiglia dovrebbe essere a disposizione di tutti una biblioteca essenziale, fatta di pochi testi.

I Vangeli e le lettere degli Apostoli, il Catechismo della Chiesa Cattolica, un testo sulla Vita di Cristo, moderno e comprensibile, ad es. Gesù di Nazaret di Benedetto XVI°, una rivista teologica e di attualità come ad es. la Civiltà Cattolica.

Anche molti cristiani impegnati, oltre la stragrande maggioranza dei nostri fedeli, posseggono esclusivamente la cultura di alcuni quotidiani ( La Stampa, la Repubblica … ).

Altro ambito familiare da valorizzare è l'area degli anziani, che riescono più dei genitori a trasmettere ancora alcuni valori ai più piccoli, ma devono anch'essi avere momenti di formazione.

Per i Sacerdoti spesso si richiede un po' di disponibilità per sapere accogliere e ascoltare: la gente ha bisogno di essere ascoltata, avverte anche la necessità di conoscere e di ricevere la luce della verità e la Grazia del Signore.

Occorre anche ripensare la proposizione dei contenuti della fede per debellare l'indifferenza e l'ignoranza.