Maria Marta Chambon la vita

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Suor Maria - Marta e la vita religiosa

In charitate perpetua dilexi te. Ideo attraxi te …

« Io ti ho amata con una carità eterna, epperò ti ho attratta a Me avendo pietà di te ».

( Ger 21,3 )

La vocazione religiosa, fu detto, è una grazia così grande che, se può essere apprezzata in una certa misura dall'anima che ne è favorita, solo però nell'eternità questa ne comprenderà il valore.

Essere appartata dalla folla e riservata al servizio immediato e unico della Divina Maestà, essere « sposata » al Figlio di Dio e chiamata a cooperare in modo speciale alla salvezza delle anime, è un beneficio che sorpassa tutte le viste e ambizioni umane, e il cui pensiero inonda incessantemente il cuore di una indicibile riconoscenza.

Di questo beneficio, Suor M. M. Chambon, ebbe un sentimento vivissimo e affatto soprannaturale.

Essa amava la propria vocazione; « la stimava sopra tutto » nota la Superiora, dopo aver ricordato certi tentativi del demonio, per persuadere la nostra Sorella che si sarebbe salvata più facilmente nel mondo.

Quale gioia dunque, per Suor M. Marta nel sentirsi dire dal Divino Maestro: « Tu sai perché ti ho scelta.

È a cagione della tua miseria. Figlia mia.

È per la mia gloria e la salvezza delle anime ».

« Figliuola, Io voglio che tu Mi ringrazi della tua vocazione religiosa, per tante anime consacrate che non pensano a farlo ».

E con quale ardore essa si adoperava per corrispondere alle intenzioni dello Sposo Divino!

Era in modo speciale, nel tempo dei ritiri annuali, che la nostra Sorella gustava il beneficio della sua vocazione.

Questo tempo era per lei pieno d'incanti e di vantaggi spirituali.

Nostro Signore degnava farsi suo « libro » e Direttore dell'anima sua: « Tu hai il tesoro dei libri, poiché hai « Me stesso ».

Io non ho bisogno che del tuo cuore e tu non hai bisogno d'altri libri che del Mio: tu aprirai il tuo cuore, ti farai ben piccola, e Io, vi verserò dentro.

« Desiderare un libro per trovarMi, è perdere il tuo tempo.

Tu devi, mia figlia, stare vicino a Me, dimenticando tutto per guardare Me nel tuo cuore.

Così unita a Me, nel raccoglimento, il mio amore ti penetrerà, ti renderà più silenziosa, più dolce con il prossimo, e con questo mezzo vivrai di una vita celestiale. »

Ah! mia Sorella, è di questo che io sono ghiotta! » aggiungeva la pia Conversa.

L'interna gioia gustata in quei giorni benedetti, traspariva, ben sovente, dal suo esterno.

Più di una, tra le sue compagne di solitudine, ricorda la sua espressione raccolta e fervente quando si recava alla ricreazione che riunisce, alla sera, le solitarie.

E che dire della Sante Rinnovazioni che coronano l'opera dei nostri Ritiri?

La festa della Presentazione era, di certo, una delle più care e dolci all'anima sua.

La vedeva ritornare con un fervore delizioso, misto tuttavia ad una rispettosa apprensione, a cagione della solennità della funzione di questo giorno.

Funzione che S. Francesco di Sales ha reso particolarmente commovente ed espressiva.

Per turno, ciascuna Religiosa della Visitazione pronunzia la formula che conferma la sua consacrazione allo Sposo delle Vergini, e immediatamente il Sacerdote - che tiene in mano la Pisside - risponde presentandole l'Ostia Santa: « Che il Corpo di N. S. G. C. custodisca l'anima tua per la vita eterna! … ».

Un anno, al 21 novembre, essendo Suor M. Marta rimasta ansante a metà della formula della Rinnovazione, il Salvatore con somma bontà le disse: « Figliuola mia, ti aspetto! … gradisco il tuo cuore ancor più che le tue parole ». ( 1880 ).

Un altr'anno, in questo medesimo giorno, Nostro Signore mostrava alla sua Diletta, le anime spose in atto di avvicinarsi allo Sposo …

Tutte avevano posto nel Suo Cuore, alcune vi erano immerse profondamente e altre meno …

E Gesù diceva: « Memoria in aetérnum! » Tutta sorpresa, nella sua candida ignoranza, la nostra Sorella domanda: « Mio buon Maestro, che cosa vuol dire? …

Io non ne comprendo una parola »

«Figliuola, rispose Gesù, con tenerezza, questa azione sarà eterna » ( 1873 ).

La felice Privilegiata vide ancora il Divin Maestro che univa a Sé l'anima di ciascuna Sposa con una catena d'oro purissimo e di meravigliosa bellezza, mentre un anello si aggiungeva a questa catena.

