Segretario del Crocifisso

Prefazione alla prima edizione

Nel chiudere, a lettura compiuta, questo libro, il lettore rimarrà certamente pensoso e si domanderà:

« Siamo di fronte ad un nuovo Santo privilegiato, molto privilegiato, oppure ad un allucinato? ».

Se gli sarà di fede, cristianamente semplice, umile ed illuminata,

di quelli che non mettono limiti alla potenza, alla bontà e misericordia di Dio,

 conoscono quanto la grazia possa su di un'anima docile alle sue attrazioni, non farà troppe meraviglie,

ma riceverà piuttosto spirituale soddisfazione ed eleverà al Signore un ringraziamento

per avere concesso alla sua Chiesa un nuovo Santo che viene ad allinearsi con quelli che,

dietro le orme del Divin Salvatore, fioriscono in tutti i tempi, in tutti i luoghi ove essa pianta le sue tende.

Se invece sarà tra i meno proclivi ad ammettere il soprannaturale

( non parlo degli increduli perché essi non leggono simili libri e poi non ci potremmo intendere qui )

preferirà rimanere chiuso nella fredda ed oscura torre dei dubbi.

Applicando i criteri della critica umana troverà molto da ridire, da dubitare, da negare.

È tanto facile questa posizione per non compromettersi, per non apparire credulo, per darsi l'aria di dotto!

Quante volte avvenne questo! Ma intanto mentre essi discuteranno, i Santi continueranno a fiorire,

a manifestare la gloria di Dio, la sua potenza e la santità della Chiesa Cattolica.

Dunque nel caso di Fra Leopoldo Maria Musso siamo dinanzi ad un vero Santo?

La mia posizione di Vice Postulatore della sua causa di Beatificazione mi rende compromesso.

Se l'averne studiata la vita e portata all'esame rigoroso, lungo e minuzioso del Tribunale Ecclesiastico

può assicurare i lettori che ne ho conoscenza assai chiara e sono convinto della santità

e della sincerità di Fra Leopoldo, d'altra parte l'incarico stesso di suo difensore d'ufficio

e propugnatore presso i Giudici competenti può indebolire un po' la mia testimonianza.

Per questo motivo io amo meglio mettermi nelle file di quei lettori che consentono con me

e danno fede alle pagine con cui il Fratel Teodoreto traccia questa vita mirabile,

e svelando i segreti contenuti finora nel Diario del Servo di Dio,

ci trasporta in un'atmosfera altissima di santità e di mistica.

Quel Diario è di una elevatezza che non si può spiegare in un uomo che non ebbe cultura,

che non frequentò se non misere scuole rurali, che commette errori di grammatica a ogni momento;

in un uomo che per tutta la vita non si occupò che di cucina e di fiori artificiali.

Eppure quel Diario è ricco di sapienza elevata, di esattezza teologica.

Anzi gli errori di grammatica scompaiono quando Fra Leopoldo nota le risposte

che riceve dal Signore e dalla Vergine Madre.

È questo un particolare che ha il suo valore.

Quel Diario inoltre è di una sincerità e semplicità che avvince e conquide. Simplex sigillum veri!

Una parte delle risposte divine riguardano le opere che sotto il suo impulso

o almeno sotto la sua protezione si andavano man mano fondando.

Le opere sono la conferma migliore della verità di quanto è notato nel Diario.

Neppure una volta gli eventi smentirono le sue affermazioni da lui attinte dalla voce interna

che gli parlava durante la preghiera.

Anzi ogni volta, rara del resto, che si volle fare contrariamente alle sue direttive,

bisognò arrestarsi e ritornare a lui. Esempio: la questione della Casa di Carità.

Il lettore resterà anche colpito da un fatto a cui l'Autore neppure accenna,

ma che nasce spontaneo dal suo racconto.

Le opere sorte sotto la protezione e illuminazione di Fra Leopoldo

sono nate per iniziativa di Fratel Teodoreto.

