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Il Magnificat ( scheda )

CCC n. 2619 CdA nn. 794 CdG1 pp. 258-261


Il Magnificat ( Lc 1,46-55 ) è la preghiera delle beatitudini.

È la preghiera di Maria povera in spirito pura di cuore, mite, ricca di misericordia e affamata di giustizia.

Lo scopo immediato della preghiera di Maria è di rispondere all'elogio di Elisabetta: "Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore" ( Lc 1,45 ).

Maria non rifiuta questo elogio, ma lo colloca nella giusta prospettiva.

Ciò che sta avvenendo in lei è puro dono della bontà di Dio: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva" ( Lc 1,46-48 ).

Con queste parole Maria apre la sua preghiera sottolineando il motivo della grazia che è tema costante di tutta la storia della salvezza la caratteristica più rilevante dell'agire di Dio.

La preghiera di Maria passa dal singolare al plurale, dal caso personale alla comunità e all'intera storia di salvezza.

Anche questo è importante: in ciò che Dio compie in lei, Maria scorge la traccia di ciò che egli compie in tutti.

Il caso personale assurge a tipo e diventa il luogo in cui si può percepire lo schema costante del disegno di Dio.

Il Magnificat è un mosaico di testi tratti dall'Antico Testamento.

Si può quasi dire che nessuna espressione sia del tutto originale.

Lo è però l'insieme che ne risulta.

Le pietre sono antiche, ma la costruzione è nuova.

Le allusioni più frequenti riguardano il cantico di Anna ( 1 Sam 2,1-10 ), e questo lo si spiega per l'analogia delle due situazioni.

Ma il Magnificat non sceglie i testi anticotestamentari a caso bensì secondo due precise opzioni.

La prima è che la salvezza è tutta sospesa alla gratuita iniziativa di Dio.

Il Signore è sempre il protagonista, e i suoi interventi nascono tutti dalla sua fedeltà misericordiosa, che secondo la Bibbia è l'attributo fondamentale di Dio: "Ha soccorso Israele, suo servo ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri … per sempre" ( Lc 1,54-55 ).

La seconda opzione è che la salvezza si attua nella storia degli umili: a loro è rivolta e loro sono accanto a Dio i protagonisti.

E Dio conduce la storia rovesciando le logiche umane: ha confuso i sapienti con tutte le loro macchinazioni, ha rovesciato i potenti, riempie di beni gli affamati e manda i ricchi a mani vuote.

Le due prospettive con le quali Maria ha letto l'Antico Testamento e la sua esperienza costituiscono quella "logica di Dio" che rende intelligibile la vicenda di Gesù, l'annuncio del Regno e la stessa esistenza cristiana.

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