Ecclesiam suam |
24 Potremmo esprimere in altro modo questo Nostro invito, che rivolgiamo tanto alle singole anime di coloro che vogliono accoglierlo; a quelle di ciascuno di voi, perciò, Venerabili Fratelli, e di coloro che con voi sono alla Nostra e alla vostra scuola, quanto all'intera assemblea dei fedeli, collettivamente considerata ch'è la Chiesa.
E cioè potremmo tutti invitare a compiere un vivo, un profondo, un cosciente atto di fede in Gesù Cristo Signor Nostro.
Noi dovremmo caratterizzare questo momento della nostra vita religiosa con questa forte e convinta, se pur sempre umile e trepidante, professione di fede, simile a quella che leggiamo nel Vangelo, emessa dal cieco nato, a cui Gesù Cristo aveva aperto gli occhi: Credo, Signore!; ( Gv 9,38 )
ovvero a quella di Marta, nello stesso Vangelo: Sì, Signore, io ho creduto che tu sei il Messia, il Figlio di Dio, che sei venuto in questo mondo; ( Gv 11,27 )
oppure a quella, a Noi così cara, di Simone, poi tramutato in Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente. ( Mt 16,16 )
25 Perché osiamo Noi invitarvi a questo atto di coscienza ecclesiastica?
a questo esplicito, se pur interiore, atto di fede?
26 Molte sono le ragioni, a Nostro avviso, e tutte derivate da esigenze profonde ed essenziali del momento speciale in cui si trova la vita della Chiesa.
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