Supplemento alla III parte

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Articolo 2 - Se nei santi che sono nella gloria ci possa essere la penitenza

Pare che nei santi che sono nella gloria non ci possa essere la penitenza.

Infatti:

1. S. Gregorio [ Mor 4,36 ] afferma: « I beati si ricordano senza dolore dei loro peccati: come noi dopo essere guariti ci ricordiamo senza dolore delle sofferenze ».

Ma la penitenza è « un dolore del cuore ».

Perciò nei santi del cielo non si riscontra la penitenza.

2. In cielo i santi sono conformi a Cristo.

Ma in Cristo non c'era la penitenza: poiché non c'era neppure la fede, che ne è la radice.

Quindi neppure nei santi del paradiso ci può essere la penitenza.

3. Un abito che non passa all'atto è inutile.

Ora, i santi in paradiso non possono avere l'esercizio attuale della penitenza: poiché in tal caso ci sarebbe qualcosa contro la loro volontà.

Quindi in essi non c'è l'abito della penitenza.

In contrario:

1. La penitenza è tra le parti della giustizia.

Ma « la giustizia è perpetua e immortale » [ Sap 1,15 ], per cui rimarrà nella patria beata.

Quindi anche la penitenza.

2. Nelle Vitae Patrum [ 5,7,29 ] si legge di un Padre il quale affermò che Abramo stesso si pentirà di non aver fatto un maggior numero di opere buone.

Ma l'uomo deve pentirsi più del male commesso che del bene omesso a cui non era tenuto ( si parla infatti di questo bene ).

Quindi in cielo non mancherà la penitenza dei peccati commessi.

Dimostrazione:

Le virtù cardinali resteranno nella patria beata, ma con gli atti che si addicono al loro fine ormai raggiunto.

Essendo quindi la penitenza tra le parti della giustizia, che è una virtù cardinale, chiunque ha l'abito della penitenza in questa vita lo avrà anche nella futura.

Non avrà però il medesimo atto che ha ora, ma un altro: quello cioè di ringraziare Dio per avere egli misericordiosamente perdonato i peccati.

Analisi delle obiezioni:

1. Quel testo prova soltanto che i beati non avranno il medesimo atto della penitenza che hanno attualmente.

E questo lo concediamo.

2. Cristo era impeccabile.

Perciò la materia di questa virtù non si addiceva a lui né in modo attuale né in modo potenziale.

Non c'è quindi paragone possibile tra lui e gli altri.

3. Il pentimento in senso proprio, quale atto della penitenza caratteristico di questa vita, non ci sarà nella patria beata.

Non per questo però tale abito sarà inutile, poiché avrà un altro atto.

4. [ S. c. 1 ]. Questa ragione la concediamo.

5. [ S. c. 2 ]. Poiché l'affermazione mira a dimostrare che nella patria beata ci sarà l'atto della penitenza come nel presente, si deve rispondere che la nostra volontà nella patria sarà del tutto conforme alla volontà di Dio.

Come quindi Dio vuole di volontà antecedente che tutto il bene sia compiuto, e di conseguenza che non esista alcun male, pur non volendolo di volontà conseguente, così possiamo dire che lo vogliono anche i beati.

E questo volere viene impropriamente denominato penitenza da quel santo Padre.

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