Maria Marta Chambon la vita

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Le guide spirituali

« Egli ha commessa di te la cura ai suoi angeli … affinché tu non urti col tuo piede nel sasso ». ( Sal 90,11-12 )

Affidando la sua privilegiata alle nostre Madri Teresa-Eugenia e Maria-Alessia, Dio aveva scelto bene.

Egli sapeva fin dove sarebbe giunta la loro fedeltà nelle prove che le attendevano; sopratutto conosceva il loro spirito di fede, la loro prudenza, la loro umile sottomissione ai Superiori Ecclesiastici.

Ben presto la Direttrice e la Superiora di Suor M. Marta, sentirono che esse non potevano assumere pienamente la responsabilità di guidare quest'anima.

Vere figlie della S. Chiesa esse sottomisero il caso ai Sacerdoti che, allora, erano le guide ufficiali della Comunità: il Can. Bouvier, il Vicario Generale Mercier e il Rev. Padre Ambrogio Cappuccino.

La diocesi ha conservato il ricordo di questi tre Sacerdoti egregi.

In quanto alla Visitazione di Chambéry, questa deve qui a Loro una parola di riconoscenza.

Il Can. Bouvier - « l'Angelo dei Monti », come a Chambéry si compiacevano di chiamarlo - fu Confessore della Comunità per trentadue anni, dal 1852 al 1885.

Nessun elogio è migliore di quello recato dalla « Semaine Religieuse », nel necrologio annunziante la sua morte alla Diocesi: « Il Can. Bouvier aveva fame e sete della gloria di Dio e della salvezza delle anime.

Era questo il suo unico pensiero, la sola sua ambizione.

Così egli non comprendeva che gli si potesse fare una visita senza scopo, che si venisse a cercare presso di lui altra cosa che un lume nei dubbi, un consiglio nelle perplessità della vita, una consolazione nelle tristezze, il perdono di Dio e la pace dell'anima dopo le debolezze della natura umana ».

Nessuno più di lui era in grado di dare questi conforti: a una lunga esperienza, si univa in lui la pietà di un santo sacerdote e la scienza d'un rinomato teologo.

Cosicché egli ispirava una così perfetta confidenza, che una parte del Clero ricorreva a lui, e i suoi Vescovi medesimi gli confidarono la direzione della loro coscienza.

Più d'una volta il Santo Curato d'Ars disse alle persone, che dalla Savoia andavano per consultarlo: « Perché venite qui? Non avete il Cappellano della Visitazione di Chambéry? ».

Il Signor Bouvier era messo a parte di tutte le grazie accordate a Suor M. Marta, perché le nostre Madri non fecero nulla senza il suo consiglio e la sua approvazione.

Ma essendo egli di somma prudenza e, sopratutto, amico della pace, fu sempre riservatissimo nei giudizi, si rimetteva al parere del Can. Mercier, per tutto ciò che non concerneva il foro intimo della coscienza.

Tuttavia il suo personale convincimento era formato.

Egli credeva alla via soprannaturale della nostra Sorella.

Ne abbiamo la prova evidente in una corrispondenza che ci fu rimessa dopo la morte della sua fortunata destinataria.

Questa corrispondenza durata ininterottamente 16 anni, dal 1867 al 1883, nel tempo stesso che getta luce sui motivi, che fecero per lungo tempo conservare un discreto silenzio sopra tante cose, rivela ad ogni linea il pensiero del nostro Confessore: « Conosco, egli scrive, un'anima a cui Gesù si manifesta.

Nel corso della settimana le raccomanderò il vostro affare.

Non ne parlate per nulla; è segreto assoluto; ma la cosa è certissima.

« La persona di cui parlo è di grande semplicità, consacrata a Dio con i voti religiosi; il suo genere di vita può dirsi quasi un continuo miracolo.

Mi è impossibile il darvi più ampie spiegazioni: è certo che se venisse ad essere conosciuta, il Divin Salvatore la ritirerebbe da questo mondo: Essa è nella via ordinaria dei Santi ».

La convinzione del Signor Bouvier è così profonda, ch'egli non esita a confidare a Suor M. Marta gli interessi della Signora … aspettando dalle sue labbra le risposte, che N. Signore si sarebbe degnato di comunicarle, a questo riguardo.

Non volendo però tradire il nome della nostra Sorella, si limitava a designarla « La nostra piccola Santa ».

Nessuno meglio di lui era in grado di giudicarla.

Il Can. Mercier era Curato di N. Signora di Chambéry, quando entrò in relazione col nostro Monastero.1

Nel 1830 egli si acquistò un titolo speciale alla nostra gratitudine, rendendo alla Comunità il Crocifisso miracoloso, prezioso tesoro che era stato depositato nella sua Chiesa dopo la Rivoluzione.

