Un mistico, maestro di spiritualità del Crocifisso e …

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Leopoldo Maria Musso O.F.M.
( Terruggia Monferrato 30.1.1850 - Torino 27.1.1922 )

( continuazione dello stesso articolo dal bollettino precedente, n°316 di gennaio/febbraio )

3. L'Adoratore del Crocifisso

Entrato in religione, la vita di Luigi Musso si identifica con il suo itinerario mistico e apostolico, e le tappe della sua esistenza, più che in avvenimenti esterni, sono segnate dall'ascesi spirituale e dal suo costante interessamento per le incipienti opere formative e catechistiche da lui ispirate.

Indossato il saio di S. Francesco il 18 gennaio 1902 nel santuario di S. Antonio, e assunto il nome di fra Leopoldo Maria, fu assegnato al convento parrocchia di S. Tommaso, ove praticamente risedette sino alla morte.

La costante adorazione e il profondo amore per il Crocifisso costituiscono la nota specifica della sua esistenza, e le stesse pause da questa permanente dedizione - costituite dai suoi impegni di lavoro come cuoco della comunità, e dai momenti di riposo - interrompono solo esteriormente il suo servizio al Signore, ma interiormente non sospendono la cosciente volizione di intimità con Dio.

In effetti Fra Leopoldo trascorre tutto il tempo disponibile in adorazione dinanzi al Crocifisso e al Tabernacolo, unito nella preghiera all'Immacolata, da lui invocata e sentita intensamente come Madre.

Ed anche la notte è propizia per l'orazione permanente, dato che sono poche le ore che concede al sonno.

Vi sono vari episodi che contrassegnano anche esternamente tale ascesi, e ci limitiamo solo a due.

Nel suo Diario così descrive la visione che ha avuto del Crocifisso: "Nel 1893 ebbi una visione, in sogno, nel Castello di Viale d'Asti: vidi in alto Gesù Crocifisso; stava abbracciata ai suoi piedi un'anima bellissima, dal volto nobilissimo; teneva gli occhi abbassati modestamente, un po' chino il capo, e la veste era come luminosa; il tutto mi imparadisava.

Fissai lo sguardo su quella soavissima visione: dopo pochi minuti sparì, lasciandomi una dolcezza inenarrabile, che non dimenticherò per tutto il tempo della mia vita."

Anche di notte era sollecito a recarsi in chiesa, nella cappella santuario dedicata alla Madonna, attigua all'altar maggiore, ma da questo separata, e l'accesso gli era consentito per il benevolo e miracoloso intervento di Maria SS. che per molto tempo, dal marzo 1909 al luglio 1910, apriva e chiudeva la porta di entrata dal convento alla sacrestia ( successivamente, su suggerimento stesso della Madonna, fra Leopoldo s'industriò per procurarsi una chiave ).

La sua adorazione al Crocifisso ricalcava l'orazione universale della liturgia del Venerdì Santo, e riguardava pertanto la Chiesa in tutte le sue componenti, dal Papa, i Vescovi e i Sacerdoti, a tutti i fedeli, la conversione dei peccatori, la santificazione dei consacrati e delle famiglie, il suffragio per le anime del purgatorio, la supplica per la salvezza degli uomini e il particolare ricordo per quanti si raccomandano alla nostra preghiera.

Ma il tratto preminente e più toccante di tale adorazione è l'intimità con il Crocifisso attraverso la contemplazione delle sue cinque ferite più vistose aperte, i contrassegni della sua crocifissione e del suo traboccante amore per il Padre e per l'umanità.

Invero Gesù, pur essendo Dio, non si è sottratto alla condivisione della sofferenza spirituale e corporale con gli uomini, da Lui tutti attratti nell'abbraccio universale e irreversibile alla croce, e attestato anche da una delle sue ultime parole in croce: "Ho sete!".

La costante effusione di tali sentimenti e affetti spirituali, e la contemplazione della passione, morte e risurrezione del Signore, ha portato fra Leopoldo a formulare la preghiera "Adorazione a Gesù Crocifisso", un tempo denominata anche "Devozione alle cinque Piaghe di Gesù", che ha rappresentato, e costituisce tuttora, una delle formule più diffuse della pietà popolare.

4. Le opere. Unione Catechisti. Casa di Carità Arti e Mestieri

Il ven. fr. Teodoreto delle Scuole Cristiane, al secolo Giovanni Garberoglio ( *Vinchio d'Asti 9.2.1871 - † Torino 13.5.1954 ) è stato lo zelante apostolo di tale preghiera, cui ha dato una formale e compiuta sistemazione, anche sul piano tipografico, e l'ha diffusa in tutto il mondo con i suoi Catechisti e Confratelli.

Fr Teodoreto è stato legato da una costante e devotissima amicizia con fra Leopoldo - allacciata anche con segni ed occasioni quanto meno mirabili - ed i progetti apostolici ed educativi che Egli auspicava, per la costituzione di un'associazione di perseveranza e di perfezione spirituale degli ex-allievi e dei giovani, e per la formazione professionale e cristiana degli apprendisti e dei lavoratori, hanno trovato la loro attuazione nel consiglio e nell'esortazione di fra Leopoldo.

Il 23 aprile 1913, fra Leopoldo, interpellato da fr. Teodoreto se costituire tale associazione di giovani, sente queste parole mentre prega Gesù Sacramentato:" Dirai al Fratello Teodoreto che faccia ciò che ha nella mente".

È sorta così l'Unione Catechisti del Crocifisso e dell'Immacolata, consolidatasi poi in Istituto Secolare ( uno dei primi dieci della Chiesa ), e approdata anche in Eritrea ed in Perù, e con aggregati e devoti in varie parti del mondo.

Il 24 novembre 1919, fra Leopoldo, mentre pratica l'Adorazione al Crocifisso, sente queste parole di Gesù: "Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri".

È l'inizio di quest'opera, ente di formazione professionale cristiana, ora eretta in Fondazione, con ventisei sedi, di cui una ad Arequipa in Perù, oltre ad altre dipendenze e a vari corsi in stabilimenti di pena per la formazione dei detenuti.

Ma parlare di queste Opere è rifarci ad esperienze contemporanee, che potranno formare oggetto di specifiche trattazioni, qui solo richiamate per attestare l'attualità di questo umilissimo, ma spiritualmente gigantesco figlio della nostra terra.

V.M.

Gli allievi della Casa di Carità nella chiesa di S. Tomaso