Supplemento alla III parte

Indice

Articolo 2 - Se in qualche caso sia lecito confessarsi a chi non è sacerdote

Pare che in nessun caso sia lecito confessarsi a chi non è sacerdote.

Infatti:

1. La confessione è « un'accusa sacramentale », come si è visto nella definizione illustrata in precedenza [ q. 7, a. 1, ob. 4 ].

Ma l'amministrazione di un sacramento spetta solo al suo ministro.

Quindi, poiché ministro del sacramento della penitenza è il sacerdote, è chiaro che la confessione non va fatta a nessun altro.

2. In qualsiasi tribunale la confessione è ordinata alla sentenza.

Ora, in foro contenzioso la sentenza data da chi non è il giudice autorizzato è nulla: quindi la confessione non va fatta che al giudice.

Ma nel foro della coscienza non c'è altro giudice all'infuori del sacerdote, il quale ha il potere di legare e di sciogliere.

Quindi la confessione non va fatta ad altri.

3. Il battesimo, proprio perché chiunque può battezzare, se viene amministrato da un laico anche fuori del caso di necessità non deve essere reiterato dal sacerdote.

Se invece uno in caso di necessità si confessa a un laico, è tenuto a riconfessarsi dal sacerdote, una volta superato il pericolo.

Perciò la confessione non può essere fatta a un laico [ neppure ] in caso di necessità.

In contrario:

Il Maestro nelle Sentenze [ 4,17, cc. 4,5 ] determina il contrario.

Dimostrazione:

La penitenza è un sacramento di necessità come il battesimo.

Ora il battesimo, quale sacramento di necessità, ha due categorie di ministri: l'una a cui incombe di battezzare per ufficio, ed è formata dai sacerdoti, l'altra a cui si affida il compito di battezzare in caso di necessità.

E così anche per la penitenza, il ministro a cui la confessione va fatta per ufficio è il sacerdote, ma in caso di necessità un laico può supplire il sacerdote così da poter ascoltare la confessione.

Analisi delle obiezioni:

1. Nel sacramento della penitenza non ci sono soltanto le parti che spettano al ministro, cioè l'assoluzione e l'imposizione della soddisfazione, ma ci sono anche quelle spettanti a chi riceve il sacramento, e che sono anch'esse essenziali, come la contrizione e la confessione.

La soddisfazione invece dipende in parte dal ministro, in quanto è lui a imporla, e in parte dal penitente, in quanto è lui che la compie.

Ora, alla pienezza del sacramento devono concorrere per quanto è possibile entrambe le parti in causa.

Ma quando c'è una necessità che urge, il penitente deve fare quanto dipende da lui, cioè pentirsi e confessarsi a chi può; e sebbene costui non possa compiere il sacramento facendo le parti del sacerdote, cioè dando l'assoluzione, tuttavia il Sommo Sacerdote supplisce la mancanza del ministro.

Ciò nonostante la confessione fatta a un laico con il desiderio del sacerdote è, in un certo senso, sacramentale; sebbene non sia un sacramento perfetto, poiché manca l'assoluzione.

2. Il laico, pur non essendo in senso assoluto giudice di chi a lui si confessa, tuttavia a motivo della necessità esercita un giudizio su di lui, in quanto il penitente, per il desiderio del sacerdote, gli si sottomette.

3. Mediante i sacramenti l'uomo deve riconciliarsi non solo con Dio, ma anche con la Chiesa.

Ma egli non può riconciliarsi con questa senza che la santificazione della Chiesa lo raggiunga.

Ora, nel battesimo tale santificazione raggiunge l'uomo mediante l'elemento stesso adoperato esternamente e santificato « dalla parola di vita » [ Ef 5,26 ] secondo il rito della Chiesa, chiunque sia il ministro.

Quindi per il fatto che uno è già stato battezzato una volta da chiunque non occorre che venga di nuovo battezzato.

- Invece nella penitenza la santificazione della Chiesa non raggiunge l'uomo che mediante il ministro: poiché qui non c'è un elemento corporale usato esternamente che per la sua santità conferisca la grazia.

Sebbene quindi chi si è confessato da un laico in caso di necessità abbia ricevuto il perdono da Dio, avendo adempiuto come poteva il precetto divino di confessarsi, tuttavia non si è riconciliato con la Chiesa così da poter essere ammesso ai sacramenti, se prima non viene assolto dal sacerdote: precisamente come chi è stato battezzato col [ solo ] battesimo di desiderio non viene ammesso all'Eucaristia.

Perciò è necessario che costui si riconfessi al sacerdote, quando potrà averlo a disposizione: specialmente perché il sacramento della penitenza non fu portato a compimento.

Quindi è necessario che venga completato: affinché grazie alla stessa ricezione del sacramento l'uomo possa conseguirne in pieno gli effetti; e anche per adempiere il precetto che comanda di accostarsi al sacramento della penitenza.

Indice