Mons. Cesare Nosiglia alla Casa di Carità Arti e Mestieri

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La visita dell'Arcivescovo alla sede centrale di Torino

Giornata di gioia venerdì 20 maggio per il Personale e soprattutto per gli Allievi della sede centrale della Casa di Carità: S. Ecc.za Mons. Cesare Nosiglia, nel suo continuo itinerario tra le opere e le iniziative cattoliche dell'Arcidiocesi alla cui guida è stato da alcuni mesi chiamato, ha inteso prendere diretta visione del nostro centro di formazione professionale, onorandoci della sua presenza ed esortandoci con la sua parola.

Alle 8,30 è giunto dall'entrata di via Orvieto, accolto nel cortile antistante il salone fr. Teodoreto dal presidente, ing. Attilio Bondone, dal vice presidente, fr. Gabriele Dalle Nogare, dal cappellano don Marco Ghiazza e dagli altri dirigenti dell'Opera, e si è subito introdotto nel salone, tra gli applausi scroscianti e gioiosi degli allievi, entusiasti della visita del Pastore della diocesi, subito da essi percepito come loro padre e guida.

In effetti, per quanto l'Arcivescovo, per ragioni logistiche, abbia preso posto sul palco su cui è eretto il grande Crocifisso in inox, modellato secondo la visione di fra Leopoldo Maria Musso, col suo atteggiamento e nelle sue parole ha fatto sentire la sua presenza in stretta vicinanza e piena sintonia con il folto gruppo di giovani che, accogliendolo, hanno subito percepito i suoi sentimenti.

Il saluto del presidente

L'ing. Bondone ha rivolto il saluto di ringraziamento e di benvenuto all'Arcivescovo, presentando la Casa di Carità nei suoi lineamenti essenziali, come ente cattolico di orientamento e di formazione professionale, costituito in fondazione, basata in via irreversibile sul messaggio spirituale, educativo e formativo dei Servi di Dio fra Leopoldo Maria Musso OFM e ven. fr. Teodoreto FSC, a sviluppo e coronamento dell'omonima associazione dell'Unione Catechisti e dei Fratelli delle Scuole Cristiane, cui la fondazione è subentrata.

Il progetto educativo dell'Opera è la cultura del lavoro scaturente dalla carità, come è sinteticamente espresso nella sua denominazione, ispirata dagli stessi Fondatori.

Essa è attuata nella proposta religiosa agli allievi, e nell'intesa con la pastorale del lavoro della Chiesa torinese, di tanto più stretta in questo periodo di crisi, nell'impegno per superare l'attuale situazione di disagio giovanile.

L'apprendimento del lavoro, se costituisce l'elemento essenziale per lo sbocco occupazionale, pur nei difficili momenti contemporanei, in quanto opera di formazione professionale assume una profonda valenza educativa, e in questo senso viene direttamente innestata nel programma educativo proposto dalla Conferenza Episcopale Italiana nell'incipiente decennio.

Non mancano le difficoltà, in massima parte dovute ai tagli nelle risorse dei finanziamenti pubblici per le restrizioni economiche, ma si confida, come già in varie altre circostanze, di superarle, con l'aiuto della Provvidenza e con l'appoggio che sempre ci è stato offerto dalla Diocesi, e che l'Arcivescovo sicuramente non farà mancare.

La parola dell'Arcivescovo

Mons. Nosiglia, rivolgendosi in particolare ai Giovani, ha fatto presente che nei mesi da lui sin qui trascorsi nella Diocesi, aveva già sentito parlare bene del loro ente di formazione professionale, ma trovandosi ora di persona, in mezzo ad essi, la sua impressione si è fatta certezza e compiacimento.

Ha quindi sottolineato come pur essendo rilevante, anzi fondamentale l'importanza della loro scuola, è tuttavia da tenere presente che la forza e l'energia per crescere e per formarsi è soprattutto riposta nei singoli allievi.

É insita nei giovani lavoratori una spiccata professionalità che i docenti e l'ambiente formativo agevolano nello sviluppo, ma facendo leva sulle doti personale, impresse in ogni uomo dall'Autore di tutti i beni, da Dio.

Ed in questa linea si pone altresì la speranza per la sistemazione futura nel lavoro: certo i fattori esterni, in questo periodo non roseo di congiuntura sfavorevole per l'occupazione, hanno un loro peso; come pure per altro verso è importante l'aiuto ricevuto dalla scuola per cercare lavoro.

