Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se la docilità vada considerata come una parte della prudenza

Supra, q. praec.; In 3 Sent., d. 33, q. 3, a. 1, sol. 2

Pare che la docilità non vada considerata come una parte della prudenza.

Infatti:

1. Ciò che è richiesto per tutte le virtù intellettuali non deve essere attribuito in proprio a qualcuna di esse.

Ma la docilità è necessaria a tutte le virtù intellettuali.

Quindi non deve essere considerata come una parte della prudenza.

2. Quanto appartiene alle virtù umane deve dipendere da noi: poiché siamo lodati o biasimati in base a ciò che dipende da noi.

Ora, l'essere docili non è in nostro potere, ma dipende da certe disposizioni naturali.

Quindi non è una parte della prudenza.

3. La docilità appartiene al discepolo.

La prudenza invece, essendo precettiva, appartiene piuttosto ai maestri, i quali sono anche chiamati precettori.

Perciò la docilità non è tra le parti della prudenza.

In contrario:

Macrobio [ Sup. somn. Scip. 1,8 ], seguendo Plotino, mette la docilità tra le parti della prudenza.

Dimostrazione:

La prudenza, come si è detto [ a. prec., ad 1; q. 47, aa. 3,6 ], ha di mira le azioni particolari da compiere.

Ora, essendo queste quasi infinitamente varie, non è possibile che un uomo possa considerarle in tutti i loro aspetti, e in pochi momenti, ma si richiede molto tempo.

Per cui specialmente nelle cose relative alla prudenza l'uomo ha bisogno di essere istruito da altri: e soprattutto dagli anziani, che hanno un'esatta comprensione dei fini nell'ordine dell'agire umano.

Per cui il Filosofo [ Ethic. 6,11 ] afferma: « Bisogna porre mente alle osservazioni e opinioni indimostrate degli uomini esperti e anziani e saggi non meno che alle dimostrazioni: poiché l'esperienza fa loro scorgere i princìpi ».

Nella Scrittura poi si legge [ Pr 3,5 ]: « Non appoggiarti sulla tua prudenza »; e ancora [ Sir 6,34 ]: « Frequenta le riunioni degli anziani prudenti; qualcuno è saggio? Unisciti a lui ».

Ora, il fatto che uno è ben disposto a farsi istruire appartiene alla docilità.

Quindi la docilità viene giustamente elencata tra le parti della prudenza.

Analisi delle obiezioni:

1. Sebbene la docilità sia utile per qualsiasi virtù intellettuale, tuttavia serve specialmente alla prudenza, per le ragioni indicate [ nel corpo ].

2. La docilità, come le altre cose che riguardano la prudenza, quanto all'attitudine deriva dalla natura, ma quanto al suo completo sviluppo dipende dall'impegno personale, inquantoché uno con premura, frequenza e riverenza applica il proprio spirito agli insegnamenti dei maggiori, senza trascurarli per pigrizia e senza disprezzarli per superbia.

3. Con la prudenza, come si è visto [ q. 47, a. 12, ad 3 ], non si comanda solo agli altri, ma anche a se stessi.

Per cui, come si è detto [ q. 47, a. 12 ] essa si trova anche nei sudditi, la cui prudenza richiede la docilità.

Sebbene gli stessi superiori in certe cose debbano essere docili: poiché in fatto di prudenza nessuno, come si è visto [ nel corpo ], può bastare in tutto a se stesso.

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