60° Anniversario della morte del Ven. Fr. Teodoreto

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La S. Messa nell'aia della casa natale a Vinchio d'Asti

I discorsi commemorativi

La testimonianza del personale della Casa di Carità Arti e Mestieri

La celebrazione di don Aldo Rosso a Vinchio d'Asti.

La consueta commemorazione annuale, nel paese natale, della morte del ven. fr. Teodoreto, avvenuta il 13 maggio 1954, ha avuto quest'anno una particolare solennità, ricorrendo il 60° anniversario.

Il Venerabile Fratel Teodoreto

La S. Messa è stata celebrata nel pomeriggio di domenica 11 maggio, officiata come di consueto dal parroco, don Aldo Rosso, dinanzi a un folto pubblico, costituito dai Catechisti e Amici dell'Unione, da numeroso personale della Casa di Carità, giunti in pullman e in macchina da Torino e da altre località, nonché da una nutrita presenza di Vinchiesi, sempre zelanti a venerare e rendere onore al loro illustre Concittadino, che con la sua santità e con le Opere fondate ha contribuito a dare lustro e notorietà alla loro ridente e ubertosa terra, distesa sui colli astigiani, festosi di vigneti.

Don Rosso tiene l'omelia

Nell'omelia il sig. Curato, pur attenendosi liturgicamente alle letture scritturali del giorno, la IVa domenica dopo Pasqua, ha intessuto un autentico panegirico di fr. Teodoreto, rilevando come il Venerabile si sia intensamente attenuto all'esemplarità di Gesù, buon Pastore, nella cura e nella santificazione del gregge affidatogli, i suoi allievi delle scuole cristiane, i Catechisti, gli allievi della Casa di Carità, non mancando di sottolineare a più riprese, e anche con forza, come sia necessario essere vigilanti nel nostro tempo dai mercenari della disonestà e del peccato, che cercano di fuorviare il gregge dei credenti.

La Messa è stata preceduta dal discorso celebrativo qui sotto sintetizzato, ma, ripetiamo, la stessa omelia è stata un'autentica ed elevante ovazione di fr. Teodoreto.

V.M.

Il discorso di fr. Raffaele Norti, v. Postulatore.

Fr. Raffaele, vice postulatore della causa di beatificazione di fr. Teodoreto, ha introdotto il suo intervento giustificando l'assenza, per motivi di forza maggiore, di fr. Rodolfo Meoli, postulatore della causa, ma tuttavia presente non solo col pensiero, ma con lo scritto del discorso celebrativo che avrebbe dovuto tenere, e di cui egli ne ha esposto il contenuto.

Fratel Teodoreto religioso consacrato.

Per comunicare Dio agli altri, bisogna prima possederlo.

Fr. Teodoreto non dimenticava di essersi fatto religioso innanzi tutto per tendere alla santità.

Senza questa costante tensione non avrebbe realizzato nulla, perché il Signore per le sue opere si serve solo di chi si affida totalmente a lui.

Il V. Postulatore fr. Raffaele Norti

Era l'impegno che rinnovava giornalmente all'inizio di ogni attività scolastica e di apostolato, e che si sforzava di trasmettere, fin da giovane fratello, alle anime che il Signore gli affidava, bambini e adulti.

A tutti, e in particolare poi ai membri dell'Unione Catechisti da lui fondata, ricordava che la santità è il normale sbocco di ogni vita cristiana.

Osservando da vicino la vita quotidiana di fr. Teodoreto vi scorgiamo realmente una coerenza fra quanto insegnava e il suo personale comportamento, che hanno fatto di lui un modello di educatore rispettato in comunità e apprezzato da quanti ricorrevano a lui per aiuto e consiglio.

Proprio perché il suo esempio fosse proposto alla venerazione dei fedeli, fu avviato a suo tempo a Torino il processo diocesano per la sua beatificazione.

Processo terminato nel 1990 a Roma, con la proclamazione, da parte del Papa San Giovanni Paolo II, dell'eroicità delle sue virtù, diventando così Venerabile.

Ora manca solo il miracolo di una bella guarigione per farlo proclamare prima Beato e poi Santo.

Da qui una riflessione per noi tutti, religiosi e laici, è doverosa e potrebbe essere così formulata: "Qual è la mia coerenza con i doveri assunti al momento del mio battesimo, rinnovati al ricevimento della cresima e via via nel corso della vita?

Non capiti anche a noi quello che avviene in tanti cosiddetti devoti, che da una parte ammirano, rispettano, venerano e pregano i santi, ma dall'altra se ne tengono a debita distanza, non decidendosi a percorrere le loro stesse vie, pur nella varietà di modi che il Signore determina per ogni sua creatura.

Fratel Teodoreto ci invita a "fare i conti" con i nostri doveri di battezzati e di consacrati che dobbiamo tendere alla santità.

Non a caso l'importante documento del Concilio Vaticano II, intitolato "Lumen gentium", al capitolo quinto parla di "universale vocazione alla santità".

Da questa totale rispondenza alla donazione di sé fatta al Signore, è sorta quella fioritura di iniziative spirituali e formative, nonché di opere caritative e sociali di tanta rilevanza che hanno caratterizzato la vita del nostro Venerabile.

Le opere di Fratel Teodoreto.

Santità personale: certo; pratica costante ed esemplare delle virtù: certo; compimento perfetto dei doveri di Fratello delle Scuole Cristiane: certissimo!

