Summa Teologica - II-II

Indice

Articolo 4 - Se la solerzia sia una parte della prudenza

Supra q. praec.; In 3 Sent., d. 33, q. 3, a. 1, sol. 4

Pare che la solerzia non sia una parte della prudenza.

Infatti:

1. La solerzia, secondo Aristotele [ Anal. post. 1,34 ], ha il compito di trovare facilmente i termini medi nelle dimostrazioni.

La prudenza invece non è essenzialmente dimostrativa, avendo per oggetto realtà contingenti.

Quindi la solerzia non appartiene alla prudenza.

2. Alla prudenza, dice il Filosofo [ Ethic. 6, cc. 5,7,9 ], appartiene il ben deliberare.

Ma nel ben deliberare non entra la solerzia, la quale a suo dire [ ib., c. 9; Anal. post. 1,34 ] è « una certa eustochia », cioè « una certa buona congettura », che è « rapida e senza ragionamento, mentre il deliberare richiede molto tempo ».

Quindi la solerzia non va considerata come una parte della prudenza.

3. La solerzia, come si è detto [ ob. prec. ], è « una certa buona congettura ».

Ma è proprio dei retori servirsi di congetture.

Quindi la solerzia appartiene più alla retorica che alla prudenza.

In contrario:

Scrive S. Isidoro [ Etym. 10 ]: « Sollecito suona solers e citus », cioè veloce.

Ma la sollecitudine, come si è visto [ q. 47, a. 9 ], appartiene alla prudenza.

Quindi anche la solerzia.

Dimostrazione:

È proprio della persona prudente avere la giusta valutazione delle azioni da compiere.

Ora in campo pratico, come in campo speculativo, la giusta valutazione od opinione si acquista in due modi: primo, scoprendo le cose da se stessi; secondo, imparandole da altri.

Come dunque la docilità ha il compito di ben disporci nell'acquisto della retta opinione da parte di altri, così la solerzia ha il compito di ben disporci nell'acquistare la retta valutazione da noi stessi.

Prendendo però la solerzia come equivalente all'eustochia, di cui è parte.

Infatti l'eustochia è la capacità di ben congetturare su qualsiasi argomento mentre la solerzia, secondo Aristotele [ Anal. post. 1,34 ], è « una facile e pronta congettura relativa alla scoperta del termine medio ».

Però quel filosofo [ Andronico ] che ha elencato la solerzia tra le parti della prudenza la prende come equivalente all'eustochia in generale: e così può affermare che « la solerzia è una disposizione con la quale all'improvviso uno scopre ciò che conviene ».

Analisi delle obiezioni:

1. La solerzia è fatta per scoprire il termine medio non solo in campo speculativo, ma anche in campo pratico.

Come quando uno, vedendo che alcuni sono diventati amici, subito sospetta che siano nemici della medesima persona, come nota Aristotele nello stesso luogo.

E in questo modo la solerzia può appartenere alla prudenza.

2. Il Filosofo [ Ethic. 6,9 ] per dimostrare che l'eubulia, cioè l'abilità di ben deliberare, non è l'eustochia, il cui merito sta nel vedere prontamente ciò che occorre, porta questo valido argomento: uno può essere abile nel deliberare anche se nel deliberare è esageratamente lento.

Ciò però non esclude che la buona capacità di congetturare non valga a ben deliberare.

Anzi, talora è indispensabile: quando cioè si richiede di compiere qualcosa all'improvviso: per cui giustamente tra le parti della prudenza si trova la solerzia.

3. Anche la retorica si occupa delle azioni umane.

Perciò nulla impedisce che una medesima cosa appartenga alla retorica e alla prudenza.

Tuttavia le congetture di cui ora parliamo non sono le stesse di cui si servono i retori, ma si tratta di congetture che servono all'uomo per intuire la verità in qualsiasi campo.

Indice