Apertura dell’anno formativo alla Casa di Carità

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Esercitare la missione educativa nella fedeltà al carisma dell’Opera

Il saluto del Presidente

Con il discorso augurale e di saluto del presidente, ing. Bondone, al personale, si è aperto il 1° settembre l’anno formativo 2014/15 della fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri, in un contesto ispirato non solo alla speranza, ma all’ottimismo, se nelle parole di esortazione non è mancato il rigetto del pessimismo e il riferimento alla dimensione di gioia del lavoro.

E tale atteggiamento, pur in periodo di difficile congiuntura, è scaturito dalla stessa natura dell’Opera, di ispirazione cattolica e radicata in una costante fiducia nella Provvidenza.

É questa la convinzione tramandataci dai Fondatori e dai primi artefici della Casa di Carità, il cui esempio ci ispira ed a cui dobbiamo restare fedeli.

Tale atteggiamento è un impegno, che non ci esime dalla dedizione e dalla ricerca per quanto la nostra responsabilità ci impone di fare, come se tutto dipendesse da noi, né ci esenta da prove e da difficoltà, ma il riferimento fedele al carisma dell’Opera ci deve infondere una serenità nell’affrontare gli ostacoli, e anche nel superare le delusioni che possiamo incontrare nel cammino.

É in questa luce che il presidente non ha nascosto la difficile congiuntura in cui stiamo operando per il perdurare della attuale crisi economica e sociale.

Ma è proprio in considerazione di tale situazione che si impone un’attenzione verso nuove forme di formazione professionale, che consentano di soddisfare l’obbligo formativo cui sono tenuti i nostri allievi.

Quindi è necessario orientarci verso corsi che abbiano sbocchi nel mercato del lavoro, in nuovi settori merceologici, con servizi ai processi produttivi, con apertura non solo ai giovani – pur categoria tradizionale e fondamentale della formazione erogata dalla nostra Opera sin dal suo inizio nel 1919 – ma altresì agli adulti, ai disoccupati, per le conversioni lavorative.

Occorre sviluppare i rapporti con l’Università, con le associazioni imprenditoriali e finanziarie, mantenendo e incrementando la fiducia e la considerazione che la Casa di Carità ha acquisito.

Si rende quindi necessario un approfondimento e uno sviluppo sul piano didattico, il che è connesso ad una revisione del modello organizzativo, con l’adozione di iniziative strategiche adeguate all’assolvimento dell’obbligo di formazione.

L’innovazione non altera certamente le nostre competenze e la nostra personalità, ma se mai le arricchisce, perché pur mantenendo lo stile che ci è proprio, ci apriamo a nuovi traguardi e prospettive.

Occorre mirare ad investimenti umani, e non solo di materiali e strutture meccaniche e didattiche.

In questa linea resta fondamentale il dialogo con i colleghi e il lavoro di gruppo, evitando emulazioni e concorrenza tra colleghi, e tenendo fermo che alla Casa di Carità nostro dovere è il costante adempimento del servizio educativo.

Il Presidente saluta i convenuti

Associazione Gruppo del Personale della Casa di Carità

É intervenuto successivamente Ezio Audano, quale past presidente dell’Associazione, anche a nome dell’attuale presidente Mauro Borghi, assente per indisposizione.

Ha illustrato le motivazioni e finalità per cui da vari anni è stata costituita l’Associazione, per consentire al personale che lo desideri di aderire anche sul piano della coscienza al carisma della Casa di Carità, il che riveste un carattere morale, che trascende il rapporto di lavoro.

É poi seguita la premiazione con la consegna di una targa per la fedeltà al personale che ha realizzato rispettivamente 35 e 25 anni di servizio: Giuseppe Becchero, Roberto Bertero, Pier Franco Muroni, Claudio Priante, Secondo Tessa per il primo gruppo; Giorgio Enrico Rosso e Paola Santa per l‘altro.

La collaborazione di ognuno di loro, pur nella diversità delle prestazioni, è stata preziosa ed ha contribuito allo sviluppo del nostro Ente.

Una menzione particolare va rivolta al dr. Tessa, consigliere della Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri, per l’opera svolta nell’aggregazione del CFPP ( dedicato alla formazione dei carcerati, e da Lui diretto ) alla nostra Fondazione.

Il personale nel salone Fr. Teodoreto

La Messa d’inizio anno formativo

É stata concelebrata dai nostri Cappellani, don Marco Ghiazza e don Stefano Bertoldini.

Nell’omelia don Marco, sottolineando l’importanza e il significato di iniziare l’anno formativo con la Messa, ha posto in rilievo la missione di ogni operatore della Casa di Carità, ricollegandola alla missione di Gesù, di cui al testo del Vangelo sul suo discorso nella sinagoga di Nazaret.

Anche noi siamo investiti da Dio per il nostro ufficio educativo e formativo, e chiamati ad opere di misericordia, come la liberazione dei nostri allievi dalle oppressioni interiori ed esterne, il donare loro la luce della competenza professionale e della dignità umana, l’annunciare la buona novella della salvezza portata da Gesù.

Così operando potremo veramente realizzare in quest’anno formativo un anno di grazia del Signore.