Ora questi è un professore, un educatore della gioventù per missione, un uomo di cultura insomma.

Ebbene assistiamo per lunghi anni, fino alla morte del servo di Dio, a questo fenomeno,

che Fratel Teodoreto nulla fa senza avere prima il consiglio e il consenso di Fra Leopoldo,

il cuoco di San Tommaso, l'uomo senza alcuna cultura.

L'ignorante diventa il maestro e il professore diventa il discepolo.

E non per una volta o rare volte, ma per anni ed anni, e per tutto quanto di importante è da farsi.

Anche gli articoli del Regolamento, il titolo del Periodico, la forma della copertina,

l'immagine da stampare sui foglietti della Divozione al Crocifisso.

E questo discepolo che ora stampa la vita del Maestro,

mai perdette la fiducia in lui né la perdette dopo la morte.

Ci troviamo qui dinanzi a due anime che non solo si comprendono e si amano nella carità di Cristo,

ma che danno un esempio non comune di umiltà, di abbandono e fiducia in Dio.

Il discepolo professore nulla fa senza interrogare il maestro ignorante,

e questo non risponde se non dopo di avere a sua volta interrogato il Signore.

E il Signore risponde sempre.

È evidente che si compiace di questa gara di umiltà e di fede in questi lavoratori per la sua gloria

e per la salute delle anime, che non vogliono comparire autori, ma semplici strumenti nelle mani di Dio.

Cum simplicibus sermocinatio eius.

Un'altra osservazione potrà fare e la farà di certo il lettore.

Come mai Fra Leopoldo, Francescano convinto, di una deferenza e ubbidienza somma

verso i suoi Superiori, di una carità e stima a tutta prova verso i suoi confratelli,

tiene nascosta ad essi ogni cosa e si apre e consegna tutto ai Fratelli delle Scuole Cristiane?

Perché è davvero così.

I Francescani conoscevano Fra Leopoldo come un ottimo religioso esemplare,

che pregava molto, che era sempre sorridente, ma non sapevano nulla di quelle meraviglie soprannaturali

che già conoscevano Fratel Teodoreto ed altri ammiratori del Servo di Dio.

La domanda che si possono fare i lettori suona un po' mortificante per i confratelli di Fra Leopoldo,

almeno apparentemente.

Difatti la Divozione al SS. Crocifisso non poteva consegnarla ai Francescani per la propaganda?

e così per altro.

Il Servo di Dio non ha dato alcuna spiegazione mai, né fu mai interrogato su ciò.

Egli sono ci avrebbe potuto dare la risposta chiara ed esatta.

Ma sappiamo che al Signore non si possono imporre delle condizioni e dei limiti nelle sue opere.

Sceglie gli strumenti che vuole, prendendoli dove vuole,

e mandandoli a lavorare dove vuole e nel modo che vuole.

Qui scelse un Francescano e dalla cucina del Convento di S. Tommaso lo fece lavorare

e dirigere opere nei campi ubertosi dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

Questi, e non solo Fratel Teodoreto, furono così virtuosi da seguire le indicazioni e gli insegnamenti

di un umile Converso e da sceglierlo in tante opere di apostolato, Maestro e Protettore.

Aprirono le porte delle loro case perché il Servo di Dio vi portasse il suo soffio serafico.

Onde è che i Francescani non debbano sentirsi umiliati e mortificati,

come se avessero ricevuto un attestato di incapacità, ma debbono ringraziare Dio

di avere scelto un loro Religioso Confratello per operare in altri campi.

Inoltre, dietro l'esempio di tanti atti di umiltà che troviamo in questo libro,

non sarà spiacente a Dio se tanto i Religiosi di S. Tommaso che convissero con Fra Leopoldo,

quanto gli altri Religiosi della Provincia Francescana del Piemonte,

riconosceranno umilmente di non avere visto e di non avere capito,

perché piacque al Signore di non lasciare vedere né capire.

