Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo

" Il Crocifisso ha sempre trionfato "

Dai detti di Gesù a fra Leopoldo, si ha il sentore di un tempo di crisi: è il suo tempo in cui si diffonde "il modernismo" a grandi ondate e colpisce, in primo luogo la vita dei religiosi, dei preti e, di riflesso, la vita del laicato cattolico, quello più colto.

Tutto era iniziato alla fine dell'Ottocento, negli ultimi anni del pontificato di Leone XIII, il quale già aveva illuminato le anime e condannato gli errori.

Si tratta di una nuova interpretazione del Cattolicesimo, che vorrebbe aggiornare, "modernizzare": secondo questa nuova visione, spiegata in modo più o meno subdolo o aperto, secondo la convenienza, le Verità della fede - il dogma cattolico - non esprimono più la realtà oggettiva della Rivelazione divina, ma sono soltanto l'espressione della coscienza religiosa dell'uomo.

Gesù non è più l'Uomo-Dio, venuto in mezzo a noi, crocifisso e morto in espiazione dei nostri peccati, risorto il terzo giorno, glorificato dal Padre e fondatore della Chiesa, ma un genio religioso che ha saputo esprimere una coscienza più alta degli altri uomini.

Quello che viene da lui non è più Verità immutabile, ma evolve con l'evolversi dei tempi.

È evidente, che in questo modo, nulla più resta del Cattolicesimo, come Verità assoluta e eterna: non c'è più la realtà immensa dell'Incarnazione e della Redenzione, della Chiesa, come opera mirabile di Dio per la sua gloria e per la salvezza dell'uomo, ma soltanto più un umanitarismo che tutto riduce all'uomo, alla società.

Tutto finisce per essere negato e distrutto: i Sacramenti, in primo luogo l'Eucaristia, come presenza reale e ripresentazione del Sacrificio di Gesù; la legge di Dio, tutte le Verità della fede.

Le conseguenze sulla vita consacrata e sacerdotale, sulla vita cristiana-cattolica sono gravissime: nulla più regge, tutto si sgretola e finisce nell'ateismo.

Il Santo Padre Pio X vide la gravità enorme del modernismo e con un atto di magistero e di governo, l'8 settembre 1907 lo fulminò con l'enciclica Pascendi dominici gregis che definì il modernismo "il collettore di tutte le eresie".

All'enciclica, aveva fatto precedere il decreto Lamentabili, in cui condannava una per una le proposizioni ereticali, fra cui quella che affermava che il sacrificio di riparazione offerto da Gesù sulla croce per la salvezza del mondo, sarebbe soltanto un'invenzione dell'apostolo Paolo.

Come facilmente si vede, il modernismo nega la redenzione operata da Gesù sulla croce.

In una parola, è la negazione del Crocifisso.

Gesù parla a Leopoldo in questo clima e lo illumina in profondità, rendendolo singolarmente lucido, lui piccolo frate laico, della situazione in cui si trova a vivere.

Anche Leopoldo, nella cucina del convento di S. Tommaso, era stato raggiunto dagli errori del modernismo, ma Gesù gli dice: "Quando sentirai discutere di cose tanto sublimi, è segno che il troppo preteso sapiente ( sicuramente è un modernista! ) vorrebbe negare qualche punto della nostra santa Religione: non ti turbare, ma abbi fede nel tuo Crocifisso, che è il tuo conforto, la tua guida" ( 27 sett. 1906 ).

Non è una pia esortazione, ma la Verità: la fede nel Crocifisso è il compendio di tutta la Verità del Cattolicesimo.

Leopoldo lo sa e ne sarà sempre più consapevole, man mano che Gesù lo illumina e lo chiama a compiere la sua missione.

Il 19 maggio 1907, solennità di Pentecoste, Leopoldo annota: "Il Papa … conceda a tutto il mondo cattolico di fare la santa adorazione a Gesù Crocifisso, a sostegno e difesa della nostra santissima religione cattolica, concedendo le più alte indulgenze.

Una turba immensa nel mondo vorrebbe schiacciare, cancellare perfino il Nome SS.mo di Dio, Gesù Crocifisso, nostro Creatore e Benefattore, Provvidenza infinita; tutto spero nel nostro Santo Padre, il Papa, affinché si faccia la santa adorazione in riparazione di tanto scandaloso affronto che si reca all'augusta Croce della nostra Santa Redenzione".

Davvero il quadro che ha davanti agli occhi è gravissimo, ma purtroppo è tristemente vero: proprio così, una congiura di protestanti, massoni, spretati, sedicenti sapienti e falsi teologi, di uomini della cultura delle tenebre "vorrebbe schiacciare, cancellare perfino il Nome SS.mo di Dio, Gesù Crocifisso".

Era vero al tempo di fra Leopoldo Musso nel primo decennio del secolo XX, è più vero ancora oggi a cento anni di distanza, così che il "discorso" del piccolo frate comincia a essere più attuale che mai. Come vedremo.

Bene ha fatto a sperare nel S. Padre Pio X, che proprio in quell'anno, di lì a poche settimane, pubblica la Pascendi e inizia la battaglia contro il modernismo, rivolta con tutte le sue energie a sradicarlo dalla Chiesa.

Anche Leopoldo ne soffre assai, prega e offre. Gesù lo rassicura: "Non ti inquietare, la causa è di Dio: la Croce in tutti i tempi più difficili ha sempre trionfato.

Ora sono dei momenti così perversi contro la fede, contro di Me, Gesù Crocifisso, ebbene ora si manifesta di nuovo più forte, più gagliarda a combattere il morbo pestifero delle eresie nuove, che tendono a sorgere …".

"Poveretti! Si credono con le loro piccole astuzie di detronizzare la mia fede cattolica; a loro insaputa rifulgerà di nuova vita" ( 25 giugno 1908 ).

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