Maria, icona della dignità umana

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L'Immacolata, contitolare dell'Unione Catechisti del Crocifisso

Come di consueto, anche l'inizio del nuovo anno liturgico 2011/2012 è stato contrassegnato dalla formulazione e dal rinnovo delle promesse e dei voti l'8 dicembre, solennità dell'Immacolata, e la celebrazione in tale ricorrenza ha avuto come riferimento e ispirazione l'esemplarità di Maria per la dignità umana, anzi per la stessa nozione di umanità.

Le riflessioni sono state introdotte da una magistrale lezione di don Paolo Ripa Buschetti di Meana, di cui riportiamo uno stralcio altamente rivelativo.

La maternità di Maria

Qui si attingono i vertici della dignità umana e si attingono attraverso la donna!

La dottrina della Chiesa insegna che Gesù Cristo, in quanto unica persona, fu veramente generato da una madre umana.

Maria non è soltanto madre di Cristo in quanto uomo, è anche madre di Cristo in quanto egli è la persona divina del Figlio del Padre Celeste, il Verbo di Dio.

Per ipotesi, il Verbo avrebbe potuto incarnarsi in altro modo.

Ma di fatto avvenne come è avvenuto: Dio entrò nell'umanità attraverso la via normale di un processo biologico, cominciando dalle prime fasi dell'embrione umano.

Per questo si parla di "maternità divina".

Per questo Elisabetta si domanda stupefatta: "A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?" ( Lc 1,43 ).

San Paolo, parlando dell'eterno Figlio del Padre, lo dice "nato da donna" ( Gal 4,4 ) e altrove, con una vigorosa espressione, "nato dalla stirpe di Davide secondo la carne" ( Rm 1,2 ).

L'angelo dell'annunciazione, preannunciando a Maria colui che sarebbe fiorito dal suo grembo, lo proclama "Figlio dell'Altissimo … Figlio di Dio" ( Lc 1,32.35 ).

Un tale prodigio avvenne "per opera dello Spirito Santo" ( Credo ).

Per esprimere tale azione la Scrittura usa una bellissima espressione "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo" ( Lc 1,35 ).

Espressioni finissime che ricordano alcuni fenomeni naturali la cui azione lascia intatto il soggetto su cui agiscono, come la luce, la nebbia, l'ombra, la rugiada …

L'intervento prodigioso dello Spirito non solo non è avvenuto prescindendo dall'attività generatrice di Maria, ma l'ha espressamente richiesta.

Di modo che si è compiuta una mutua collaborazione tra lo Spirito Santo e l'intervento materno di Maria: l'Uno nell'altro e l'Uno accanto all'altro.

Una collaborazione biologica e, al contempo, spirituale.

Gesù Cristo, il Verbo eterno di Dio, ebbe origine umana "non da volere di carne, né da volere di uomo" ( Gv 1,13 ), ma dalla volontà eterna del Padre.

Quali saranno mai state, da parte di Dio, le ragioni di una decisione così incredibilmente eccezionale per la storia dell'umanità?

Qui entriamo nell'oscurità luminosa del mistero!

Certo, con la maternità verginale vengono operate una rottura e una trascendenza del processo biologico che procede da Adamo e, probabilmente, da molto più lontano, dalle frontiere remote della biogenesi.

É una rottura del vecchio ordine, per la prima ed unica volta, per rendere evidente che, con la venuta di Gesù Cristo, si stabilisce un nuovo ordine: non più quello delle generazioni a opera della carne e delle leggi della natura - soggette al potere della morte - ma per mezzo della resurrezione: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose" ( Ap 21,5 ).

"Nasce l'uomo nuovo, fatto come Cristo" dice un canto delle nostre assemblee.

É così! Attraverso l'umanità feconda di Maria, donna della nostra stirpe, attraverso il frutto divino del suo grembo Gesù, Dio afferra saldamente la nostra umanità, s'inserisce per sempre in essa, non l'abbandona più, iscrive nel suo cuore un destino di resurrezione e di felicità senza fine!

Non solo! Egli, come ha fatto con Maria, convoca l'umanità ad un'autentica collaborazione per raggiungere la meta.

Capace di collaborare con Dio.

Questo è l'uomo! Questa la sua vertiginosa dignità!

Ed è quest'uomo che noi sopprimiamo nel grembo materno, che uccidiamo e mutiliamo con la ferocia delle guerre e del terrorismo, che opprimiamo con l'ingiustizia, che abbandoniamo nel bisogno, e che feriamo, in mille modi, nel gioco delle relazioni.

Ebbene, è proprio nella capacità di relazione che si coglie la peculiarità e la grandezza dell'essere umano, ed anche in questo la maternità divina di Maria è luce preziosa.

Paolo Ripa Buschetti di Meana

Vicario episcopale per la vita consacrata

( Continua )

Don Paolo Ripa celebra all'Unione Catechisti