Assurdo l'universo senza Dio Creatore

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Un dipinto che prende vita: paragone immaginoso per esemplificare la necessità dell'atto creativo di Dio1

Immaginiamo un quadro che raffiguri un bel paesaggio, con montagne innevate, cielo, nuvole, fiume, alberi …

Se fosse un quadro di valore, resteremmo incantati, e ci chiederemmo quale artista avesse fatto una simile opera d'arte.

A nessuno verrebbe mai in mente l'idea che si fosse dipinto da sé o che si fosse formato per caso in seguito al rovesciamento di qualche barattolo di vernice.

Dunque vorremmo sapere chi è l'autore.

Ma immaginiamo che ad un certo punto questo quadro divenga per così dire vivente: le nuvole comincino lentamente a muoversi e a transitare, gli alberi divengano mossi dal vento, qualche uccello inizi a passare nel cielo, e così pure i fiori e l'erba prendano a ondulare al vento, e l'acqua del fiume cominci a scorrere alla sua velocità naturale, e avvicinandoci al quadro ne escano pure leggermente i suoni del vento, dello scroscio dell'acqua, degli uccelli del cielo …

E lentamente il cielo diventi blu e cominci a mostrare le stelle, fino a diventare pieno di astri luminosi …

E infine tutto questo acquisti nel quadro una profondità tridimensionale, come se fosse quello che appare da una finestra spalancata sul mondo …

Resteremmo esterrefatti, chiedendoci come sia possibile tutto ciò.

E certamente la domanda su chi sia l'autore diventerebbe mille volte più forte …

Ma ancora di più, immaginiamo che ad un certo punto compaia nel quadro un uomo: dapprima in lontananza, poi sempre più grande, in cammino verso un punto in rilievo dentro il dipinto.

Immaginiamo di sentirlo cantare, di leggere i suoi pensieri, di incrociare il suo sguardo.

Il nostro stupore sarebbe a questo punto travolgente o sconvolgente e la domanda su cosa sia quel quadro e chi ne fosse l'autore sarebbe per così dire assordante …

Ma, infine, supponiamo ancora un evento clamoroso: ipotizziamo che quell'uomo esca dal quadro …

Immaginiamo che ne esca e si volti a guardare il quadro da cui è uscito, e cominci a studiarlo, a chiedersi anche lui chi l'ha fatto, a indagare quali siano le leggi del suo funzionamento e quale ne sia l'origine, lo scopo, l'obiettivo, la mèta.

E ad un certo punto si chieda perché e come quel quadro ha prodotto lui, cioè il suo stesso spettatore!

Un quadro che produce il suo spettatore!

Se già è straordinario un quadro dipinto su tela, se poi è inconcepibile che possa diventare vivente, se infine è sconvolgente che possa far nascere dentro di sé un essere libero e pensante come l'uomo, cosa dovremmo dire se quest'uomo ne diventasse lo spettatore, consapevole di ciò che il quadro è, il punto in cui quel quadro stesso acquistasse conoscenza di sé?

Di fronte a questo quadro, dotato di tali caratteristiche, chi potrebbe ignorare la questione dell'autore?

Chi potrebbe negarlo?

Chi potrebbe pensare al caso come causa d'essere di quel prodigio inconcepibile?

Se è sufficiente un olio su tela di Caravaggio o di Van Gogh per far sorgere in tutti l'ammirazione indiscutibile per l'autore, cosa dovremmo fare di fronte al quadro tridimensionale o quadridimensionale, vivente, razionale, generatore dell'uomo, che è la realtà?

Ecco, con tutto ciò abbiamo solamente descritto quello che siamo: siamo noi che sgorghiamo da questo quadro misterioso, siamo noi che lo osserviamo e ne siamo coscienti, siamo noi che dovremmo chiederci: ma chi è l'Autore di tutto ciò?

Quanto deve essere grande questo Autore!

Quanta intelligenza, quanta potenza, quanta vita deve celare in se stesso!

I punti esclamativi potrebbero sembrare fuori luogo in un discorso che vorrebbe essere filosofico-dimostrativo, ma in realtà sono l'espressione di quello stupore che inevitabilmente sgorga quando un livello anche minimo di consapevolezza della grandezza dell'Essere Assoluto si manifesta in noi.

Matteo Graziola

Michelangelo - Creazione del sole, della luna e delle piante. Cappella Sistina.


1 Riportiamo stralci dal capitolo "Un paragone immaginifico", dell'articolo "La fisica di Hawkins e l'essere infinito di Rosmini", di Matteo Graziola, pubblicato su "Rivista Rosminiana" n.1, gennaio - marzo 2011, grati per l'autorizzazione concessaci, e riconoscenti all'Autore per l'efficacia del brano esemplificativo qui trascritto, che per l'esposizione piana consente l'approccio alla importante questione
della creazione anche a chi non abbia dimestichezza con il linguaggio filosofico.