Summa Teologica - II-II

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Articolo 12 - Se la giustizia sia superiore a tutte le virtù morali

Infra, q. 123, a. 12; q. 141, a. 8; I-II, q. 66, a. 4; In 3 Sent., d. 35, q. 1, a. 3, sol. 1; In 4 Sent., d. 33, q. 3, a. 3; In 5 Ethic., lect. 2

Pare che la giustizia non sia superiore a tutte le virtù morali.

Infatti:

1. La giustizia ha il compito di rendere a ciascuno il suo.

Ma la liberalità ha quello di dare del proprio, il che esige una virtù maggiore.

Quindi la liberalità è una virtù superiore alla giustizia.

2. Una cosa non può ricevere ornamento se non da cose superiori ad essa.

Ma « la magnanimità è un ornamento » della giustizia e « di tutte le virtù », come dice Aristotele [ Ethic. 4,3 ].

Perciò la magnanimità è superiore alla giustizia.

3. Come ricorda Aristotele [ Ethic. 2,3 ], la virtù ha per oggetto « il difficile » e « il bene ».

Ma la fortezza ha di mira cose più difficili che non la giustizia, cioè « i pericoli di morte », sempre secondo Aristotele [ Ethic. 3,6 ].

Quindi la fortezza è superiore alla giustizia.

In contrario:

Cicerone [ De off. 1,7 ] scrive: « Nella giustizia brilla al massimo lo splendore della virtù, e da essa vengono denominati gli uomini onesti ».

Dimostrazione:

Se parliamo della giustizia legale, è evidente che essa è la più nobile fra tutte le virtù morali: poiché il bene comune è superiore al bene particolare di un individuo.

Da cui l'affermazione di Aristotele [ Ethic. 5,1 ] che « la giustizia è la più eccellente delle virtù, e né la stella della sera né quella del mattino sono così ammirabili ».

Ma anche se parliamo della giustizia particolare, essa eccelle fra le altre virtù morali per due ragioni.

La prima può essere desunta dalla facoltà in cui risiede: poiché essa si trova nella parte più nobile dell'anima, cioè nell'appetito razionale, o volontà, mentre le altre virtù morali risiedono nell'appetito sensitivo, a cui appartengono le passioni, che formano l'oggetto di tali virtù.

- La seconda ragione deriva dall'oggetto.

Infatti le altre virtù vengono lodate solo per il bene della persona virtuosa.

La giustizia invece è lodevole anche per il fatto che la persona virtuosa è bene ordinata nei rapporti con gli altri: e così la giustizia è in qualche modo un bene altrui, come nota Aristotele [ ib. ].

Per cui egli scrive [ Reth. 1,9 ]: « Le virtù più grandi sono necessariamente quelle più vantaggiose agli altri, posto che la virtù è una facoltà destinata a compiere il bene.

Per questo gli uomini onorano soprattutto i forti e i giusti: poiché la fortezza è vantaggiosa agli altri in guerra, mentre la giustizia lo è sia in pace che in guerra ».

Analisi delle obiezioni:

1. Sebbene la liberalità dia del proprio, tuttavia lo fa mirando al bene della propria virtù.

La giustizia invece dà ad altri ciò che loro appartiene mirando al bene comune.

- Inoltre la giustizia viene osservata verso tutti, mentre la liberalità non può estendersi a tutti.

- Infine la liberalità che offre i propri beni è fondata sulla giustizia, che garantisce a ciascuno il suo.

2. La magnanimità aumenta la bontà della giustizia solo aggiungendosi ad essa.

Ma senza la giustizia la magnanimità non sarebbe neppure una virtù.

3. La fortezza ha per oggetto cose più difficili, non già più eccellenti, essendo essa utile solo in guerra; invece la giustizia è utile in pace e in guerra, come si è detto [ nel corpo ].

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