In seguito, egli divenne Vicario Generale e nel Maggio del 1867 sostituì, come Superiore della nostra Comunità, Mons. Gros, nominato Vescovo di Tarantagia.

Trenta e più anni di ministero, durante i quali egli aveva avuto la confidenza dei suoi Vescovi e della Diocesi, dovevano ispirare, alle nostre Madri, perfetta sicurezza.

Noi ne abbiamo udito parlare sempre con accento di profonda venerazione.

In quanto al Rev. Padre Ambrogio, per lungo tempo Provinciale e per quasi sessant'anni addetto al ministero apostolico, la sua memoria è tuttora viva in tutta la Savoia.

Il Necrologio dei RR. PP. Cappuccini reca, di lui, questo chiaro, sobrio, eloquente giudizio: « Il P. Ambrogio aveva ricevuto da natura le qualità che rendono superiori gli uomini nel governo dei loro simili e nella trattazione degli affari.

Dotato di bella intelligenza, prudente per temperamento, prima ancora di esserlo per la pratica degli uomini e delle cose, riflessivo prima di operare, non lasciando mai una difficoltà senza soluzione; retto, alieno dalle vie tortuose, imparziale, ossequiente solo al dovere, era in ogni cosa calmo e padrone di sé medesimo … ».

La Visitazione ebbe il bene di averlo predicatore di parecchi Ritiri, che lasciarono un'impronta profonda, e Confessore straordinario della Comunità.

Egli fu tenuto al corrente di tutti gli affari importanti e spesse volte consultato dalle nostre Superiore.

Un fatto dimostra l'interesse che egli prendeva per Suor M. Marta e l'importanza che dava alle sue comunicazioni: precursore del movimento attuale, il Rev. Padre Ambrogio fece stampare a Grenoble, già prima del 1880, le invocazioni delle SS. Piaghe.

A questi tre sacerdoti, insigni per dottrina, virtù, esperienza e attribuzioni, ricorsero le nostre venerate Madri.

Oltre le funzioni che li mettevano in contatto diretto con Suor M. Marta, essi ebbero anche tra le mani i quaderni contenenti le relazioni segnate giorno per giorno.

L'esame fu lungo, minuzioso, completo.

Si trovarono nella nostra Sorella tutte le garanzie che danno la certezza in questi argomenti tanto delicati: spirito d'umilia, obbedienza, timore permanente d'essere illusa, sete della vita comune e dolore d'esserne esclusa.

I tre esaminatori s'accordarono nell'affermare, che la via, nelle quale camminava Suor M. Marta, aveva il « suggello Divino ».

Le loro conclusioni confermavano il pensiero della nostra On. Madre Teresa Eugenia Revel che riassume la seguente attestazione: « La obbedienza è tutto per lei.

Il candore, la rettitudine, lo spirito di carità che l'animano, la sua mortificazione e, sopratutto la sua umiltà sincera e profonda, a noi sembrano le garanzie più sicure della diretta opera di Dio sopra quest'anima.

Quanto più essa riceve, tanto più disprezza se medesima, essendo quasi abitualmente oppressa dal timore di essere illusa.

Docile ai consigli che le vengono dati, ritrova la pace alla parola del Sacerdote e della Superiora.

Il suo amore appassionato per la vita nascosta, l'imperioso bisogno che sente, di sfuggire ad ogni sguardo umano, la sua paura, che qualcuno si accorga di ciò che accade in Lei, ci tengono tranquille sul suo conto ».

I tre menzionati Sacerdoti, consigliarono di continuare a scrivere le comunicazioni che Suor M. Marta dichiarava di ricevere da N. Signore, tuttavia, prudenti quanto illuminati, giudicarono che era necessario conservare il segreto su questi fatti, finché fosse piaciuto a Dio di rivelarli Egli medesimo.2

Ecco pure il perché, considerando come una sacra consegna il consiglio dei Direttori spirituali, la nostra On. Madre Teresa Eugenia Revel scrisse sempre, con la più scrupolosa esattezza, le comunicazioni dell'umile Conversa, alla quale, d'altra parte, il Signore imponeva di riferire tutto alle sue Superiore: « Di alle tue Madri di scrivere ciò che viene da Me e ancora ciò che viene da te.

Non è male che si conoscano i tuoi difetti: Io desidero che tu riveli tutto ciò che si verifica in te, per il bene che ne risulterà un giorno, quando tu sarai in Paradiso.

Non bisogna scoraggiarsi, questo lavoro è lungo; ma mi è molto gradito ».

Suor M. Marta non poteva certo controllare il lavoro della Superiora; ma vi suppliva Gesù.

Se N. Madre, per dimenticanza o ristrettezza di tempo, tralasciava di scrivere qualche cosa, vedeva ricomparire l'umile Conversa, che veniva a riferirle questo messaggio di Gesù: « Tua Madre ha omesso la tal cosa; io voglio che sia scritta ».

