Aetatis novae

Indice

I - Contesto delle comunicazioni sociali

A. Contesto culturale e sociale

4. Lo sconvolgimento che si verifica oggi nella comunicazione presuppone, più che una semplice rivoluzione tecnologica, il rimaneggiamento completo di ciò attraverso cui l'umanità apprende il mondo che la circonda, e ne verifica ed esprime la percezione.

La disponibilità costante di immagini e di idee, così come la loro rapida trasmissione, anche da un continente all'altro, hanno delle conseguenze, positive e negative insieme, sullo sviluppo psicologico, morale e sociale delle persone, sulla struttura e sul funzionamento delle società, sugli scambi fra una cultura e l'altra, sulla percezione e la trasmissione dei valori, sulle idee del mondo, sulle ideologie e le convinzioni religiose.

La rivoluzione della comunicazione influisce anche sulla percezione che si può avere della Chiesa e contribuisce a modellarne le strutture e il loro funzionamento.

Tutto ciò ha importanti conseguenze pastorali.

Si può, infatti, ricorrere ai media, tanto per proclamare il Vangelo, quanto per allontanarlo dal cuore dell'uomo.

L'intrecciarsi sempre più serrato dei media nella vita quotidiana influenza la comprensione che si può avere del senso della vita.

I media hanno la capacità di pesare non solo sulle modalità, ma anche sui contenuti del pensiero.

Per molte persone, la realtà corrisponde a ciò che i media definiscono come tale; ciò che i media non riconoscono esplicitamente appare insignificante.

Il silenzio può anche essere imposto de facto a individui o a gruppi che i media ignorano; la voce del Vangelo può, così anch'essa, ritrovarsi ridotta al silenzio, senza essere tuttavia interamente soffocata.

È dunque importante che i cristiani siano capaci di fornire un'informazione che "crea le notizie", dando la parola a coloro che non hanno voce.

Il potere che hanno i media di rafforzare o di distruggere i punti di riferimento tradizionali in materia di religione, di cultura e di famiglia sottolinea bene la pertinente attualità delle parole del Concilio: "Per usare rettamente questi strumenti è assolutamente necessario che coloro i quali se ne servono conoscano le norme della legge morale e le osservino fedelmente in questo settore".7

B. Contesto politico ed economico

5. Le strutture economiche delle nazioni sono fortemente dipendenti dai sistemi di comunicazione contemporanei.

Si ritiene generalmente necessario allo sviluppo economico e politico che lo Stato investa in una efficace infrastruttura di comunicazioni.

Il rialzo del costo di questo investimento ha d'altronde costituito un fattore di primaria importanza che ha indotto i governi di numerosi Paesi ad adottare politiche tendenti ad aumentare la concorrenza.

È in particolare per questa ragione che, in molti casi, i sistemi pubblici di telecomunicazioni e di diffusione sono stati sottoposti a delle politiche di deregolamentazione e di privatizzazione.

Così come il cattivo uso del servizio pubblico può portare alla manipolazione ideologica e politica, ugualmente la commercializzazione non regolamentata e la privatizzazione della diffusione hanno profonde conseguenze.

In pratica, e spesso in modo ufficiale, la responsabilità pubblica dell'emittenza si trova svalutata.

È in funzione del profitto, e non del servizio, che si tende a valutare il suo successo.

I motivi di profitto e gli interessi dei pubblicitari esercitano una influenza anormale sul contenuto dei media: si preferisce la popolarità alla qualità e ci si allinea sul denominatore comune più piccolo.

I pubblicitari oltrepassano il loro ruolo legittimo, consistente nell'identificare i bisogni reali e nel rispondervi, e, spinti da motivi di mercato, si sforzano di creare bisogni e modelli artificiali di consumo.

Le pressioni commerciali si esercitano anche al di là delle frontiere nazionali, a spese di alcuni popoli e della loro cultura.

Di fronte all'aumento della concorrenza ed alla necessità di trovare nuovi mercati, le imprese di comunicazioni rivestono un carattere sempre più "multinazionale"; nello stesso tempo la mancanza di possibilità locali di produzione rende alcuni Paesi più dipendenti dalle nazioni straniere.

È così che le realizzazioni di certi media popolari, caratteristici di una cultura, si diffondono in un'altra cultura, spesso a detrimento delle forme artistiche e mediatiche che vi si trovano e dei valori che esse contengono.

La soluzione dei problemi nati da questa commercializzazione e da questa privatizzazione non regolamentate non consiste tuttavia in un controllo dello Stato sui media, ma in una regolamentazione più importante, conforme alle norme del servizio pubblico, così come in una maggiore responsabilità pubblica.

Bisogna sottolineare a questo proposito che, se i quadri di riferimento giuridico e politico all'interno dei quali funzionano i media di alcuni Paesi sono attualmente in netto miglioramento, vi sono altri luoghi in cui l'intervento governativo rimane uno strumento d'oppressione e di esclusione.

Indice

7 Inter mirifica, n. 4