Precetti

Quarto precetto

XXIX - La castità

1. "Ti comando, disse, di custodire la castità e che non entri nel cuore pensiero di donna altrui o di qualche fornicazione o di altre siffatte malvagità.

Ciò facendo compi un grande peccato.

Ricordandoti sempre della tua donna giammai peccherai.

2. Se in cuor tuo sale questo desiderio tu peccherai, e così se sale altra malvagità peccherai.

Un tale desiderio per un servo di Dio è un grande peccato.

Se qualcuno opera una turpe azione, si prepara la morte.

3. In guardia dunque: lontano da un siffatto desiderio.

Là dove c'è la santità non deve salire l'iniquità nel cuore dell'uomo giusto".

4. Gli dico: "Signore, permettimi di domandarti poche cose". "Parla".

"Se uno ha la moglie credente e la coglie in qualche adulterio, pecca il marito vivendo con lei?".

5. "Sino a quando, risponde, ignora la cosa non pecca.

Se il marito, invece, viene a conoscenza della colpa e la moglie non se ne pente e permane nell'adulterio e il marito convive con lei, egli diviene partecipe del peccato di essa e complice dell'adulterio".

6. "Che cosa, Signore, farà il marito se la moglie persiste in questa passione?".

"L'allontani e il marito rimanga per sé solo.

Se dopo aver allontanato la moglie sposa un'altra donna, anch'egli commette adulterio".

7. "Se, signore, la moglie, dopo che è stata allontanata, si pente e vuole ritornare dal marito non sarà ripresa?".

8. "Sì, dice; e se il marito non la riceve pecca e si addossa una grande colpa.

Deve, invece, ricevere chi ha peccato e si è pentito, e non già per molte volte.

Per i servi del Signore c'è una penitenza sola.

Per tale pentimento il marito non deve risposarsi.

Questa direttiva vale sia per la donna che per l'uomo.

9. Non solo si ha adulterio se uno corrompe la propria carne, ma anche chi compie cose simili ai pagani è un adultero.

Se qualcuno persiste in tali azioni e non si pente, lungi da lui e non vivere con lui; diversamente sei partecipe del suo peccato.

10. Per questo vi fu ordinato di rimanere da soli, per la donna e per l'uomo.

Vi può essere in loro pentimento.

11. Io, dunque, non voglio dare occasione perché questa situazione venga a determinarsi, ma chi ha peccato non pecchi più.

C'è chi può dare un rimedio per il peccato commesso in precedenza: l'Onnipotente".

XXX - Il pentimento è saggezza

1. Lo interrogai di nuovo dicendo: "Poiché il Signore mi ha stimato degno che tu abiti sempre con me, tollera ancora poche mie parole.

Non so nulla e il mio cuore è indurito dalle mie azioni precedenti.

Istruiscimi perché sono molto corto di mente e non capisco assolutamente nulla".

2. Rispondendo mi dice: "Sono preposto alla penitenza e rendo saggezza ai penitenti.

Non ti sembra che lo stesso pentirsi sia una saggezza?

Il pentirsi, dice, è una grande saggezza.

Infatti, chi ha peccato comprende di aver fatto il male davanti al Signore.

Risale al suo cuore l'azione che commise e si pente e più non compie il male, ma opera magnificamente il bene.

Umilia la sua anima e la tormenta perché ha peccato.

Considera dunque che il pentimento è una grande saggezza".

3. "Per questo, dico, o signore, a te domando ogni cosa.

Prima, poiché sono peccatore, che io sappia quali opere fare per vivere.

Molti e vari sono i miei peccati".

4. "Vivrai, mi risponde, se osserverai i miei precetti e in essi camminerai.

Del resto chi ascolta e mette in pratica questi precetti, vivrà in Dio".

XXXI - Dopo il battesimo, la purezza

1. "Ancora, signore, continuerò a interrogarti". "Parla" mi dice.

"Signore, ho inteso da alcuni maestri che altra penitenza non si ha se non quella di quando siamo discesi nell'acqua e abbiamo ricevuto il perdono dei nostri precedenti peccati".

2. Mi dice: "Hai inteso bene, è così.

Bisogna che chi ha ricevuto il perdono dei peccati non pecchi più, ma viva nella purezza.

3. Poiché tu osservi accuratamente ogni cosa, anche questo ti spiegherò, ma senza dare un pretesto a quelli che stanno per credere o a quelli che hanno già creduto nel Signore.

Invero quelli che hanno già creduto, o stanno per credere, non hanno ottenuto la penitenza dei peccati, ma il perdono dei loro precedenti peccati.

4. Per i chiamati prima di questi giorni il Signore stabilì la penitenza.

Il Signore, che scruta il cuore e prevede le cose, conobbe la debolezza degli uomini e la furberia del diavolo nel fare il male ai servi di Dio e nel macchinare contro di loro.

5. Misericordioso, il Signore ebbe compassione della sua creatura e stabilì la penitenza, e diede a me il potere su di essa.

6. Ma io ti dico: dopo la grande e santa chiamata, se qualcuno, sobillato dal diavolo pecca, ha una sola penitenza; se poi subito pecca e si pente, è inutile per lui, difficilmente vivrà".

7. Gli dico: "Signore, rinacqui nel sentire da te queste cose annunciate con tanta esattezza.

So che, se non continuerò nei miei peccati, mi salverò".

"Sarai salvo tu, e tutti quanti faranno lo stesso".

XXXII - Dopo la morte del coniuge, le seconde nozze

1. Lo interrogai di nuovo dicendo: "Signore, poiché mi sopporti, spiegami ancora questo".

"Parla" mi dice. Ed io: "Signore, se il marito o la moglie muore e uno di essi si risposa, pecca risposandosi?".

2. "Non pecca, dice. Se, invece, rimane da solo si procura un onore straordinario e una grande gloria presso il Signore.

Se si risposa non pecca.

3. Pratica la castità e la santità e vivrai in Dio.

Le cose che ti dico e ti dovrò dire, osservale sin da questo giorno in cui mi sei stato affidato e abiterò nella tua casa.

4. Per tutte le colpe commesse prima ci sarà il perdono se osserverai i miei precetti.

E per tutti ci sarà il perdono se osserveranno questi precetti e cammineranno nella purezza".

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