Vita di Mosé

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Ricchezze d'Egitto

Critica a un ordine di Mosè

Mosè fu dunque il promotore dell'uscita del popolo d'Israele dall'Egitto.

Anche tutti coloro che hanno il compito di fare da guida agli altri, se si metteranno dietro le orme di Mosè, riusciranno a liberare dalla schiavitù d'Egitto le anime loro affidate.

Queste anime, venendo dietro chi le guida sulla strada della virtù, dovranno portare con sé le ricchezze e i tesori degli Egiziani, cioè di una popolazione straniera.

Mosè ordina infatti alla sua gente di usare in proprio favore i beni sottratti ai nemici.

Quest'ordine a prima vista appare incomprensibile in quanto spinge a rubare i beni dei ricchi ed è quindi incentivo di ingiustizia.

Ma per capire che non si tratta di un ordine dettato da intenzioni contrarie al giusto, basta dare uno sguardo alle leggi che Mosè emanerà in seguito: esse dalla prima all'ultima non hanno altro scopo che colpire con rigore ogni ingiustizia.

Alcuni approvano che gli Israeliti per farsi pagare il debito dei lavori eseguiti in favore degli Egiziani37 abbiano trovato questo espediente.

Ma esso può certamente essere oggetto di biasimo perché contiene una menzogna e un inganno.

È indubbiamente un truffatore, colpevole di furto, chi prende a prestito e non restituisce, ma tale si deve considerare anche chi, volendo rientrare in possesso delle proprie cose, le chiede in prestito con l'assicurazione che verranno restituite.

Le discipline profane messe al servizio della Chiesa

Ma consideriamo il significato più profondo e spirituale di questo comando.

Esso spinge i cultori della virtù a far proprie con tutta libertà le ricchezze della cultura profana, di cui si vantano le persone estranee alla fede.

L'ordine dato da colui che fa da guida sul cammino della virtù è di prendere come in prestito le ricchezze possedute dagli Egiziani.

Orbene, la filosofia morale e la scienza fisica, la geometria, l'astronomia, la logica e tutte le altre discipline coltivate da chi è fuori della Chiesa, sono beni assai utili ed è buona cosa che le ricchezze dell'intelligenza vengano usate per decorare il tempio dei misteri della fede.38

I tesori presi agli Egiziani, furono poi portati a Mosè per contribuire, con offerte personali, all'allestimento del tabernacolo in corso di attuazione.

La cosa si verifica anche ai nostri giorni.

Molti e tra questi il grande Basilio, portano in dono alla Chiesa di Dio la loro cultura profana.

Egli offrì a Dio le ricchezze d'Egitto che si era procacciato al tempo della sua giovinezza e con esse decorò il vero tabernacolo che è la Chiesa.

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37 Questa interpretazione è già nella esposizione storica.
Si sarebbe trattato di un recupero per i salari insufficienti dati dagli Egiziani agli Israeliti.
La spiegazione viene da Filone ( Vita Moysis 1,25,141 ); è ripresa da Clemente Alessandrino ( Stromata I,23, 57 ) e da altri padri anteniceni, come Ireneo e Tertulliano.
Qui Gregorio la sottopone a critica e la sostituisce con l'interpretazione spirituale.
38 L'allegorismo delle « spoglie degli Egiziani » viene da una lettera di Origene a S. Gregorio Taumaturgo, un santo ben conosciuto e venerato nella famiglia di Basilio e di Gregorio, poiché la loro madre Macrina l'aveva avuto come maestro spirituale ( la lettera di Origene si trova in PG 11, 88 90 ).