Sarete miei testimoni

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Andate in tutto il mondo

Leggiamo negli Atti degli Apostoli i capitoli 27 e 28, che narrano la missione apostolica di Paolo a Roma.

L'annuncio del Vangelo portato da Paolo giunge fino a Roma, la capitale dell'impero romano.

Paolo ha fatto precedere la sua predicazione da una importante lettera alla Chiesa di Roma, manifestando la sua intenzione di incontrare i cristiani di quella città.

"Dio mi è testimone che io mi ricordo sempre di voi, chiedendo sempre nelle mie preghiere che per volontà di Dio mi si apra una strada per venire fino a voi.

Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io".

( Leggi Rm 1,9-12 )

Cosa spinge l'apostolo a farsi missionario del Vangelo fino a Roma?

Paolo, Pietro e tutti i discepoli di Gesù, conoscono la precisa consegna, che Gesù risorto ha lasciato: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura". ( Mc 16,15 )

Essi sono consapevoli che il Vangelo è un dono destinato agli uomini delle diverse razze e culture, perché per tutti Cristo Gesù è morto e risorto e chiama tutti a far parte della sua Chiesa.

Tutti nella Chiesa siamo responsabili di portare il Vangelo a chi ancora non lo conosce senza escludere nessuna persona e nessun paese.

L'universalità nasce dal cuore e si manifesta con gesti concreti di apertura verso tutti i popoli: l'attenzione e l'accoglienza verso persone che non appartengono al nostro gruppo o al nostro ambiente, la capacità di andare incontro a chi è diverso da noi, il desiderio e il coraggio di parlare ad altri di Gesù e del suo Vangelo, la generosità nel collaborare ad iniziative in favore di altre Chiese.

Come la nostra comunità manifesta interesse e apertura universale ai problemi della missione della Chiesa nel mondo?

Questo è il comando di

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