Humanae

... Vitae

Enciclica di Paolo VI sulla regolazione della natalità, promulgata il 25.VII.1968.

È divisa in tre parti: aspetti nuovi del problema e competenza del magistero ( nn. 2-6 ); princìpi dottrinali ( nn. 7-18 ); direttive pastorali ( nn. 19-30 ).

Cruciale la seconda parte, in cui viene ribadita la dottrina conciliare ( Gaudium et spes, 48 ss. ) sull'amore coniugale e sulla procreazione responsabile, così come sull'inscindibilità del significato unitivo e procreativo dell'atto coniugale; è affermata la dottrina secondo cui "qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita" ( n. 11 ); è ribadita la liceità di calcolare i periodi infecondi al fine di regolare le nascite ( n. 16 ), mentre è esclusa, oltre all'aborto e alla sterilizzazione, "ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga come scopo o come mezzo di impedire la procreazione" ( n. 14 ): in pratica ogni metodo contraccettivo artificiale.

Pur cosciente "che questo insegnamento non sarà forse da tutti facilmente accolto", Paolo VI ribadiva che con esso la Chiesa continuava a "contribuire all'instaurazione di una civiltà veramente umana" ( n. 18 ).

L'enciclica suscitò di fatto molte reazioni critiche, ancor oggi non del tutto sopite.

Ciò spinse numerosi episcopati - nello spirito delle direttive pastorali dettate dal papa stesso - a intervenire per aiutare i propri fedeli a comprendere e a recepire l'insegnamento dell'enciclica.

v. Contraccezione e controllo delle nascite