Le Sante Piaghe di N. S. G. C.

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La Corona di spine

Cosa notevole … Gesù chiede per il suo augusto Capo coronato di spine un culto specialissimo di venerazione, di riparazione e di amore.

La Corona di spine fu per Lui una cagione di dolori specialmente crudeli: "La mia corona di spine, mi ha fatto soffrire più che tutte le altre mie Piaghe, confidava Egli alla sua sposa, questa è stata la mia più crudele sofferenza, eccetto quella dell'Orto degli Ulivi.

Per alleggerirla, bisogna osservare bene la vostra Regola".

Per l'anima fedele, che va fino all'imitazione, la Corona di spine è una sorgente di meriti: "Ecco, disse Egli, questa testa che è stata trafitta per tuo amore e per i meriti della quale tu dovrai essere coronata un giorno.

Felice l'anima che avrà ben contemplato e ancor meglio praticato!"

"Ecco dove si trova la vostra via; camminatevi semplicemente e voi camminerete sicuramente".

" Le anime che avranno contemplato e onorato la mia Corona di spine sulla terra, saranno la mia corona di gloria in Cielo!"

"Per un'istante che voi contemplerete questa corona quaggiù, io ve ne darò una per l'Eternitá … e sarà la Corona di spine che vi meriterà quella di gloria".

Essa è il dono eletto che Gesù fa ai suoi privilegiati: "La mia corona di spine io la do ai miei privilegiati".

"Essa è un bene di proprietà delle mie spose e delle anime favorite.

- Essa è la gioia dei Beati, ma per i miei Diletti sulla terra, essa è una sof'ferenza."

– ( Al posto di ciascuna spina, la nostra Sorella vedeva uscire un raggio di gloria impossibile a descriversi. )

- "I miei veri servi procurano di soffrire con Me, ma nessuno può raggiungere il grado di sofferenza che io ho sopportato".

Da simili anime, Gesù sollecita una più tenera compassione per il suo adorabile Capo.

- Ascoltiamo questo gemito del cuore che Egli indirizza a S.r Maria Marta mostrandole la sua testa insanguinata, tutta trafitta, ed esprimente una tale angoscia, che la poveretta non trovava termini per esprimerla: "Ecco Colui che tu cerchi … guarda, in quale stato Egli si trova! …

Guarda …, togli le spine del mio Capo offrendo al Padre mio, per i peccatori, il merito delle mie Piaghe: "Va in cerca di anime".

Come si vede, in questi inviti del Salvatore, vi è sempre come una eco dell'eterno sitio, la preoccupazione della salvezza delle anime: "Va in cerca di anime".

"Ecco la tua istruzione: la sofferenza per te, - le grazie che tu devi prendere per gli altri.

Una sola anima che fa le sue azioni in unione ai meriti della mia Santa Corona guadagna più che la Comunità tutta intera".

A questi austeri richiami, il Divin Maestro sa unire gli incoraggiamenti che infiammano i cuori e fanno accettare tutti i sacrifici.

Ed è così che nell'Ottobre 1867, Egli si presentò allo sguardo estatico della nostra giovane Sorella, con questa corona tutta irradiata da una splendida gloria: "La mia Corona di spine illuminerà il Cielo e tutti i Beati!

Sulla terra, vi sono alcune anime privilegiate alle quali la mostrerò, ma la terra è troppo tenebrosa per vederla".

"Guarda come essa è bella dopo essere stata così dolorosa!"

Il Divin Maestro va più lungi e l'associa ai suoi trionfi come alle sue sofferenze …

Le fa intravedere la glorificazione futura.

Applicandole con vivi dolori questa Santa Corona sulla testa: "Prendi la mia corona, e in questo stato ti contempleranno i miei Beati".

Poi indirizzandosi ai Santi e mostrando la sua cara vittima: "Ecco, disse Egli, il frutto della mia Corona".

La santa Corona, che rende felici i giusti, è invece per i cattivi, un'oggetto di terrore.

- Suor Maria Marta intravide questo un giorno in un quadro offerto alla sua contemplazione da Colui che si compiaceva d'istruirla svelandole i misteri d'oltre tomba.

Tutto illuminato dagli splendori di questa divina Corona, apparve ai suoi occhi il Tribunale in cui vengono giudicate le anime.

Ne passavano continuamente dinanzi al Sovrano Giudice.

Le anime che erano state fedeli durante la loro vita, si gettavano con confidenza nelle braccia del Salvatore.

Le altre, alla vista della Santa Corona, e al ricordo dell'amore di N. S. che esse avevano disprezzato, si precipitavano terrorizzate, negli abissi eterni …

Fu cosi impressionante questa visione, che la povera Sorella raccontandola, tremava ancora di timore e di spavento.

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