Noterà pure il lettore quanto spirito francescano fu dato alle opere sorte dalla mente

e dal cuore di Fratel Teodoreto e dei suoi Confratelli.

Noterà la cura che Fra Leopoldo ebbe di impedire ogni anche leggero pericolo di commercio

o di guadagno in tutte le opere che man mano sorgevano.

Non vuole vi sia lusso, neppure nella copertina del Periodico.

Nulla; semplicità e povertà francescana in tutto, confidenza nella Divina Provvidenza

e non negli aiuti degli uomini.

Questi saranno mandati da quel Dio, nel quale egli confida e che ama.

Certe opere richiederanno migliaia e centinaia di migliaia di lire, non importa!

Avanti senza timore. Molta fede, molto abbandono in Dio, come S. Francesco, e nulla mancherà.

Non è nei facoltosi, nei milionari che spera.

Essi sono troppo piccola cosa; sono dei poveri rispetto a Dio ed egli vuole confidare in Colui

che solo è ricco e che solo può: in Dio che lo illumina, lo spinge e gli è generoso di tutto.

Questo spirito di povertà e di distacco dai beni terreni domina e pervade ancora le Istituzioni

che Fratel Teodoreto fondò e di cui Fra Leopoldo fu Maestro illuminatore.

L'Ordine che nacque secondo la sua profezia, o meglio secondo quanto il Signore gli aveva rivelato,

vive di questa povertà e confidenza filiale in Dio.

Trovarsi in mezzo a quegli uomini che seguono le regole approvate ora dalla Chiesa

è ritrovare la semplicità e la povertà lieta di S. Francesco.

Quel sorriso che erra sulle labbra di Fra Leopoldo nei ritratti che col SS. Crocifisso

dominano le sale dello studio, dei laboratori della Casa di Carità, è comunicato ad ogni membro.

Si studia, si prega, si lavora, nella letizia senza preoccupazione di guadagni.

Si accetta quanto la Provvidenza manda, e manda sempre a sufficienza e oltre.

E intento l'opera prospera, si ingrandisce e si vedono adempiersi le parole,

le assicurazioni, le profezie del Servo di Dio.

Questa la più grande gioia che provano i Francescani quando meditano la vita di Fra Leopoldo.

Oggi vedono quanto sia stato buono il Signore nell'avere chiamato tra essi questo apostolo della carità

per farne poi uscire fuori del convento lo spirito in cui si era formato alla scuola di S. Francesco.

E ne comprendono le lezioni.

Né posso tralasciare a questo riguardo un punto che è fondamentale nella vita di Fra Leopoldo.

Il lettore osserverà, scorrendo le pagine di questo libro, che tre amori furono fin dall'infanzia

( e perseverarono fino alla morte ) gli ideali del Servo di Dio: l'Eucarestia, il Crocifisso, Maria SS.

Senza saperlo fin da bimbo entrò nell'ambiente francescano.

Tutti sanno che i Frati Minori ereditarono dal Fondatore questi amori e se ne fecero apostoli.

Per l'Eucarestia si pensi, oltre a S. Francesco, a S. Chiara, a S. Bonaventura e a S. Antonio,

a S. Pasquale Baylon, Patrono celeste di tutte le opere eucaristiche.

Per la Croce si pensi alla Verna, Calvario di S. Francesco, alla Terra Santa, alla Via Crucis.

Per la Madre di Dio si pensi all'Immacolata.

Ciò tutti sanno.

Ma ciò che non tutti sanno e che è bene far conoscere, si è che la Chiesa e Parrocchia Francescana

di S. Tommaso è diventata da oltre mezzo secolo un luogo privilegiato delle opere eucaristiche e mariane.

Là sorse, prosperò e rimase l'Adorazione quotidiana universale perpetua che le sorelle Comoglio,

per rivelazione divina, idearono e Paolo Pio Perazzo propagò e diffuse nel mondo intero.

Là queste anime e tante altre dietro le loro orme si santificarono.

