Segretario del Crocifisso

Incomprensioni

Dagli scritti di Fra Leopoldo appare che l'opera richiesta dev'essere impostata sulla carità cristiana

ossia soprannaturale, e che i ricchi devono, per amor di Dio e del prossimo,

creare e sostenere istituzioni dove si educhino i poveri nella pratica della medesima cristiana carità.

Il titolo di « Casa di Carità Arti e Mestieri » così di frequente espresso in detti scritti, fu compreso solo in parte.

Si era iniziata la scuola, come s'è detto, con i migliori auspici nel mese di ottobre 1920, e due mesi dopo,

il 17 dicembre, nel verbale dell'adunanza del Consiglio d'Amministrazione fu scritto:

« Si stabilisce di denominare l'istituzione Istituto di Arti e Mestieri ».

La parola « carità » era esclusa, non per cattiva volontà, ma per incomprensione,

perché realmente la sostanza di detta virtù poteva sussistere, anche senza la parola inclusa nel titolo,

nel sistema ordinativo e nello spirito dell'istituzione.

Questo concetto pare anzi confermato dal seguente scritto di Fra Leopoldo ( 23 dicembre 1920 ):

« Dirai così: Gesù Crocifisso si piegò come hanno voluto loro riguardo ai nomi da imporre » ( D 2021 ).

Tuttavia il pericolo di escludere dall'ordinamento dell'opera non solo la parola ma anche la sostanza

della carità soprannaturale, consisteva nei concetti e nei metodi puramente umani

seguiti dalla maggior parte dei componenti il Consiglio.

Il 17 febbraio 1921, mentre Fra Leopoldo pregava Gesù Crocifisso, udì queste parole:

« Concedo alla loro mano tutto ciò che abbisognano per portare avanti la scuola della Casa di Carità Arti e Mestieri,

ma si ricordino sempre di domandare la carità. Di' loro che l'ho detto tre volte,

di avere fede in me e nei miei detti, e confidenza nel cooperare » ( D 2023 ).

Riesaminati allora più attentamente gli scritti di Fra Leopoldo si stabilì di far entrare nella denominazione dell'opera

non sola la seconda parte « Arti e Mestieri », ma il titolo intero « Casa di Carità Arti e Mestieri ».

Nell'adunanza della Giunta esecutiva del Consiglio, tenuta il 4 marzo 1921, fu proposta dal Presidente

la nuova denominazione dell'opera « sorta per espresso volere di Dio, come ci venne partecipato da un Religioso

laico francescano, che è in comunicazione col Signore, il quale appunto l'ha così denominata ».

« Il Direttore conferma quanto il Presidente ha esposto circa l'origine dell'opera e attesta lo stretto nesso

tra l'Unione del SS. Crocifisso e le Scuole, due istituzioni provvidenziali, che tendono al miglioramento

della gioventù nel duplice intento della coltura del cuore con le pratiche di pietà,

e della mente nello studio diretto a fini utili e pratici ».1

La proposta incontrò opposizioni, ribattute però dal Segretario il quale appoggiò la nuova denominazione

che, posta a votazione, divise tre contro tre i membri della Giunta.

Sei giorni dopo, il 10 marzo, mentre Fra Leopoldo pregava Gesù Crocifisso,

udì quanto segue: « Di' loro che io non voglio un'opera umana.

Voglio un'opera divina; e un andamento, nella Casa di Carità, secondo il mio Cuore » ( D 2029 ).

Nel mese seguente si era consegnato a Fra Leopoldo questa domanda:

« Devono i giovani pagare per le scuole della Casa di Carità Arti e Mestieri? ».

Ecco la risposta: « Giovedì, 28 aprile 1921, sera, ore 10,30'.

Finita la preghiera alla sacra Piaga della Mano destra, Gesù prese a dire:

" Se stanno ai detti che sono preparati, tutto andrà bene; ma se vogliono fare diversamente, si lamenteranno dopo.

Tutto è compreso, Scuole, Arti e Mestieri: da quelli che vogliono offrire denaro lo prendano pure,

non a scopo di paga, ma di carità " » ( D 2034 ).

Il 6 maggio 1921 Fra Leopoldo pregava così: « O Gesù, date la fede dei santi a quelli del Comitato,

perché credano ai vostri detti e non facciano pagare agli allievi ».

E udì queste parole: « E che cosa c'è mancato finora? » ( L 386 ).

Indice

1 Registro dei Verbali del Consiglio e della Giunta, p. 12.