Il dono della sapienza

B340-A1

Meditazioni del ven. fr. Teodoreto sui Doni dello Spirito Santo

( Sezioni « B e C » del presente capitolo; la parte « A » è stata pubblicata nello scorso Bollettino n° 330 )

b) Oh! Quanto è da augurare che Dio stesso ci faccia gustare queste verità, che prenda possesso intero dei nostri cuori con il dono della sapienza!

Al suo primo contatto la nostra anima esulterebbe di gioia.

Quando Dio la favorisce in tal modo, l'emozione, un'emozione intensa e infinitamente delicata, si impadronisce della volontà, e lo spirito, così poco abituato a tanta luce ne resta rapito.

L'anima tocca Dio; dapprima a tale pensiero freme, poi è in preda ad un trasporto di gioia; pare allora all'anima che Dio voglia penetrare tutto il suo essere; sente questa ineffabile penetrazione, questo possesso da parte di Dio di tutte le sue potenze.

Sente che Dio la possiede, la abbraccia, la stringe, la tiene stretta al suo Cuore.

Tale è il sentimento della presenza personale di Gesù Cristo che provano certe anime privilegiate.

Queste impressioni così delicate, così profonde, così spirituali sono per l'anima dei lampi di luce che scolpiscono in essa e per sempre la conoscenza dell'ineffabile bontà di Dio, dell'incomprensibile amore che ha per noi.

Poi l'impressione va mano mano diminuendo o scompare d'un tratto, e l'anima, ancora tutta trasportata, esce come da un sogno delizioso.

Ma non dimentica ciò che ha provato; rimane ferita dal dardo che l'ha colpita.

Nei momenti difficili che certo non tarderanno a venire, nelle difficoltà che non mancheranno di affacciarsi, l'anima si sentirà fortificata dal ricordo della grazia ricevuta.

Dio stesso talora cercherà di ricordarle che è tutta sua, la ritufferà, per un po' di tempo, in questo bagno d'amore, la inonderà con la sua divina presenza, si impadronirà di tutte le sue potenze.

La stringerà di nuovo; si farà sentire e gustare da essa in mille modi diversi, tutti ineffabilmente mirabili, deliziosamente incomprensibili.

Ogni anima che ha il dono della sapienza sperimenta così con tutte queste numerose sfumature, ma a modo suo, la presenza di Dio.

Perciò sarebbe temerario il voler fissare, entro forme invariabili, questa misteriosa e divina azione sempre nuova e sempre feconda.

Qui tutto è gratuito.

Lo Spirito Santo agisce come vuole e quando vuole; non bada che al bene dell'anima.

Talvolta, dopo alcune brevi operazioni, si ritira anche per lungo tempo; talvolta ritorna a brevi intervalli di tempo; tiene l'anima a sé unita durante una mezz'ora, un'ora e anche più lasciandole appena, in quei momenti d'intimità, qualche momento di riposo.

Ma come descrivere un tocco così delicato, un'azione così ineffabile?

La diversità della operazione di Dio è infinita ed essa deve esserlo; è il segno della sua origine divina.

Questa operazione prende l'anima quando questa meno vi pensa, durante il lavoro come durante la preghiera, nella ricreazione come nell'orazione.

Un ricordo, la vista di un oggetto, una parola bastano perché l'anima si senta presa e trasportata.

c) Oh! Come siamo lontani dal lavoro penoso dell'anima che si sforza, con riflessioni e letture, di riscaldare un cuore tiepido e talora gelato.

Si trattava allora, per l'anima, del regno delle virtù.

La ragione umana, illuminata dal fulgore della fede, dirigeva la sua vita spirituale; la volontà cercava di andare verso un Dio che sapeva amabile, ma che non gustava.

Ora tutto è cambiato.

Le riflessioni, il lavoro dello spirito, gli sforzi della fantasia non hanno più ragione d'essere.

L'anima si sente in Dio, unita a Lui, riposante sul suo seno.

Che cosa potrebbe fare se non amare?

Così favorita dal dono della sapienza e innalzata, col contatto mistico della divinità, al livello della divina intelligenza, l'anima comincia a giudicare di Dio e di quanto a Lui si riferisce, in modo divino e perciò infinitamente superiore a quello della ragione umana.

Essa ama e gusta la povertà, le croci, il disprezzo, ciò che la fa passare per insensata agli occhi del mondo.

La sapienza divina non è e non saprebbe essere che follia secondo il giudizio umano, ma, a sua volta, la sapienza umana è una follia agli occhi di Dio e delle anime deificate.

Oh! Come questa divina follia è desiderabile e come la nostra anima dovrebbe aspirare al dono della sapienza!

Essa ci renderebbe insensibili alle cose del mondo, che non sono che fango; ci darebbe la pace e la gioia perfetta, poiché nulla al mondo può turbare un'anima che non stima, non ama e non gusta che Dio.

Fr. Teodoreto

Estratto da " L'ideale cristiano e religioso", quaderno per la formazione dei Catechisti.