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Come si sono formati i Vangeli ( fuori testo )

CCC nn. 76; 125-127; 514-515 CdA nn. 76-77 CdG1 pp. 44-46


La parola "vangelo" non indica prima di tutto un libro, ma un messaggio che annuncia in forma di racconto la "bella notizia": in Gesù di Nazareth Dio ci viene incontro, per liberarci dal male e offrirci la sua vita in pienezza.

Solo verso la metà del secondo secolo d.C. il termine "vangelo" cominciò ad essere applicato ai quattro libretti di Matteo, Marco, Luca e Giovanni.

Questi libretti si sono formati attraverso un processo che lo studio letterario dei testi ha ricostruito in tre tappe.

La prima tappa è costituita dall'attività pubblica di Gesù, culminata nella sua morte e risurrezione.

Durante questo periodo Gesù ha formato i discepoli, in particolare i Dodici e ha impartito loro un insegnamento, sullo stile dei maestri religiosi del tempo, cioè ripetendo i suoi insegnamenti frase per frase, che i discepoli dovevano imparare a memoria.

Ma, a differenza dei vari "rabbì", Gesù proponeva "una dottrina nuova insegnata con autorità" ( Mc 1,28 ): si trattava di un messaggio dal contenuto assolutamente originale, proposto con un'autorità superiore a quella di Mosè e dei profeti, formulato con un linguaggio talmente vivace e incisivo da imprimersi facilmente nella mente e nel cuore dei discepoli.

Inoltre, se si tiene presente che si trattava di un messaggio non astratto e cattedratico, ma sempre legato a circostanze concrete, e che i discepoli sono stati testimoni diretti difatti prodigiosi e di eventi drammatici quali la passione, o del tutto inattesi, come le apparizioni del Risorto, allora si può ragionevolmente concludere che tutta la vicenda del Nazareno deve essersi necessariamente fissata in modo indelebile nella memoria di coloro che avevano vissuto in intima familiarità con il Maestro.

La seconda tappa è rappresentata dalla predicazione degli apostoli.

Dopo la Pentecoste la prima comunità cristiana comincia a proclamare la novità formidabile: Gesù di Nazareth è risorto.

Attorno a questo annuncio si coagula un materiale di racconti che costituiscono un primo canovaccio della sua vicenda: citazioni di sentenze, narrazioni di miracoli, racconto dell'evento centrale di passione - morte - risurrezione.

Questo materiale viene utilizzato per predicare a ebrei e pagani, per istruire in modo più approfondito i convertiti e per celebrare la memoria del Signore nelle assemblee liturgiche.

Due sono i fattori determinanti che permettono una comprensione più, piena della "storia di Gesù": la fede nella sua risurrezione gloriosa e la luce dello Spirito Santo donato dal Risorto ai suoi.

"Gli apostoli, dopo l'ascensione del Signore, trasmisero ai loro ascoltatori ciò che egli aveva detto e fatto, con quella più completa intelligenza di cui essi, ammaestrati dagli eventi gloriosi di Cristo e illuminati dalla luce dello Spirito di verità, godevano" ( Dei Verbum, 19 ).

La terza tappa è costituita dalla redazione dei Vangeli.

Per le esigenze delle prime comunità erano già state messe per iscritto delle piccole collezioni di detti e fatti di Gesù, ma ad un certo punto nacque l'esigenza distendere tali racconti in forma di narrazione organica.

Per questo si richiedeva un'accurata opera di ricerca attraverso le fonti disponibili, sia orali sia scritte, e un'attenzione particolare alle situazioni delle varie comunità.

Ecco, ad esempio, come Luca descrive l'itinerario seguito per la redazione del suo Vangelo: "Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto" ( Lc 1,1-4 ).

La breve prefazione dell'evangelista testimonia le tre fasi su indicate: all'inizio gli eventi della storia di Gesù ( "gli avvenimenti successi tra di noi" ), poi la predicazione degli apostoli ( "testimoni fin da principio" ), quindi, in seguito a vari tentativi parziali, l'opera di ricerca e di redazione dell'evangelista, tenendo presente la situazione e le esigenze dei lettori ( "perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto ").

I primi tre Vangeli sono chiamati "sinottici": essi infatti impiegano uno schema sostanzialmente identico così che si possono leggere "con uno sguardo d'insieme" su colonne parallele.

La coincidenza giunge ai contenuti e persino alla formulazione delle frasi.

Questo si può spiegare solo con una dipendenza tra loro e da fonti comuni.

Gli studiosi hanno avanzato diverse ipotesi al riguardo.

La più condivisa ritiene che Matteo e Luca dipendano essenzialmente da Marco e da una raccolta di "parole di Gesù".

Alcuni parlano anche di un primo Vangelo di Matteo in aramaico.

Il Vangelo di Giovanni, l'ultimo in ordine di tempo, presenta un'impostazione autonoma della vicenda di Gesù e del mistero della sua persona.

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