Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se Cristo sia salito sopra tutti i cieli

In 3 Sent., d. 22, q. 2, a. 1, sol. 2, ad 2; q. 3, a. 3, sol. 1; C. G., IV, c. 87

Pare che Cristo non sia salito sopra tutti i cieli.

Infatti:

1. Nei Salmi [ Sal 11,4 ] si legge: « Il Signore nel tempio santo ha il trono nel cielo ».

Ma chi è nel cielo non è sopra il cielo.

Quindi Cristo non è salito sopra tutti i cieli.

2. Due corpi non possono trovarsi nel medesimo luogo.

Poiché dunque non ci può essere passaggio da un estremo all'altro senza attraversare lo spazio intermedio, pare che Cristo non potesse salire sopra tutti i cieli senza che il cielo si dividesse.

Il che è impossibile.

3. Negli Atti [ At 1,9 ] si legge che « una nube lo sottrasse al loro sguardo ».

Ma le nubi non possono elevarsi al di sopra del cielo.

Quindi Cristo non ascese sopra tutti i cieli.

4. Noi crediamo che Cristo resterà in eterno dove è salito.

Ora, ciò che è contro natura non può essere perpetuo: poiché ciò che è secondo natura capita nella maggior parte dei casi e con frequenza.

Essendo dunque contro natura per un corpo terrestre trovarsi al di sopra del cielo, pare che il corpo di Cristo non sia salito sopra il cielo.

In contrario:

S. Paolo [ Ef 4,10 ] ha scritto: « Egli ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose ».

Dimostrazione:

Quanto più perfettamente un corpo partecipa la bontà divina, tanto più è alto nell'ordine corporeo, che è un ordine locale, o spaziale.

Vediamo infatti che i corpi più dominati dalla forma sono per natura superiori, come dimostra il Filosofo [ Phys. 4,5; De coelo 2,13 ]: poiché mediante la forma ogni corpo partecipa l'essere divino, come dice ancora Aristotele [ Phys. 1,9 ].

Ora, un corpo partecipa la bontà divina mediante la gloria più di quanto la partecipi qualsiasi essere naturale mediante la forma della propria natura.

E fra tutti i corpi gloriosi è evidente che il corpo di Cristo risplende di una gloria superiore.

Per cui è convenientissimo che esso sia costituito al di sopra di tutti gli altri corpi.

E così in riferimento a quel testo di S. Paolo [ Ef 4,8 ]: « Ascendendo in alto », la Glossa [ interlin. ] precisa: « per luogo e per dignità ».

Analisi delle obiezioni:

1. Si dice che il trono di Dio è in cielo non perché questo lo contenga, ma perché ne è contenuto.

Perciò non ne segue che una parte del cielo sia superiore a Dio, ma che questi è al disopra di tutti i cieli, secondo le parole del Salmo [ Sal 8,2 ]: « Sopra i cieli si innalza la tua magnificenza ».

2. Sebbene un corpo per sua natura non abbia la possibilità di trovarsi in un identico luogo con un altro corpo, tuttavia Dio può causare questo fatto per miracolo: come fece sì, nota S. Gregorio [ In Evang. hom. 26 ], « che il corpo di Cristo uscisse dal seno chiuso della Beata Vergine ed entrasse a porte chiuse [ nel cenacolo ] ».

Perciò il corpo di Cristo può trovarsi con un altro corpo in un medesimo luogo non per una proprietà del corpo stesso, ma per la virtù divina che lo assiste e che produce questo effetto.

3. Quella nube non servì a Cristo da veicolo per salire al cielo, ma comparve quale segno della sua divinità, come la gloria del Dio d'Israele appariva sul tabernacolo sotto la forma di una nube [ Es 40,32; Nm 9,15 ].

4. Il corpo glorioso non deve la capacità di stare in cielo o al disopra del cielo ai princìpi della sua natura, ma all'anima beata, dalla quale riceve la gloria.

Come quindi non è violento il moto verso l'alto del corpo glorioso, così non è violento il suo stato di quiete.

Perciò nulla impedisce che questo duri sempre.

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