Ma per Fratel Teodoreto questo non bastava.

Egli andava oltre; egli vedeva i ragazzi proiettati nel futuro; vedeva in essi i lavoratori e i professionisti di domani; li vedeva alle prese con i doveri e le difficoltà della vita che desiderava per loro vissuta alla luce di Cristo e del Vangelo.

Da qui l'esigenza di una formazione permanente, non circoscritta agli anni curricolari scolastici.

Le realizzazioni che scaturirono da questa sua concezione le conoscete bene.

Esse, come sapete, presero sostanzialmente tre direzioni:

Fondò nel 1913 un'associazione laicale che ha precorso gli istituti secolari che si sono sviluppati dopo il Concilio: L'"Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria Immacolata".

Molti di quelli che ne fanno parte sono qui presenti e li saluto fraternamente.

I fedeli durante la messa dinnanzi alla casa natale

L'avere prospettato l'esigenza della perfezione e quindi della santità per coloro che vivono nel mondo, ap- pare una chiara anticipazione di quanto dichiarerà il Pontefice Pio XII con la Costituzione Apostolica Provida Mater Ecclesia quarant'anni più tardi e in maniera ancora più netta il Concilio Vaticano II, ma dopo gli anni sessanta.

Fratel Teodoreto aveva capito in anticipo c'era bisogno di nuove forme di vita religiosa, che congiungessero la ricchezza della consacrazione al Signore alla presenza nel mondo.

L'Unione da lui concepita operava questa congiunzione.

E con una varietà sorprendente di forme, perché creò i Catechisti e Catechiste Consacrati/e, che praticano i consigli evangelici e fanno opera di apostolato negli ambienti del loro lavoro; gli Associati/Associate che vivono seguendo lo spirito dei Consigli evangelici, e infine gli Aggregat/Aggregate che sono membri del movimento Adoratori di Gesù Crocifisso e partecipano dei beni spirituali dell'Unione.

Fratel Teodoreto è stato quindi un grande precorritore del tempo posto conciliare, giacché seppe far scaturire dal suo cospicuo patrimonio di santità e attraverso l'infaticabile ministero scolastico-educativo, quell'irradiazioe di opere sociali, caritative, religiose e formative che hanno anticipato l'atmosfera di rinnovamento.

Laici accanto ad altri laici, i Catechisti mostrano come si possa essere pienamente fedeli al Vangelo, senza separarsi dal mondo, apprezzandone anzi e con- dividendone i valori autentici.

La comunione dei fedeli

Fratel Teodoreto pensò anche al mondo del lavoro, realizzando un grande centro di formazione professionale di ispirazione cristiana: la "Casa di Carità Arti e Mestieri."

Fu l'altra realizzazione provvidenziale.

In questo, come in altre sue opere, seguì il consiglio del suo ispiratore, fra Leopoldo Maria Musso.

Nel Diario di questo Frate Francescano, in data 24 novembre 1919, leggiamo infatti: "Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per fare imparare ai giovani Arti e Mestieri".

Queste Case ora sono 26, e ne è stata istituita un'affiliazione anche in Perù.

Ma seguiva anche l'esempio del suo Fondatore, San Giovanni Battista de LaSalle, pioniere dell'educazione popolare e dell'istruzione professionale, in coerenza con le esigenze dei tempi.

Ha avuto altresì un'attenzione particolare per i poveri ed i bisognosi, sollecitando i suoi Catechisti ad affiancare le Suore Figlie della Carità, ed in seguito praticamente a gestire la conduzione della Messa del Povero, opera benemerita che cura non solo la refezione, ma altresì la catechesi degli indigenti con la Messa domenicale.

Il Crocifisso secondo la visione di fra Leopoldo

L'amore a Gesù Crocifisso

C'è però un ulteriore basilare aspetto da sottolineare, che rappresenta in realtà il vero punto di partenza e insieme il punto di arrivo di ogni realizzazione di fr. Teodoreto: l'esplicito riferimento al centro della fede cristiana, cioè al Crocifisso Risorto, sorgente, contenuto e obiettivo di tutto il suo agire e delle opere che ne derivarono.

Si concretizzò nella formula della "Devozione alle Cinque Piaghe del Crocifisso Risorto", ricevuta da fra Leopoldo con la missione di diffonderla in tutto il mondo, al che fr. Teodoreto si dedicò con tanto zelo fino al termine della sua vita, aiutato dai Confratelli e dai Catechisti.

La croce è esperienza di fede e radicamento essenziale e profondo in Cristo.

San Paolo dice: "Quanto a me non ci sia altro vanto che nella Croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo" ( Gal 6,14 ).

Così è stato per fr. Teodoreto.

Ed altresì il Crocifisso è stato il libro da cui ha appreso tutto, ed a Lui si applica alla lettera quanto leggiamo nel "Giornale dell'anima del Papa San Giovanni XXIII: "Il mio gran libro da cui da qui innanzi dovrò attingere con maggior cura ed affetto le divine lezioni di alta sapienza, è il Crocifisso".

Ed è nel Crocifisso, con l'Immacolata, che fr. Teodoreto ripone ogni sua opera, in conformità alla recen- te esortazione di Papa Francesco al clero romano: "Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore".

Imitiamo le virtù di fr. Teodoreto, e affidiamo alla sua intercessione le nostre preghiere e le nostre suppliche a Dio.