Confermando tale ordine, quello delle guide, spirituali, si comprende la cura religiosa della nostra O.ma Madre e della Direttrice, di nulla lasciar perdere di ciò, che a loro comunicava la cara figlia.3

Se ne giudichi da questa dichiarazione messa a capo dei manoscritti: « Alla presenza di Dio e dei nostri SS. Fondatori, noi trascriviamo qui, per obbedienza e il più esattamente possibile, ciò che crediamo esserci manifestato dal Cielo, per il bene della Comunità e a vantaggio delle anime, in grazia di una amorosa predilezione del Cuore di Gesù ».

Guidate dalle note delle pie Confidenti, noi continueremo a seguire affettuosamente la nostra Sorella.

Se una religiosa claustrale si santifica, ciò non avviene per mezzo della grandiosità e varietà delle opere, ma bensì in virtù dell'intensità e purezza dell'amore che da essa irradia anche sulle cose più semplici.

E quando questa religiosa è visitandina, nel suo regolamento non vi è posto per le grandi austerità.

Creando l'Ordine della Visitazione su concetti affatto nuovi, S. Francesco di Sales, per renderlo accessibile alle mediocri saluti, escluse dalla Regola le grandi austerità, che fino allora erano state considerate come elementi indispensabili della vita monastica: ma vi supplì largamente, dettando leggi ammirabili di sapienza celeste per condurre le anime a quel totale annientamento, che è la condizione necessaria del regno di Dio in noi.

Se dal punto di vista delle austerità, Suor M. Marta fu una delle eccezioni volute da Dio e prevedute dai SS. Fondatori, si può ben dire che - fatta la dovuta riserva degli stati « soprannaturali » che rimasero il segreto delle Superiore - le sue virtù e la sua vita esteriore, non s'allontanarono dall'umile solco visitandino.

Nulla infatti di più semplice e di più uniforme delle sue occupazioni.

Nominata refettoriera dell'educandato, passò in questo umile uffizio tutta la sua vita, lavorando silenziosamente sotto gli occhi di Dio, nascosta ad ogni sguardo umano e spesso lontana dalla compagnia delle Sorelle; ma non certo nell'ozio!

Grande infatti era la quantità di lavoro, che disimpegnava la Serva di Dio: oltre al servizio del refettorio, aveva in cura il coro e diverse sale dell'educandato, con le loro attinenze, nonché la raccolta delle frutta, di cui fu costantemente incaricata e che, nelle debite stagioni, l'obbligava ad alzarsi alle quattro della mattina.

Questo complesso di faticose occupazioni le lasciava appena il tempo per le sue preghiere; ma sotto il velo di una vita così uniforme e poco attraente, per lo sguardo umano, quanta intensità di vita interiore e quale copia di celesti carismi! Sembra che Nostro Signore l'abbia attirata a sé assai per tempo e le abbia confidata una specie di « missione » personale, eccitandola senza posa alla pietà, formandola alla virtù e sorreggendola nel suo « compito ».

Questo e ciò che le nostre pagine cercheranno di fare rivivere.

La vita della nostra Sorella, osservata nel complesso e nei particolari, da l'impressione di una perfetta unità.

Tre parole riassumono la sua vita interiore: Presepio-Tabernacolo-Calvario.

Tre parole, tre energie che armonizzando si unificano meravigliosamente: è « Gesù Bambino », o « Gesù Ostia », o « Gesù Crocifisso » … ma è sempre il medesimo Signore Gesù che attrae quest'anima, facendosi a volta a volta Maestro e Modello, e, come un « Catechista » benevolo si adatta alla piccolezza della sua allieva.

La bellezza di questa vita, il suo carattere distintivo e, aggiungiamo, il suo fascino benefico, consistono sopratutto in questa azione diretta, costante e amante di Gesù.

Nostro Signore esige molto da Suor M. Marta: ma Egli è generoso con lei in proporzione: essa non ha nulla e Gesù l'arricchisce; essa non sa nulla e Gesù la istruisce; essa non può nulla e Gesù la solleva, la rapisce, la sostiene.

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1 Una sorella del Canonico Mercier era religiosa nel nostro Monastero col nome di Suor Maria-Fortunata
2 Essi giudicarono cosa prudente per la salute dell'Arcivescovo di Chambéry, Cardinal Billiet, ( in considerazione della sua grave età: 85 anni ) di non riferirgli nulla, trovandosi S. Eminenza impressionatissimo per le false rivelazioni che desolavano una diocesi della Savoia
3 La Direttrice di Suor Maria-Marta. nostra on. Madre Maria Alessia Blanc, contribuì per metà nella compilazione della raccolta. Abbiamo trovato dei biglietti scritti di suo pugno e riprodotti testualmente dalla nostra On. Madre T. Eugenia