Nel tempo stesso essa ricevette sì vive illustrazioni sul valore dei Voti religiosi e il pregio di ciascun Rinnovamento, che i suoi desideri del Cielo fecero posto un istante, a quello di vivere per compiere molte volte ancora un atto cosi meritorio.

L'amore di Suor M. Marta per la sua vocazione, s'alimentava continuamente nei soprannaturali rapporti coi Santi della Famiglia Visitandina.

Tra le consolazioni di un'anima religiosa, una ve n'è particolarmente soave: quella cioè di vivere nell'intimità dei Santi Fondatori del proprio Istituto.

Questi gloriosi Santi, che per altre persone, anche le più ferventi, sono soltanto amici o potenti Protettori, per l'anima religiosa sono, in tutta l'estensione della parola, un Padre e una Madre: Essi le hanno dato la vita di cui gode in Dio.

Nutrirsi dei loro scritti, nei quali vive la loro parola, è un caro dovere.

Questi Santi che sono venerati ordinariamente a distanza, essa Li sente ben vicini.

Li vede tanto sulla terra quanto in Cielo.

Sembra a lei di averli proprio a fianco, quasi in deliziosa famigliarità, nel tempo stesso che essi si offrono alla sua imitazione.

Questo era bene il caso di Suor M. Marta.

Essa viveva con i nostri Santi Fondatori, in continuo contatto, di meravigliosa intimità, confidando Loro tutte le sue necessità, presentando Loro le sue richieste e ricevendone consigli, incoraggiamenti, accompagnati da attestati di tenerezza che rapivano l'anima sua.

S. Francesco di Sales, specialmente, si compiaceva di trattenersi con la sua umile figlia.

Quante volte, nel corso di queste pagine, abbiamo potuto raccogliere l'eco di queste ingenue conversazioni tra Padre e Figlia, che ricordano i trattenimenti della Galleria.

« Addio, Figliuola mia, io ti amo molto - concludeva un giorno il nostro Santo - Tu mi vedi, ma le tue Sorelle non mi vedono, tuttavia io le osservo in tutte le loro azioni …

La vostra Santa Madre e le vostre Sorelle, sono esse pure qui ben vicine ».

La sera del 28 dicembre 1868 terminata la Benedizione del SS. Sacramento, si veneravano le reliquie del nostro Santo Padre e Dottore.

Questi diceva ancora a Suor M. Marta: « Io sono qui, e dono un bacio d'amore e una grazia a ciascuna delle mie Figlie ».

Santa Giovanna Francesca di Chantal, dal canto suo, la gratificò bene spesso delle sue visite materne, dandole dei consigli per la sua formazione personale, oppure dei preziosi messaggi per le Nostre Madri.

Quanto a Santa Margherita Maria, la grande amante del Sacro Cuore, Essa riconosceva, senza dubbio, nella nostra umile Maria-Marta, una Sorellina minore, la cui via, spesso sì scabrosa, non era senza analogia con la sua.

Perciò le apportava soccorsi e incoraggiamenti nei momenti penosi.

Essa le ricordava quanto vale il patire: « Se voi conosceste il valore del patire, non potreste fare a meno di desiderarlo ».

Essa la eccitava alla conquista delle anime.

L'infiammava d'amore per l'Ostia Divina.

Un 17 ottobre, nel momento in cui la nostra Sorella si comunicava « Tu ricevi tutto il tuo Tesoro, - le mormorava - bisogna amar tanto Nostro Signore! ».

Da questo contatto, da questa intimità, risultava non solo un'ammirabile intensità di vita religiosa nell'anima di Suor M. Marta, ma ancora un perpetuo rinnovamento d'affetto per l'Istituto ove il Signore le aveva fissato il posto.

Molte volte, infatti, i consigli di S. Francesco di Sales erano di portata generale.

Attraverso la fortunata Privilegiata, essi giungevano a tutte le Visitandine.

Essa allora si sentiva membro, assai meschino, d'una immensa Famiglia alla quale il Padre comune indirizzava veramente la « parola d'ordine » da Fondatore.

« Figliuole mie, dovete percorrere il vostro dominio che è la Santa Regola.

Io ebbi da faticare assai nel tracciare i vostri Santi Scritti, discendendo fino ai minimi dettagli; ora questa è la mia maggior gloria.

« La vostra prima osservanza è di studiare Gesù; non solamente nella preghiera, ma in tutto e per tutto: nel tempo del lavoro, come nei vostri momenti di libertà.

« Il compito della Visitandina sulla terra, è la vita di N. Signore a Nazaret.

Vita di semplicità e di Santa Infanzia: la tenera età di Gesù.

Le vostre azioni devono essere ordinarie a gli occhi delle Creature, ma straordinarie per il Cielo in virtù dell'amore.