Là sorse accanto alla Chiesa il Santuario di Nostra Signora del Sacro Cuore,

il primo sotto questo titolo che fu eretto in Torino, gioiello d'arte e ritrovo di Santi.

Torino, la città del SS. Sacramento e della Consolata, ha nel suo centro questa chiesa eucaristica e mariana.

In questo ambiente eucaristico e mariano venne ad immergersi Fra Leopoldo al principio di questo secolo.

Era il suo ambiente.

Qui nella vita intensa eucaristica e nelle lunghe ore passate ai piedi di Nostra Signora del Sacro Cuore,

sboccia spontanea la divozione particolarmente sua del Santissimo Crocifisso.

Il cuoco di S. Tommaso continuò la santa tradizione delle sorelle Comoglio e del Perazzo.

Il figlio del Primo Ordine Francescano completava l'opera dei figli del Terzo.

La Chiesa di S. Tommaso è in realtà privilegiata da Signore.

Dalla Serva di Dio Lucia Bocchino Raina a Fra Leopoldo trascorre solo un secolo,

ma quanti santi e anime grandi passarono in questa chiesa e nel convento annesso!

Di ciò non si glorierà e gioirà soltanto l'Ordine dei Minori, ma tutta la Chiesa Torinese,

così benedetta da Dio con privilegi di santità in tempi non troppo belli per la Religione di Cristo.

Ho detto le mie impressioni ai lettori che con me sono convinti della santità di Fra Leopoldo.

Vorrei continuare ancora e fermarmi su tante altre pagine della vita sua, e su altre che non sono scritte qui.

Perché Fratel Teodoreto, se pure ci dà tutta la vita del Servo di Dio,

ce ne svela minutamente solo alcune facce.

Altre sono trattate solo sommariamente o accennate.

Ma a lui importava soprattutto fare risaltare il Santo sotto l'influsso della grazia di Dio

( e ciò nella vita dei Santi è l'essenziale ), svelare i privilegi di cui fu arricchito da Signore,

manifestare le opere uscite dal suo cuore e in collaborazione con lui.

Abbiamo dunque in questo volume non solo la biografia di Fra Leopoldo,

ma la storia particolareggiata delle diverse Istituzioni sorte presso i Fratelli delle Scuole Cristiane

per opera dell'Autore e del suo Maestro.

Fratel Teodoreto pagò un tributo di venerazione a di gratitudine verso il Servo di Dio

di cui è il più grande conoscitore intimo e il più convinto assertore della santità.

La desiderava tanto questa vita per mettere in luce l'umile Figlio di S. Francesco,

il povero cuoco di S. Tommaso, col quale passò lunghi anni in conversazioni sante

e per suo tramite sentì le risposte e gli schiarimenti alle sue domande e ai suoi dubbi,

da parte del Signore e della Madre divina.

La desiderava e ce la diede lui senza ricerche letterarie, semplicemente,

ma tale che si legge volentieri e con diletto e soprattutto con profitto spirituale.

Fratel Teodoreto ha messo in queste pagine tutta la sua anima.

Mai un autore si trovò in condizioni più favorevoli per scrivere la vita di un personaggio, quanto le sue.

Non ebbe la conoscenza di Fra Leopoldo dallo studio di documenti,

la ebbe direttamente dalla conoscenza dell'anima di lui, dalla intimità dell'amicizia,

la quale finì per fondere le loro anime in una unione santa e infrangibile.

La vita tanto desiderata di Fra Leopoldo eccola dunque scritta amorosamente dalle mani del discepolo.

Non poté più, come una volta, sottoporla al giudizio del Maestro, oggi più illetterato.

Ma può essere certo che il Servo di Dio, non più in pericolo di vanagloria,

approva pienamente perché, quanto vi è di bello, di grande, di meraviglioso nella sua vita,

è opera di Colui che solo crea i Santi e vuole essere in loro lodato e glorificato.

P. Francesco Maccono O.F.M.

Vice Postulatore

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