Un'altra gemma nella mistica corona del ven. fr. Teodoreto

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Leonardo Rollino
( * Torino 11 giugno 1922 - † Ciriè ( TO ) 26 luglio 2012 )

Catechista dell'Unione e collaboratore di Conti

Un'altra fulgida figura di Catechista, autentico e trasparente riflesso della santità del ven. fr. Teodoreto, si è a Lui ricongiunto in Cielo, per perpetuare con gli altri Catechisti che l'hanno preceduto, l'Adorazione perenne al Crocifisso, già tanto praticata e diffusa in terra.

Lucidissimo di mente, la sua morte è giunta inaspettata, pur considerando l'età di novantenne, ma senza malattie che ne facessero prevedere l'imminente crollo: l'essere avvenuto il suo decesso a distanza di soli quattro mesi da quello del catechista Domenico Conti, mi pare rivesta un profondo e provvidenziale significato, quale la ricomposizione in Cielo di questa mirabile coppia di adoratori del Crocifisso.

In vita essi hanno costituito nell'ambito dell'Unione Catechisti uno di quei sodalizi spirituali tra due apostoli infiammati di amore di Dio e di zelo per il prossimo, che tanto adornano la Chiesa in tutti i tempi.

Il loro gemellaggio catechistico è iniziato sin dalla postulazione nell'Unione, avendo compiuto il medesimo corso di formazione catechistica direttamente sotto la guida di fr. Teodoreto, si è consolidato nella professione secolare, avendo emesso congiuntamente i voti di castità, povertà e ubbidienza proprio in occasione dell'erezione dell'Unione in istituto secolare, avvenuta il 24 giugno 1948, e si è perpetuato per tutta la vita, in un vincolo interiore che li ha allacciati persino nell'ultima fase, presso il pensionato dei Fratelli delle Scuole Cristiane al Centro La Salle di Torino.

Rollino è nato a Torino l'11 giugno 1922, in famiglia di origine vercellese trasferitasi a Torino, dato che il padre era socio nella fonderia Cenisia.

Frequentò scuole allora gestite dai Fratelli: tre anni a S. Pelagia e due all'Istituto Arti e Mestieri di c.so Trapani, conobbe fr. Teodoreto, e partecipò ai corsi di formazione postscolastica nel l 'ambito dell'A.M.I. ( Associazione di Maria Immacolata ), opera dell'Unione per l'orientamento vocazionale, sotto la guida del compianto Giovanni Fonti.

Dopo la seconda guerra mondiale, in cui prestò il servizio militare nell'aviazione, completò la sua istruzione scolastica frequentando i corsi serali all'istituto Avogadro, e così diplomandosi perito industriale.

Si impiegò presso la suddetta Cenisia, ma sempre più preso dal servizio prestato alla Unione Catechisti e alla Casa di Carità Arti e Mestieri, lasciò l'impiego per dedicarsi a tempo pieno alle opere cui si era votato.

L'educatore nell'Unione Catechisti e nella Casa di Carità Docente e animatore in tanti catechismi parrocchiali – cui sin dai primordi dell'Unione si sono dedicati i Catechisti – ha seguito i giovani aspiranti catechisti, in collaborazione con il compianto Claudio Brusa, e successivamente si è dedicato alla formazione delle Catechiste, il che ha costituito il consolidamento del ramo femminile dell'Unione, riprendendo e incrementando le prime adesioni risalenti agli anni

'60, con la presidenza di Conti, a compimento delle aspirazioni e dei contatti intessuti da fr. Teodoreto con signorine desiderose di votarsi all'Istituto.

Ma Rollino è stato altresì un infaticabile operatore nell'Unione, in tutti i ervizi per i quali fosse necessaria competenza professionale, abilità e soprattutto disinteressata dedizione.

Da membro del consiglio generalizio, a segretario, a economo, egli era il fac-totum per ogni adempimento e incombenza, anche amministrativa e inanziaria.

Così, nella sperimentale attuazione del convitto per Catechisti in via Campiglia a Torino, egli fu tra i più attivi per la realizzazione e per l'adesione all'opera.

Ma la pienezza della sua dedizione per l'Unione catechisti si è manifestata durante il suo sessennio di presidente generale.

La circostanza di succedere al dr. Conti, dopo la lunga presidenza di questi, segnalatasi per la profondità delle intuizioni e la genialità delle innovazioni, poteva costituire una forte remora alla libera e responsabile gestione da parte di Leonardo.

Ma è proprio in questa circostanza che si è rivelata la provvidenzialità del rilevato gemellaggio spirituale tra i due: il neo-presidente ha fatto tesoro della gestione di Conti, continuando e perfezionando l'opera di ammodernamento, di riforma e di sviluppo dell'Istituto, e introducendo il suo stile personale di spontaneità, semplicità e naturalezza, tanto da facilitare il dialogo e l'apertura alle aspettative.

La sua missione catechistica si è svolta anche nella Casa di Carità, con partecipazione alla direzione e alla gestione dell'Opera.

Oltre che insegnante di religione e di materie tecniche, è stato direttore dei corsi serali nella sede di Grugliasco, ma soprattutto la sua responsabilità nella gestione dell'Ente si è esplicata durante la sua presidenza dell'Unione, quale rappresentante di questa nell'assemblea dei soci, quando la struttura giuridica della Casa di Carità era l'associazione ( mentre ora, come noto, è la fondazione ).

In tale incombenza ha prestato un'intelligente ed operosa collaborazione, ed ha saputo cogliere e intuire le innovazioni che i segni dei tempi e lo straordinario sviluppo dell'Opera imponevano.

Ma oltre a ciò va ricordato come insigne benefattore della Casa di Carità, poiché in una circostanza di ristrettezza finanziaria di questa – risalente ad alcuni decenni fa – non esitò ad alienare dei beni ereditati dal papà, per far fronte alle necessità dell'Ente di formazione professionale.

E il movente era sempre l'amore al Crocifisso, poiché intravvedeva anche nella Casa di Carità l'espressione del Crocifisso, quale centro e fondamento dell'Opera.

L'appassionato del Crocifisso

E dall'amore al Crocifisso è scaturito il suo impegno per il consolidamento dei rami - maschile e femminile - nelle sedi dell'Unione, in Italia e all'estero, nonché per l 'aggiornamento del testo dell'Adorazione a Gesù Crocifisso.

Con particolare riguardo a tale aggiornamento, egli ha avvertito l'esigenza che la formula di questa devozione risultasse sempre più aperta ed accessibile alla sensibilità contemporanea, specialmente con riguardo ai giovani, e conforme ai nuovi orientamenti liturgici dopo il Concilio: e questo indubbiamente è stato un frutto della sua ricca spiritualità, della sua lucida intelligenza, del suo temperamento intraprendente e gioviale, limpidamente espresso dal suo sorriso.

E concludo queste brevi note proprio ricordando il suo spontaneo ottimismo, non offuscato dalle prove sue personali e dell'Istituto, perché derivante dalla consapevolezza che "Gesù ha vinto il mondo dall'alto della Croce", come si canta nell'inno dell'Unione, e dalla certezza della materna protezione dell'Immacolata.

E la riprova di tale suo ardore è il sentore di santità che egli ispirava: valga per tutte l'attestazione del catechista prof. Jordi Pascual, di un suo colloquio risalente al 1962 con il dr. Carlo Tessitore, allora presidente generale dell'Unione, che non esitò a dichiarargli, pur essendo parco nei giudizi: "Secondo me, Rollino è un santo, un santo da canonizzare".

Vito Moccia