Del gran mezzo della preghiera

III. - Dio è sempre pronto ad esaudirci

Dice S. Bernardino da Siena, che la preghiera è un’ambasciatrice fedele, ben nota al Re del Cielo, e solita d’entrare fin dentro al suo cuore, e di piegare con la sua importunità l’animo pietoso del Re a concedere ogni soccorso a noi miserabili, che gemiamo fra tanti combattimenti e miserie in questa valle di lacrime ( I. 4 in Dom. 5 p. Pasc. ).

Ci assicura ben anche Isaia, che quando il Signore sente le nostre preghiere, subito si muove a compassione di noi e non ci lascia molto piangere, ma nello stesso punto ci risponde e concede quanto domandiamo ( Is 30,19 ).

Ed in altro luogo parla il Signore per bocca di Geremia, e di noi lagnandosi, dice: Perché voi dite che non volete più ricorrere a me, forse la mia misericordia è terra sterile per voi, che non sappia darvi alcun frutto di grazie? o terra tardiva che renda il frutto molto tardi? ( Ger 2,31 ).

Con ciò il nostro amoroso Signore volle darci ad intendere ch’egli non lascia mai d’esaudire, e subito, le nostre preghiere; e con ciò vuol anche rimproverare coloro che lasciano di pregarlo per diffidenza di non essere esauditi.

Se Dio ci ammettesse ad esporgli le nostre suppliche una volta al mese, sarebbe pur un gran favore.

I re della terra danno udienza poche volte all’anno, ma Dio dà sempre udienza.

Scrive il Crisostomo, che sta continuamente apparecchiato a sentire le nostre orazioni né si dà mai caso, che egli essendo pregato come si deve, non esaudisca chi lo prega ( Hom. 52 in Matth. ).

E altrove dice, che quando noi preghiamo Dio, prima che terminiamo di esporgli le nostre suppliche, egli già n’esaudisce.

Anzi di ciò ne abbiamo la promessa da Dio medesimo.

Prima che abbiano finito di dire, li avrò uditi ( Is 65,24 ).

Il Signore, dice Davide, sta dappresso a tutti coloro che lo invocano con cuor verace.

Egli farà la volontà di coloro che lo temono, ed esaudirà la loro preghiera, e li salverà ( Sal 145,18 ).

Ciò era quello di cui si gloriava Mosé dicendo: Non v’ha certo altra nazione, per grande che ella sia, la quale abbia tanto vicini a sé i suoi dei, come il Dio nostro è presente a tutte le nostre preghiere ( Dt 4,7 ).

Gli dei dei Gentili erano sordi a chi li invocava, perché erano misere creature che niente potevano; ma il nostro Dio, che può tutto non è già sordo alle nostre preghiere, ma sta sempre vicino a chi lo prega, e pronto a concedere tutte le grazie che gli si domandano. Signore ( diceva il Salmista ), ho conosciuto che Voi siete il mio Dio tutto bontà e misericordia, perché ogni volta che a Voi ricorro, subito mi soccorrete ( Sal 56,10 ).

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