Maestro di vita oltre la scuola

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« Un peso » portato in due

Quando nel 1910 venne nominato Direttore delle scuole di S. Pelagia, aveva trentanove anni e già possedeva un bagaglio considerevole di esperienza didattica.

Ma quel che predominava in lui erano le virtù religiose, praticate in modo eminente e da sempre; per cui il suo ascendente sopra i Confratelli gli garantiva, oltre che l'autorità e la stima, anche l'ammirazione e l'affetto incondizionato.

La Comunità contava oltre quaranta Fratelli, tutti impegnati nelle scuole elementari e medie.

Egli sentiva senza dubbio, di dover fronteggiare difficoltà e fatiche non indifferenti, e lo dice in una lettera all'Assistente per l'Italia Fr. Louis de Poissy: «... Il peso impostomi dall'obbedienza non è piccolo, ma vedo che non sono solo a portarlo, anzi Gesù lo porta tutto lui.

La sola cosa che mi reca un po' di pena è di non poter ricevere, a causa del numero, ogni settimana i Fratelli in rendiconto; ne ricevo il più possibile, e però vedo che sarebbe necessario riceverli tutti».

Donde si scorge la sua sollecitudine per assicurare la serenità di spirito dei Fratelli, incoraggiando, istruendo, e magari riprendendo benevolmente e correggendo paternamente, nell'intento di migliorare la vita spirituale dei singoli per favorire l'atmosfera di pace e d'intimità familiare nella Comunità.

Non ci si poteva certo attendere che egli condividesse gli errori o le irregolarità, ma lo sapevi sempre pronto a non incolpare nessuno.

Taceva di fronte a ciò che non poteva approvare, e non s'inquietava che altri potesse dire o fare qualcosa in modo diverso dal suo.

Un altro obbligo che Fr. Teodoreto riteneva imprescindibile per la formazione e la guida dei Fratelli, era quello della conferenza settimanale.

La fedeltà e diligenza con cui si preparava ed eseguiva un tale dovere, impressionò fin da quell'epoca, non solo i fortunati mèmbri di quella Comunità, ma indusse altresì i Superiori a fare di lui il conferenziere ufficiale dei grandi Ritiri e l'animatore di spiritualità nella formazione dei Novizi e degli Scolastici, come vedremo in seguito.

Quantunque non brillasse per doti oratorie, pure il suo dire pacato e gli argomenti appropriati ben approfonditi, lasciavano trasparire quel non so che di divino che penetrava in fondo all'anima, suscitando i forti sentimenti di fede e di amore nel divino servizio.

«Le sue conferenze - afferma un Fratello - erano semplici, ma fatte con tale fervore che si potevano senz'altro ritenere come delle vere meditazioni».

La sollecitudine di Fr. Teodoreto non era solo rivolta alla vita spirituale dei Fratelli.

Sapeva bene, per esperienza, quanto giovi al profitto dell'anima, la salute fisica, il riposo e la distensione.

Egli fu uno dei primi Direttori ad organizzare i soggiorni estivi per l'intera Comunità, e scelse la splendida Val di Lanzo: Pialpetta prima, nel 1910, San Genesio nel 1912, e Pessinetto definitivamente dal 1912.

Quest'ultima amenissima località, situata a seicento metri d'altitudine, l'ottenne in virtù di graziosi prestiti e delle offerte di personaggi a lui legati da profonda stima e spirituale riconoscenza.

E poiché considerava il corpo strumento dello spirito piuttosto che nemico dell'anima, s'interessava perché i cibi, preparati dalla modesta cucina, fossero abbondanti e sostanziosi.

Egli non era di quei santi che a tavola scoraggiano l'appetito dei vicini.

Mangiava di buon gusto quel che gli veniva presentato, servendosi con una certa abbondanza, date le esigenze della sua vantaggiosa corporatura e delle laboriose giornate senza mancare mai di temperanza.

Da un foglietto sdruscito, che sfuggi alla generale dispersione delle sue note intime, sappiamo che per proposito, faceva «una mortificazione di gola ad ogni pasto»; ma la sapeva dissimulare cosi bene, che non la indovinava nessuno.

«Tutti eravamo contenti d'essere nella sua Comunità» esclama un Fratello.

«Egli non s'imponeva a nessuno, e anzi, il bello sta qui, che le cose pareva corressero bene da sole, quando era lui Direttore».

In realtà, per le scuole della ROMI non tutto correva bene, giacché, non si sa per quali motivi burocratici o anticlericali, le autorità civili preposte all'istruzione, minacciavano di togliere la parificazione.

Ma ascoltiamo lo stesso Fr. Teodoreto: «In quell'anno scolastico 1911-12, mi trovavo in grave pericolo di perdere il diritto di fare dare in casa gli esami, con valore legale ai 1050 alunni delle nostre scuole elementari...

Nei primi giorni del novembre 1911, si presentò a me, presso le scuole di via delle Rosine 14, una di quelle terziarie francescane che propagavano la Divozione a Gesù Crocifisso; e nel consegnarmi alcuni foglietti che la contenevano, mi disse con profonda convinzione: "Le presento una pratica di pietà molto efficace; fu scritta da un Frate sotto la guida di Gesù Crocifisso che gli parla familiarmente nell'orazione; se lei ha bisogno di qualche grazia, pratichi questa Divozione e ne esperimenterà l'efficacia.

«Mi narrò quindi alcuni fatti concernenti grazie straordinarie ottenute per mezzo di tale pratica.

Pensai di mettere alla prova quella "Divozione" e ricorsi al mio Superiore per ottenere il permesso di praticarla nella Comunità e nelle scuole.

Il 31 gennaio 1912, il Fratello Assistente del Superiore Generale mi scrisse consentendo pienamente alla mia richiesta.

«Così i Fratelli delle Scuole Cristiane cominciarono a praticare la Divozione a Gesù Crocifisso, a propagarla tra i loro Confratelli, nelle classi, nelle famiglie e ottennero non solo la grazia domandata in favore degli alunni, ma diverse altre importanti, tra le quali l'inizio dell'Unione del SS. Crocifisso e un dono insigne da parte di alcuni benefattori.

Questo consistette nel dono, davvero impensato, e per molti scopi utilissimo, di una villa o casa di campagna a Pessinetto, in vai di Lanzo Torinese».

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