Ma pur con queste componenti e difficoltà va tenuto fermo che la fiducia per l'avvenire dipende in massima parte da ogni singolo allievi, dalla sua professionalità, dalla sua costanza, dalla sua intraprendenza.

L'Arcivescovo non ha omesso di rilevare che la crisi economica perdura, e purtroppo è conseguenza dell'egoismo umano, del profitto eccessivo accumulato da alcuni operatori non sensibili al bene comune, cioè al bene di tutti gli uomini.

Ma sta ai giovani generosi apportare il loro contributo, il che non è poca cosa, per piccoli che si possa essere considerati, per instaurare relazioni industriali basate sulla responsabilità e sull'intesa.

Lavorare non è facile, ma è la via fondamentale per costruire il futuro.

Come ha già fatto presente, i giovani saranno aiutati dai loro istruttori, ma restano pur essi gli autentici artefici ed i protagonisti del loro domani, e perciò, in certa misura, del domani della nostra società.

In particolare ha suggerito la solidarietà reciproca, per fare squadra, sia a livello familiare, che scolastico, come altresì nell'ambiente di lavoro.

Una squadra di calcio per vincere necessita di un forte affiatamento tra i suoi giocatori.

Così i giovani vanno animati dal dovere di solidarietà, come d'altra parte è suggerito dalla stessa denominazione della scuola - Casa di Carità - e in tal modo essi potranno essere gli effettivi attuatori della loro realtà di formazione professionale, e svolgere domani tale ruolo in collaborazione con le altre componenti del mondo del lavoro e della società.

Ha concluso dichiarando che pur dopo brevi momenti d'incontro, si è consolidata in lui l'importanza del ruolo svolto da questa scuola di formazione professionale nella realtà sociale ed ecclesiale della nostra diocesi, sì da poter dichiarare come la Casa di Carità Arti e Mestieri sia una perla preziosa della nostra città.

Dialogo dell'Arcivescovo con gli allievi

Il dialogo è stato introdotto da un breve intervento di fr. Gabriele, che si è ricollegato alle parole dell'Arcivescovo per illustrare il progetto pastorale religioso educativo proposto agli allievi di tutti i Centri della Casa di Carità, i cui momenti sono vissuti con soddisfazione dai giovani, anche con incontri residenziali in val Clarea, pur se talora non manca qualche problema.

Quindi, sempre sollecitato da fr. Gabriele, è iniziato un dialogo a seguito delle domande proposte da alcuni allievi.

Il primo quesito ha direttamente riguardato la persona di Mons. Nosiglia, essendogli stato chiesto "perché abbia scelto di diventare vescovo".

La risposta è stata che il conferimento dell'episcopato non è stata una scelta personale, quanto una nomina da parte del Papa.

Viceversa personale è stata la sua inclinazione sin da ragazzo a intendere la vita come un'apertura a Dio e agli altri, nel desiderio di un impegno proteso a fare il bene.

Ed in questo orientamento, assecondato dalla famiglia, ha sentito la vocazione per il sacerdozio, per cui da giovane è entrato in seminario.

In un primo tempo i suoi compagni di scuola e di giochi non lo capivano, anzi lo deridevano, ma successivamente l'hanno stimato, comprendendo il valore della sua scelta.

Dopo anni di sacerdozio, durante i quali ha risieduto per qualche tempo nel nostro territorio, a Rivoli e a Santena, è stato ordinato Vescovo, come già detto, su decisione del Papa, Giovanni Paolo II, al cui servizio ha operato in Roma, in varie incombenze, per circa 13 anni.

La seconda domanda, posta da un altro allievo, ha riguardato quali siano gli obiettivi dell'Arcivescovo per i giovani, al che questi ha risposto che, al di là della sua particolare predilezione pastorale verso essi, che si concreta negli incontri specifici, nel suo intervento alle loro manifestazioni e all'incontro con quanti lo desiderino, ha ritenuto di realizzare un vero e proprio progetto per i giovani, con la costituzione di un consiglio permanente di alcuni di essi, con i quali consultarsi per essere aggiornato sulle loro istanze e per poterli comprendere con maggiore cognizione di causa con riguardo ai loro problemi.

Una delle maggiori criticità che li concerne è senza dubbio la disoccupazione, dato che nella nostra area il 34% dei giovani è senza lavoro.

