Pellegrinaggio alla casa natale del ven. fr. Teodoreto

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Vinchio d'Asti, domenica 13 maggio 2012

Anniversario del "dies natalis"

Quest'anno, nel celebrare il 58° anniversario della morte del ven. fr. Teodoreto, vi è stata piena corrispondenza anche nel giorno della sua salita al Cielo, avvenuta appunto il 13 maggio 1954 nel collegio S. Giuseppe di Torino.

E come di consueto l'avvenimento è stato celebrato con folta affluenza e viva partecipazione dei suoi concittadini Vinchiesi alla Messa celebrata dal Parroco, il rev. don Aldo Rosso, nell'area antistante l'edificio, già adibita ad aia della casa natale.

Vi è stata altresì una rappresentanza dei Fratelli delle Scuole Cristiane, del personale di alcune sedi della Casa di Carità Arti e Mestieri, e dell'Unione Catechisti.

Nell'omelia il Parroco ha tratto riferimento dalla figura morale di fr. Teodoreto per commentare e applicare i temi proposti dalla liturgia domenicale sull'amore al Crocifisso e sulla carità vicendevole.

A don Aldo e ai suoi parrocchiani rinnoviamo il nostro caloroso ringraziamento, per lo zelo manifestato, e anche per il generoso rinfresco offerto nel momento di condivisione che ha concluso la cerimonia.

Due riprese della cerimonia

Traiamo ancora dagli scritti del dr. Conti spunti di riflessione su fr. Teodoreto.

Profilo di fr. Teodoreto - La saggezza e l'impegno

Avvicinando con molto rispetto la personalità del Servo di Dio, per approfondire un poco la conoscenza del modello che in lui ci viene proposto a imitare, ci pare di scorgere in rilievo anzitutto una grande saggezza e poi una ferma coerenza, un impegno totale e una dedizione piena agli ideali abbracciati.

Saggezza e impegno: due caratteristiche della personalità del Fr. Teodoreto.

Il giovane Giovanni Garberoglio si distingue subito fra i suoi coetanei per il suo buon senso e il suo buon spirito, ed è notevole che quando sarà Fondatore dei Catechisti stabilirà tra le condizioni richieste ai postulanti buon senso pratico, retto giudizio, carattere buono, aperto e fermo.

Egli ha un carattere allegro e socievole, ma in lui non c'è alcuna manifestazione di leggerezza.

La saggezza illumina tutta la sua vita orientandola verso la perfezione e sostenendolo nel conseguimento di essa fra mille insidie, quelle sottili e tenaci insidie della natura e del mondo, contro le quali la più parte degli aspiranti alla perfezione fa miseramente naufragio.

Anche nell'ambiente rurale di Vinchio i ragazzi avevano davanti a sé l'alternativa tra lo spirito del mondo e lo spirito di Dio, che nella sua sostanza, benché in mille modi diversi, si pone sempre a tutti gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo.

Giovannino Garberoglio si orientò subito verso il bene: badò a quelle massime, le prese sul serio, le gustò, le trovò vere.

Al giovane Giovannino Garberoglio si possono applicare le parole di Salomone: "pregai e mi fu dato il senno, l'invocai e venne in me lo spirito della Sapienza …, stimai un nulla le ricchezze in confronto di lei …, mi venne con essa ogni bene … la imparai senza finzione e senza invidia la comunico …" ( Sap 7,7-13 ).

Per un aspirante alla missione dell'educatore, quale dote più essenziale della sapienza?

Giacché educare significa appunto rivelare il senso della vita e far conoscere i valori delle cose nella loro gerarchia, dissipare le illusioni, preservare dalle vertigini del male e orientare verso il bene, correggere gli errori e insegnare a fare la verità nella carità.

La sapienza, dono altissimo dello Spirito Santo, venne largamente infusa nell'anima di Fr. Teodoreto, gli comunicò lo spirito di fede e lo guidò in tutte le cose, facendogli scegliere lo stato di consacrazione a Dio, insegnandogli a viverlo in pienezza e a renderlo fecondo di frutti.

Espressioni genuine di questo dono furono la sua profonda umiltà, la vivissima pietà, la devozione a Gesù Crocifisso e alla SS. Vergine, lo zelo apostolico e la soave affabilità dei modi.

"Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo.

L'uomo che lo ha scoperto, pieno di gioia, vende tutto quello che possiede e compra quel campo." ( Mt 13,44 ).

Il tesoro nascosto che Fr. Teodoreto aveva scoperto nella vita religiosa era la santità.

Egli aveva 22 anni quando scriveva a suo nipote Fr. Bonaventura: "Sia la santità l'unico nostro scopo …

hiediamo a Dio le grazie e le virtù di cui abbiamo bisogno e allora conosceremo quanto sia dolce e soave servire Dio nella santa religione …

Il nostro unico intento sia piacere a Gesù e a lui solo; la carità e l'umiltà, come le dissi altre volte, l'aiuteranno a fare grandi progressi nella perfezione."

Al conseguimento della santità, scopo essenziale della vita religiosa, Fr. Teodoreto si dedicò con tutte le energie, vi si lanciò come un alpinista entusiasta a scalarne la vetta, senza mai stancarsi, né lasciarsi deviare.

E qui in modo particolare apparve l'uomo deciso, risoluto, tenace, pur sotto apparenze ordinarie.

Domenico Conti