Summa Teologica - II-II

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Articolo 2 - Se la divisione della vita in attiva e contemplativa sia adeguata

In 3 Sent., d. 35, q. 1, a. 1; In 1 Ethic., lect. 5

Pare che la divisione della vita in attiva e contemplativa non sia adeguata.

Infatti:

1. Secondo il Filosofo [ Ethic. 1,5 ] tre sono le forme di vita sommamente eccellenti, cioè: « la voluttuosa », « la civile », che coincide con la vita attiva, e « la contemplativa ».

Perciò la divisione della vita in attiva e contemplativa non è adeguata.

2. S. Agostino [ De civ. Dei 19, cc. 2,3,19 ] distingue tre generi di vita, cioè la vita « di ozio », che si riduce alla vita contemplativa, quella « di attività », che si identifica con l'attiva, e aggiunge poi come terzo genere la vita « composta di entrambe le cose ».

Quindi non è sufficiente dividere la vita in attiva e contemplativa.

3. La vita umana si distingue secondo le varie occupazioni a cui gli uomini si dedicano.

Ma le occupazioni a cui si dedicano gli uomini sono più di due.

Perciò la vita va divisa in un numero di membri maggiore che nella divisione suddetta.

In contrario:

Le due vite suddette, attiva e contemplativa, sono prefigurate rispettivamente nelle due spose di Giacobbe, Lia e Rachele [ Gen 29 ]; e dalle due donne che ospitarono il Signore, cioè da Marta e da Maria [ Lc 10,38ss ], come spiega S. Gregorio [ Mor. 6,37 ].

Ora, questa prefigurazione non sarebbe esatta se i generi di vita fossero più di due.

Quindi la divisione della vita in attiva e contemplativa è adeguata.

Dimostrazione:

Questa divisione riguarda, come si è detto [ a. 1, ad 2 ], la vita umana, che viene specificata dall'intelletto.

Ora, l'intelletto si divide in attivo e contemplativo: poiché il fine della conoscenza intellettiva o è la conoscenza stessa della verità, che appartiene all'intelletto speculativo, oppure è un'azione esterna, che riguarda l'intelletto pratico.

Perciò anche la vita è divisa adeguatamente in attiva e contemplativa.

Analisi delle obiezioni:

1. La vita voluttuosa mette il proprio fine nei piaceri del corpo, che sono comuni a noi e alle bestie.

Per cui, come dice il Filosofo nello stesso luogo, essa è da considerarsi una vita « bestiale ».

Essa quindi non rientra in questa nostra divisione della vita umana in attiva e contemplativa.

2. Le qualità intermedie risultano dalla combinazione degli estremi contrapposti, per cui sono contenute virtualmente in essi come il tiepido risulta dal caldo e dal freddo, e il grigio dal bianco e dal nero.

Parimenti nei termini attivo e contemplativo è inclusa anche la loro mistura.

Tuttavia, come in ogni misto predomina una qualità semplice, così anche in ogni genere intermedio di vita predomina o la vita contemplativa o quella attiva.

3. Tutte le occupazioni umane, se sono ordinate alle necessità della vita presente secondo la retta ragione, appartengono alla vita attiva, che ha il compito di provvedere a tali bisogni.

Se invece mirano a soddisfare una qualsiasi concupiscenza, allora appartengono alla vita voluttuosa, che è estranea alla vita attiva.

Le occupazioni poi che sono ordinate alla contemplazione della verità appartengono alla vita contemplativa.

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