Nel desiderio di potere in qualche modo contribuire al superamento di tale situazione, l'Arcivescovo ha costituito una tavola di confronto tra quanti sono interessati a questa emergenza: le pubbliche istituzioni, le imprese, l'università, i sindacati, e a questa tavola intervengono pure due giovani del loro consiglio, affinché possano fare sentire direttamente la loro voce, e farsi diretti interpreti dei problemi che li assillano.

L'ultimo quesito è stato posto da un allievo immigrato, con riguardo alle difficoltà che incontra questa categoria di persone.

Mons. Nosiglia ha sottolineato come il fenomeno dell'immigrazione sia una realtà molto ricca di valori e di elementi positivi, e come da essa possa scaturire veramente qualcosa di nuovo e di valido.

Occorre un rapporto reciproco di conoscenza, di rispetto, di presa di coscienza delle differenze ma senza timore, quale presupposto ad un dialogo proficuo.

Sul piano religioso sono instaurati buoni rapporti con i loro rappresentanti, nella salvaguardia dei diritti fondamentali, specialmente con riguardo all'Islam, che costituisce l'entità più numerosa.

Le religioni parlano di Dio, che vuole la pace, il rispetto della dignità della persona umana, e non certo la guerra.

In questa linea sono provvidenziali gli incontri interconfessionali di Assisi, voluti dal beato Giovanni Paolo II°, e ad essi dobbiamo ispirarci.

Ha concluso il dialogo fr. Gabriele, sottolineando come alla Casa di Carità questo clima sussiste, nella pratica di un'autentica accoglienza, tanto che con i giovani di altre religioni sono organizzati incontri appositi, pur avendo questi libero accesso, se lo desiderano, agli atti di culto cattolici.

Ha rinnovato i ringraziamenti all'Arcivescovo, per gli insegnamenti e le assicurazioni impartite, che costituiscono per gli allievi un autentico programma di vita.

La venerazione alla tomba del ven. fr. Teodoreto.

Mons. Nosiglia è stato quindi accompagnato al terzo piano dell'edificio della Casa di Carità, dove è tumulata la salma di fr. Teodoreto, e dove vi è la sede generalizia dell'Unione Catechisti.

L'Arcivescovo si è soffermato in preghiera, dopochè si è brevemente intrattenuto con alcuni Catechisti, presentatigli da fr. Gabriele, attualmente anche in veste di suo delegato per l'Unione stessa.

Gli sono state illustrate le sedi dell'Unione all'estero, le catechesi in corso di svolgimento, e la diffusione per il mondo dell'Adorazione a Gesù Crocifisso, tradotta in quasi 30 lingue.

La visita ai laboratori e alla mostra"Ferro & fuoco" dei detenuti

L'Arcivescovo, dopo l'incontro dei giovani in salone, ha desiderato rivederli ai posti di studio e di lavoro, visitando alcune aule, laboratori informatici e officine.

In particolare si è soffermato presso le frese e gli impianti tecnici, assistendo alle lavorazioni da essi effettuate, e compiacendosi per la loro abilità tecnica e inventiva.

Quindi è stato riaccompagnato nel salone fr. Teodoreto, nel cui atrio sono esposti in mostra alcuni modelli del progetto "Ferro & fuoco", costruiti con particolare abilità dagli allievi detenuti: mobili ed elettrodomestici vari, come stufe, grill a vapore, tavoli, librerie, tutti in stile moderno, talora avveniristico, ad attestazione non solo di abilità manuale, ma di profondo gusto artistico.

E su tali opere artigianali, frutto di lavoro, ma altresì di redenzione spirituale, Mons. Nosiglia ha espresso compiacimento, ma anche profonda commozione nel constatare i provvidenziali itinerari di formazione ai carcerati, in continuità con l'opera svolta da S.G.B. de La Salle sin dal 1700.

Dopo un breve rinfresco, l'Arcivescovo, sollecito per altri impegni, si è congedato alle ore 10,15, dichiarandosi soddisfatto e compiaciuto per l'Opera e l'accoglienza, e lasciando nei nostri cuori, segnatamente in quelli degli allievi, un profondo solco di gratitudine e di tenerezza paterna.

Mons. NOsiglia inizia la visita alle aule

Con la presidenza e la direzione in un'officina

Tra i macchinari d'officina

Con il Cappellano e un gruppo di allievi

Con un gruppo di allievi

In visita alla mostra del progetto "Ferro & fuoco"

Con un istruttore del progetto "Ferro & fuoco" per i detenuti