Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio )

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La pia immagine

La « Divozione » nella sua presentazione materiale e tipografica si era andata man mano migliorando, fino ad assumere l'attuale forma di volantino pieghevole di sei facciate, con l'immagine del Crocifisso nella facciata centrale interna, così da averla visibile durante lo svolgersi di quasi tutta la pratica.

L'immagine stessa, che dapprima era la riproduzione di un qualsiasi Crocifisso d'autore, si andò trasformando in quella caratteristica di Gesù pendente dalla Croce, con un'anima, in figura di purissima fanciulla, abbracciante i suoi piedi e sollevata alquanto dal suolo, per simboleggiare i suoi piedi e sollevata alquanto dal suolo, per simboleggiare il distacco dalle cose terrene.

Tale era l'immagine contemplata in visione da Fra Leopoldo, quando era ancora laico, nel 1893, a Viale d'Asti.

Un ultimo ritocco del pittore torinese Prof. Luigi Guglielmino, uno dei migliori rappresentanti la Scuola del Reffo, corresse i difetti deplorati nelle prime stampe, rendendo l'immagine artisticamente irreprensibile e quanto mai devota.

Non fu cosa facile ottenere l'« imprimatur », come narra lo stesso Fratel Teodoreto, minutamente, nella vita di Fra Leopoldo ( Segretario del C. Cap 15.2 ); ma venne poi il momento del trionfo, che superò ogni speranza.

Il Fratel Teodoreto - profittando d'una visita a Sua Santità dell'Ecc.mo Mons. Angelo Bartolomasi, Ausiliare dell'Archidiocesi torinese, tanto favorevole ai Fratelli e alla loro Causa - scrisse una supplica a Sua Santità, chiedendo Benedizione e Indulgenze.

Benedeto XV, non solo accordò quanto era invocato, ma volle consegnare una sua fotografia con il seguente preziosissimo autografo, vergato nella sua caratteristica aristocratica scrittura:

« Preghiamo il Signore a colmare di grazie il Direttore e gli Ascritti alla Pia Unione del SS. Crocifisso, canonicamente eretta in Torino, perché i Sacerdoti con la voce e con l'esempio, e i secolari con la santità della vita, debbono sempre "praedicare Jesum Christum et hunc Crucifixum" ».

Dal Vaticano, 18 gennaio 1915.

« Questo avvenimento - scrive Fratel Teodoreto - fu per l'Unione e per la divozione di Gesù Crocifisso il principio d'una serie di grazie soprannaturali, le quali produssero fervore di vita interiore e attività di propaganda che andò sempre crescendo » ( Segretario del C. Cap 15.4 ).

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