Sheol

Si chiama così nell'AT e nel Giudaismo il regno dei morti ( inferi ), nel quale essi conducono un'esistenza di larve ( refaim ), in un ambiente senza luce e senza gioia.

È il regno dell'oblio, che però non è sottratto alla potenza di Dio, e talvolta è anche desiderabile, di fronte alle angosce della vita.

Termine ebraico che indica il soggiorno dei morti, immaginato come terra d'oblio, di tenebre e di silenzio; luogo senza vita, come il deserto.

Lo Sheol è collocato nel più profondo della terra ( Dt 32,22 ), al di là dell'abisso sotterraneo ( Gb 26,5; Gb 36,16-17 ).

La Bibbia non afferma mai che sia stato creato da Dio; limite estremo dell'universo, soggiace comunque alla sovranità di Dio ( Am 9,2 ).

Nella versione italiana ufficiale il termine è tradotto con "interi".

Agli inferi: alla lettera sheol, parola di origine sconosciuta che designa le profondità della terra ( Dt 32,22; Is 14,9 ), dove i morti « discendono» ( Gen 37,35; 1 Sam 2,6 ), e dove i buoni e i cattivi confusi insieme ( 1 Sam 28,19; Sal 89,48; Ez 32,17-32 ) hanno una tetra sopravvivenza ( Qo 9,10 ), dove Dio non viene lodato ( Sal 6,6; Sal 88,6.12-13; Is 38,18 ).

Tuttavia la potenza del Dio vivo ( Dt 5,26+ ) si esercita anche in questo soggiorno desolato ( 1 Sam 2,6; Sap 16,13; Am 9,2 ).

La dottrina delle ricompense e delle pene d'oltretomba e quella della risurrezione, preparate dalla speranza dei salmisti ( Sal 16,10-11; Sal 49,16 ), appaiono chiaramente solo alla fine dell'A. T., Sap 3-5 ( in connessione con la fede nell'immortalità Sap 3,4 ); 2 Mac 12,38+.

Nm 16,33

Nello sheol ( Nm 16,33+ ), i morti conducono una vita diminuita e silenziosa, senza più mantenere rapporti con Dio ( Sal 30,10; Sal 88,6.11-13; Is 38,18 ).

Sal 6,6

Secondo l'opinione corrente che l'autore sembra condividere ( qui e in Gb 10,21; Gb 14,7-22; Gb 16,22; 2 Sam 12,23; Sal 88,11 ), è impossibile risalire dallo sheol ( Nm 16,33+ ).

Gb 7,9

Catechismo della Chiesa Cattolica

Cristo discese agli inferi 633