Summa Teologica - III

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Articolo 5 - Se la santificazione nel seno materno abbia dato alla Beata Vergine la pienezza della grazia

Supra, a. 7, a. 10, ad 1; In 3 Sent., d. 13, q. 1, a. 2, sol. 1; In Sal. Ang.

Pare che la santificazione nel seno materno non abbia dato alla Beata Vergine la pienezza della grazia, ossia la perfezione.

Infatti:

1. La pienezza della grazia è privilegio di Cristo, secondo il testo evangelico [ Gv 1,14 ]: « Lo abbiamo visto come Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità ».

Ma i privilegi di Cristo non sono attribuibili ad altri.

Quindi la Beata Vergine non ottenne nella santificazione la pienezza della grazia.

2. A ciò che è pieno e perfetto non resta da aggiungere nulla, come dice Aristotele [ Phys. 3,6] , poiché « è perfetto ciò a cui non manca nulla ».

Ma la Beata Vergine ricevette in seguito grazie ulteriori: cioè quando concepì Cristo, poiché sta scritto [ Lc 1,35 ]: « Lo Spirito Santo scenderà su di te »; e quando fu assunta in cielo.

Quindi non ebbe nella sua prima santificazione la pienezza della grazia.

3. « Dio non fa nulla di inutile », come dice Aristotele [ De caelo 1,4 ].

Ma la Beata Vergine avrebbe avuto inutilmente certe grazie, non avendole mai esercitate: infatti non consta che abbia insegnato, esercitando il dono della sapienza, o che abbia compiuto miracoli, esercitando così una grazia gratis data.

Quindi non ebbe la pienezza della grazia.

In contrario:

L'Angelo le disse [ Lc 1,28 ]: « Ave, piena di grazia ».

E S. Girolamo [ Epist. 9 ( apocr. ) ] nota: « Veramente piena di grazia, perché agli altri la grazia viene suddivisa, mentre in Maria si riversa tutta insieme nella sua pienezza ».

Dimostrazione:

Quanto più si è vicini a una causa, tanto più se ne risentono gli effetti, come scrive Dionigi [ De cael. hier. 4,1 ] notando che gli Angeli, in quanto più prossimi a Dio, partecipano delle perfezioni divine più degli uomini.

Ora, Cristo è il principio della grazia: secondo la divinità come causa principale, secondo l'umanità invece come causa strumentale, in base alle parole evangeliche [ Gv 1,17 ]: « La grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo ».

Ma la Beata Vergine era vicinissima a Cristo secondo la natura umana, che egli prese da lei.

Essa quindi dovette ricevere da Cristo una pienezza di grazia superiore a quella di tutti gli altri.

Analisi delle obiezioni:

1. Dio dona a ciascuno la grazia che gli compete secondo il compito per cui lo sceglie.

Poiché dunque Cristo, in quanto uomo, fu predestinato e scelto per essere « Figlio di Dio con potenza secondo lo spirito di santificazione » [ Rm 1,4 ], egli ebbe come privilegio personale tanta pienezza di grazia da farla poi ridondare su tutti, poiché « dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto » [ Gv 1,16 ].

Invece la Beata Vergine Maria ottenne tanta pienezza di grazia da essere vicinissima all'autore della grazia: in modo da accogliere in sé colui che è pieno di ogni grazia, e dandolo alla luce far giungere in certo qual modo la [ sua ] grazia a tutti.

2. Nell'ordine naturale prima c'è la perfezione dispositiva, p. es. quella della materia rispetto alla forma.

Al secondo posto si ha la perfezione superiore della forma: infatti il calore proveniente dal fuoco è più forte di quello che ha disposto la legna a prendere fuoco.

Al terzo posto poi c'è la perfezione del fine raggiunto: come quando il fuoco, salito al suo luogo naturale, esplica tutte le sue qualità.

Similmente nella Beata Vergine ci fu una triplice perfezione di grazia.

Prima quella dispositiva, che la rese idonea a essere madre di Cristo, e questa fu la perfezione prodotta dalla sua santificazione.

La seconda perfezione di grazia fu invece prodotta dalla presenza in lei del Figlio di Dio incarnato nel suo seno.

La terza perfezione poi è quella finale, che ella possiede nella gloria.

Che poi la seconda perfezione sia superiore alla prima, e la terza alla seconda, risulta innanzi tutto dalla progressiva liberazione dal male.

Infatti dapprima, nella sua santificazione, ella fu liberata dal peccato originale; in secondo luogo, nel concepimento del Figlio di Dio, fu totalmente liberata dal fomite; in terzo luogo infine, nella sua glorificazione, fu liberata da ogni umana miseria.

- E ciò risulta anche dal progresso nel bene.

Infatti nella sua prima santificazione ottenne la grazia che la inclinava al bene; nel concepimento del Figlio di Dio ebbe la consumazione della grazia che la confermava nel bene; nella glorificazione infine ebbe il coronamento della grazia che la costituiva nel godimento di ogni bene.

3. Non si può dubitare che la Beata Vergine, come Cristo, abbia ricevuto in modo eccellente sia il dono della sapienza, sia la grazia dei miracoli e della profezia.

Ma l'uso di queste e di altre grazie simili non fu concesso a lei nel medesimo modo che a Cristo, bensì come conveniva alla sua condizione.

Ebbe infatti l'esercizio del dono della sapienza nella contemplazione, come risulta da quelle parole [ Lc 2,19 ]: « Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore ».

Non ebbe invece l'uso della sapienza nell'insegnare, poiché ciò non si addiceva a una donna, secondo le parole di S. Paolo [ 1 Tm 2,12 ]: « Non concedo ad alcuna donna di insegnare ».

- Non era poi opportuno che compisse miracoli durante la sua vita, poiché allora i miracoli avevano il compito di confermare la dottrina di Cristo: perciò era bene che facessero miracoli soltanto Cristo e i suoi discepoli, che erano i portatori dell'insegnamento cristiano.

Per questo anche di S. Giovanni Battista è detto [ Gv 10,41 ] che « non fece alcun miracolo », perché tutti si volgessero a Cristo.

- Ebbe invece l'uso della profezia, come risulta da quelle parole [ Lc 1,46ss ]: « L'anima mia magnifica il Signore », ecc.

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