« Ho lascialo al mio Ordine un cibo abbondante: sta alla fedeltà di ciascuna il nutrirsene, « Beate saranno quelle, che si faranno violenza per osservare bene le loro regole: Esse saranno la mia corona di gloria!

La dolcezza e l'umiltà sono il mio manto d'onore: a questi segni riconosco le mie vere Figlie ».

Nostro Signore stesso sembrava prendersi a cuore di ricordare a lei, incessantemente e nei modi più svariati, gli ammaestramenti del Santo Fondatore.

Alla scuola del Divino Maestro, suor Maria-Marta comprendeva meglio la sua missione personale, che era di pregare e soffrire per tutte, e di aiutare le anime lontane, destinate ad entrare nell'ovile Visitandino.

Queste anime le vedeva, un giorno, come pecorelle trepidanti davanti ad un pericoloso precipizio, che non sapevano come varcare per mancanza di passatoio: « Io te le affido - le diceva il Sommo Pastore - tu le spingerai verso di Me come se tu ne fossi la pastorella.

Queste pecore, sono anime che mi sono scelte.

Per attirarle a Me, bisogna che il tuo cuore rimanga ben stretto col Mio ».

Essa comprendeva meglio la necessità - per tutte le religiose - di uno spirito eccellentemente soprannaturale, e di una perfetta fedeltà alla regola: « La vostra vita non è di questo mondo, - le insegna Gesù - ma è la vita del Cielo sulla terra.

Poiché voi non appartenete al mondo, non dovete fare le opere del mondo.

« Le mie Spose sono come i miei Santi.

Le mie Spose devono vivere col cuore in Cielo, mentre lavorano per Me sulla terra.

Quando fate un atto di virtù o di osservanza, la Corte Celeste vi guarda ».

Poco dopo la sua Professione, e prima ancora che fosse cominciata per lei una serie di grazie eccezionali, la nostra cara Sorella aveva visto, in chiara luce, la bellezza delle nostre Sante Regole e le benedizioni che ne ricompensano l'osservanza.

In seguito, oh quante lezioni divine si sono aggiunte!

Un giorno, Nostro Signore le fece percorrere il mondo intero.

Le mostrò i Religiosi, i Sacerdoti, i Vescovi, ecc … e in ciascuno di questi stati, una misura differente di grazia.

« Io chiederò a ciascuno - le disse - in proporzione di ciò che avrà ricevuto; ma quanto a voi, non chiederò che una cosa: se avete bene obbedito.

« La vostra via particolare è nelle vostre Regole e Costituzioni.

È una strada sicura che vi condurrà diritte, diritte alla Visitazione del Cielo.

« Voi non conoscete a fondo la perfezione contenuta nella vostra Santa Regola.

Se voi siete fedeli a praticarla in tutto, nel modo più perfetto, voi avrete sempre nuovi lumi per comprenderla meglio.

Ogni atto d'osservanza vi ottiene nuovo lume che ogni negligenza vi fa perdere, poiché l'osservanza della Regola dà l'intelligenza delle cose del Cielo ».

Essa comprendeva meglio lo spirito stesso della visitazione: « Figliuola - le diceva il Salvatore - chiedi a mio Padre, per tutte le Visitandine, l'unione a Gesù nella vita nascosta ».

Il 2 luglio 1870, tutta la Visitazione del Cielo fu mostrata a l'umile serva di Dio, come un'armata gloriosa e trionfante.

Questa legione di anime benedette, stava al cospetto di Nostro Signore Gesù Cristo, contemplando le sue Piaghe Gloriose: « Esse mi sono molto vicine - disse Gesù - perché sono state molto nascoste sulla terra ».

« Tutta la gloria del vostro sant'Ordine è per il Cielo! ».

Essa intravide così non solo la beatitudine eterna, ma ancora la via che vi deve condurre.

Questo richiamo alla vita nascosta che dev'esse-re quella della Visitandina, Nostro Signore lo ripete a Suor M. Marta qualche mese più tardi: « Nella notte del 13 dicembre 1870, le fu mostrato uno splendido stendardo ove erano scritte delle sentenze a lettere d'oro tempestate di pietre preziose.

Gesù fece leggere alla sua Serva le tre prime righe: non vi era che una sola parola: Unione! Unione! Unione!!!

Queste parole ricordano il desiderio dei nostri Santi Fondatori.

Essi vogliono che noi viviamo in una grande unione di cuori, poiché « in questo sta la pratica e lo spirito del vostro Santo Ordine ».

Ma la parte inferiore dello stendardo, sorpassava tutto il resto in magnificenza e splendore.

Questo - fu spiegato alla nostra Sorella - è un simbolo per dimostrare che, se le anime che fanno grandi cose per Iddio sono magnificamente ricompensate in Paradiso, più bella ancora sarà la corona di quelle che saranno vissute nascoste nell'umiltà.

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